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Risarcimento danno permanente: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione chiarisce i termini di prescrizione per il risarcimento danno permanente a un immobile. In un caso di infiltrazioni, ha stabilito che la richiesta di risarcimento economico si prescrive ‘giorno per giorno’ per i danni via via prodotti, a differenza della richiesta di eliminazione della causa del danno. Inoltre, ha ribadito che il giudice non può concedere un risarcimento per un tipo di danno (danno alla coltivazione) mai richiesto dalla parte attrice, cassando la sentenza precedente per violazione del principio del ‘chiesto e pronunciato’.

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Risarcimento Danno Permanente: Quando Scatta la Prescrizione? Il Caso Analizzato dalla Cassazione

L’ordinanza in esame offre un’analisi cruciale sul tema del risarcimento danno permanente, con particolare riferimento alla decorrenza della prescrizione in caso di illeciti che si protraggono nel tempo, come le infiltrazioni a un immobile. La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire due principi fondamentali: il primo riguarda la corretta applicazione della prescrizione per i danni continuativi, il secondo concerne il vincolo del giudice a decidere solo su quanto richiesto dalle parti.

La Vicenda: Danni da Infiltrazioni e la Lunga Battaglia Legale

I proprietari di un immobile, composto da un terreno e un fabbricato, citavano in giudizio un Comune chiedendo il risarcimento dei danni subiti a seguito di lavori stradali eseguiti anni prima. Tali lavori avevano causato continue infiltrazioni di acque piovane e fognarie, danneggiando sia l’edificio che, a loro dire, la possibilità di coltivare il terreno. La richiesta si concentrava sui danni materiali al fabbricato e sulla perdita di reddito derivante dalla mancata locazione.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda, applicando una prescrizione parziale e liquidando i danni sia per il fabbricato sia per la mancata coltivazione. La Corte d’Appello, in riforma della prima sentenza, escludeva la prescrizione per i danni al fabbricato, considerandoli un illecito permanente, ma rideterminava le somme dovute. Insoddisfatto, il Comune ricorreva in Cassazione.

Il Principio del “Chiesto e Pronunciato”: Non si può risarcire un danno non richiesto

Il primo punto cardine della decisione della Cassazione riguarda la violazione dell’art. 112 c.p.c. (principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato). Il Comune lamentava che i giudici di merito avessero liquidato un risarcimento per i “danni alle coltivazioni”, nonostante i proprietari non avessero mai avanzato una simile, specifica richiesta nei loro atti iniziali.

La Corte Suprema, esaminando gli atti processuali, ha dato ragione al Comune. Gli attori originari avevano chiesto ristoro solo per i danni da infiltrazione agli edifici. Di conseguenza, condannare l’ente a pagare per un danno mai richiesto costituisce un vizio di “ultrapetizione”, ovvero una decisione che va oltre le domande delle parti. Su questo punto, la sentenza d’appello è stata cassata.

Risarcimento Danno Permanente e Prescrizione: la Spiegazione della Cassazione

Il secondo motivo di ricorso, anch’esso accolto, verteva sulla errata applicazione delle norme sulla prescrizione. La Corte d’Appello aveva ritenuto che il diritto al risarcimento per i danni al fabbricato non fosse prescritto, poiché le infiltrazioni costituivano un illecito con “effetti permanenti e in continuo accrescimento”.

La Cassazione ha corretto questa impostazione, chiarendo la distinzione fondamentale nell’ambito dell’illecito permanente:

* Risarcimento in forma specifica: La pretesa di ottenere la rimozione della causa del danno (es. la riparazione della condotta che causa l’infiltrazione) non si prescrive finché la situazione illecita perdura.
* Risarcimento per equivalente: La pretesa di ottenere una somma di denaro per i danni già subiti (es. il costo per riparare i muri ammalorati) segue una regola diversa. Il diritto al risarcimento sorge continuamente, giorno per giorno, man mano che il danno si manifesta. Pertanto, la prescrizione (solitamente quinquennale) decorre “de die in diem”.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha spiegato che l’approccio della Corte d’Appello è stato illogico. Affermare che le infiltrazioni proseguivano nel tempo e, allo stesso tempo, escludere del tutto la prescrizione per i danni economici già verificatisi è una contraddizione. La prescrizione avrebbe dovuto essere applicata con riguardo al periodo che va dall’inizio dei lavori fino alla cessazione delle infiltrazioni, escludendo dal risarcimento i danni verificatisi più di cinque anni prima della richiesta formale di risarcimento.

In sostanza, il diritto a essere risarciti per i danni subiti ieri si prescrive tra cinque anni, il diritto per i danni subiti oggi si prescriverà tra cinque anni a partire da oggi, e così via. Questo impedisce che crediti risarcitori troppo datati possano essere fatti valere indefinitamente.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto i motivi del Comune, cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte d’Appello per una nuova decisione. Il nuovo giudice dovrà attenersi a due principi chiave:

1. Il risarcimento può essere concesso solo per i danni specificamente richiesti nelle domande giudiziali.
2. Nel calcolare il risarcimento danno permanente per equivalente, si deve applicare la prescrizione “de die in diem”, escludendo i crediti per i danni maturati oltre il termine di legge prima dell’atto interruttivo.

Si può ottenere un risarcimento per un tipo di danno che non è stato esplicitamente richiesto nell’atto di citazione?
No, il giudice non può concedere un risarcimento per un danno non richiesto. In base al principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato (art. 112 c.p.c.), il giudice deve limitarsi a decidere solo sulle domande formulate dalle parti.

In caso di danno continuativo a un immobile, come funziona la prescrizione per la richiesta di risarcimento economico?
La prescrizione per il risarcimento del danno per equivalente (somma di denaro) decorre “de die in diem”, cioè giorno per giorno, man mano che i danni si verificano. Non si tratta di un diritto che non si prescrive mai, ma di un diritto che sorge continuamente e si prescrive progressivamente per i danni più vecchi di cinque anni dall’atto interruttivo.

Qual è la differenza tra la richiesta di eliminare la causa del danno e quella di ottenere un risarcimento economico in un illecito permanente?
La richiesta di eliminare la causa del danno (risarcimento in forma specifica) non si prescrive finché la condotta illecita perdura. Invece, la richiesta di risarcimento economico per i danni già subiti si prescrive giorno per giorno, come spiegato nella risposta precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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