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Risarcimento danno portabilità: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la perdita del proprio numero telefonico storico a causa dell’inadempimento di un operatore dà diritto a un completo risarcimento del danno, sia patrimoniale che non patrimoniale. Annullando la decisione della Corte d’Appello, che aveva negato il risarcimento sulla base della disponibilità di mezzi di comunicazione alternativi, la Suprema Corte ha chiarito che il danno può essere provato anche tramite presunzioni e liquidato in via equitativa. La mancata portabilità del numero non è un semplice disagio, ma una lesione di un diritto che merita tutela.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Mancata portabilità: la Cassazione apre al risarcimento del danno

Nell’era digitale, il numero di telefono è molto più di una semplice sequenza di cifre: è un elemento chiave della nostra identità personale e professionale. Perdere un numero utilizzato per decenni può causare disagi significativi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio il tema del risarcimento danno per portabilità del numero non andata a buon fine, stabilendo principi importanti a tutela dei consumatori. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni pratiche.

Il Caso: La Perdita di un Numero Telefonico Storico

Una cliente si è trovata privata del suo numero di telefono fisso, attivo da oltre trent’anni, a seguito dell’inadempimento contrattuale da parte della sua compagnia telefonica. L’operatore non solo aveva interrotto il servizio, ma aveva reso di fatto impossibile la portabilità del numero verso un altro gestore. La cliente si era quindi rivolta al Tribunale chiedendo la risoluzione del contratto e il risarcimento di tutti i danni subiti, sia patrimoniali che non patrimoniali.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Mentre il Tribunale di primo grado aveva riconosciuto l’inadempimento e condannato la società al risarcimento, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la sentenza. Pur confermando la risoluzione del contratto per colpa dell’operatore, i giudici di secondo grado avevano negato il diritto al risarcimento. La motivazione? La cliente avrebbe potuto utilizzare ‘mezzi alternativi’ di comunicazione, come un telefono cellulare, per sopperire al disservizio. Secondo la Corte d’Appello, non era stato dimostrato un danno concreto, come l’impossibilità di ricevere chiamate urgenti per l’assistenza a un familiare. Contro questa decisione, la cliente ha proposto ricorso in Cassazione.

Il Risarcimento Danno per Mancata Portabilità: L’Analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo errata la decisione dei giudici d’appello. La Cassazione ha chiarito che la portabilità del numero non è un servizio accessorio, ma un vero e proprio diritto dell’utente, fondamentale per garantire la libertà di scelta nel mercato delle telecomunicazioni. L’impossibilità di conservare il proprio numero a causa dell’inadempimento dell’operatore costituisce una lesione che genera un danno risarcibile.

L’errore della Corte d’Appello, secondo la Cassazione, è stato quello di escludere il danno basandosi sulla mera esistenza di ‘mezzi alternativi’. Tale ragionamento è stato giudicato irrilevante, poiché questi mezzi sono estranei al rapporto contrattuale violato. Il danno deriva proprio dall’impossibilità di utilizzare quel specifico servizio e quel numero storico, con tutte le sue funzionalità e le relazioni sociali e personali ad esso collegate.

La Prova del Danno e la Liquidazione Equitativa

Un punto cruciale della decisione riguarda la prova del danno. La Cassazione ribadisce che il danno, sia patrimoniale che non patrimoniale (come il disagio, lo stress e la modifica delle abitudini di vita), può essere provato anche tramite presunzioni. Non è necessario dimostrare un evento specifico e drammatico, come la mancata chiamata di emergenza. È sufficiente allegare le concrete conseguenze negative sulla propria vita quotidiana, come la difficoltà per amici, parenti o personale di assistenza a mettersi in contatto.

Quando il danno è certo nella sua esistenza ma di difficile quantificazione nel suo preciso ammontare, il giudice deve procedere a una liquidazione equitativa. Questo significa che, sulla base delle circostanze del caso concreto, il giudice determina una somma che ritiene ‘equa e congrua’ a ristorare il pregiudizio subito, senza che questa sia né puramente simbolica né sproporzionata.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio dell’integralità del risarcimento. Il danno deve essere valutato in tutte le sue componenti, patrimoniali e non patrimoniali. L’inadempimento contrattuale che lede interessi non economici del creditore (come il diritto a mantenere il proprio numero) genera un danno risarcibile. La valutazione del giudice non deve limitarsi a considerare la mera possibilità di usare altri strumenti, ma deve tenere conto delle ripercussioni negative che l’inutilizzabilità di quel servizio specifico ha causato nella sfera personale e relazionale dell’utente. La Corte ha quindi cassato la sentenza e rinviato il caso alla Corte d’Appello, che dovrà procedere a una nuova valutazione attenendosi ai principi enunciati, accertando e liquidando il danno in modo equo e completo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta una vittoria importante per i consumatori. La Corte di Cassazione ha riaffermato che la portabilità del numero è un diritto tutelato e la sua violazione comporta un obbligo di risarcimento completo. La decisione chiarisce che il danno non deve essere per forza eclatante, ma può consistere anche nella lesione di abitudini consolidate e relazioni personali. Inoltre, viene valorizzato lo strumento delle presunzioni e della liquidazione equitativa, che permette al giudice di ristorare il danneggiato anche quando la prova economica precisa del danno è difficile da fornire.

La perdita del proprio numero di telefono a causa dell’inadempimento di un operatore dà diritto al risarcimento del danno?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata portabilità del numero telefonico a causa dell’inadempimento dell’operatore costituisce la lesione di un diritto e dà luogo a risarcimento sia per i danni patrimoniali che per quelli non patrimoniali.

Come si può provare il danno subito per la mancata portabilità del numero telefonico?
Il danno può essere provato anche tramite presunzioni. Non è necessario dimostrare un danno economico specifico, ma è sufficiente allegare e dimostrare le concrete conseguenze negative subite nella propria vita quotidiana e relazionale a causa della perdita del numero.

L’esistenza di mezzi di comunicazione alternativi (come un cellulare) esclude il diritto al risarcimento per la perdita della linea fissa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la possibilità di utilizzare mezzi di comunicazione alternativi è irrilevante ai fini del risarcimento. Il danno deriva dalla lesione del diritto a utilizzare lo specifico servizio e numero oggetto del contratto violato, indipendentemente dall’esistenza di altre opzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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