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Risarcimento danni guerra: la Cassazione decide

Il caso riguarda una richiesta di risarcimento danni guerra avanzata da cittadini stranieri contro uno Stato estero, con un’azione esecutiva in Italia. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito ma ha rinviato la causa a pubblica udienza. La decisione è stata motivata dalla complessità, novità e rilevanza nomofilattica della questione, in particolare riguardo all’applicabilità di un fondo statale italiano per le vittime di crimini di guerra anche a cittadini stranieri. La Corte ha ritenuto necessario un esame più approfondito data l’importanza dei principi di diritto in gioco.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Danni Guerra: La Cassazione Rimette la Causa alla Pubblica Udienza

L’annosa questione del risarcimento danni guerra per le atrocità commesse durante il secondo conflitto mondiale torna al centro del dibattito giuridico con una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione. Il provvedimento non risolve la controversia, ma ne sottolinea l’eccezionale importanza e complessità, rinviando la decisione a una pubblica udienza. Analizziamo i fatti e le ragioni di questa scelta strategica.

I Fatti di Causa: Dalla Grecia all’Italia

La vicenda trae origine da una sentenza di un tribunale greco che ha condannato uno Stato europeo al risarcimento dei danni subiti da alcuni cittadini greci a seguito di deportazioni e stragi naziste. Per dare esecuzione a tale sentenza, l’autorità regionale greca, in rappresentanza della comunità locale, ha avviato in Italia un’azione di pignoramento presso terzi. L’azione era diretta contro una nota società ferroviaria tedesca, considerata debitrice, e verso due società di trasporto italiane, quali terzi pignorati.

La società ferroviaria tedesca si è opposta all’esecuzione, sostenendo di essere un’entità giuridica e patrimoniale completamente distinta dallo Stato condannato e di non avere alcun coinvolgimento nei tragici eventi bellici.

Il Contesto Normativo e la Questione del Fondo per le Vittime

A complicare il quadro è intervenuto il legislatore italiano con il D.L. n. 36/2022, che ha istituito un “Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità”. L’articolo 43 di tale decreto prevede, a determinate condizioni, l’estinzione dei procedimenti esecutivi in corso, convogliando le pretese risarcitorie verso il suddetto Fondo. Il punto cruciale del dibattito è diventato, quindi, stabilire se questa norma si applichi solo ai cittadini italiani o anche ai cittadini stranieri che agiscono in Italia per l’esecuzione di sentenze straniere.

Il Percorso Giudiziario e l’interpretazione restrittiva sul risarcimento danni guerra

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Roma hanno adottato un’interpretazione restrittiva della norma. Hanno ritenuto che l’art. 43 non fosse applicabile al caso di specie, poiché i beneficiari dell’azione risarcitoria erano cittadini stranieri per fatti commessi al di fuori del territorio italiano. Di conseguenza, secondo i giudici di merito, l’azione esecutiva poteva proseguire, non potendo i creditori accedere al Fondo istituito dallo Stato italiano.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la società ferroviaria tedesca ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione e falsa applicazione dell’art. 43 e chiedendo l’estinzione della procedura esecutiva.

La Decisione della Corte di Cassazione: Un Rinvio Strategico

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha preso atto della complessità del caso. Pur riconoscendo una questione preliminare di potenziale inammissibilità dei ricorsi per tardività, i giudici hanno deciso di non pronunciarsi immediatamente.

Le Motivazioni

La Corte ha evidenziato che le questioni di diritto sottese alla controversia rivestono un “carattere di novità” e una “evidente portata nomofilattica”. In altre parole, il caso solleva interrogativi giuridici nuovi e di fondamentale importanza per garantire un’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Data la complessità, non si poteva escludere la necessità di enunciare principi di diritto di portata generale, anche solo nell’interesse della legge stessa, ai sensi dell’art. 363 c.p.c. Per queste ragioni, la Suprema Corte ha ritenuto opportuno disporre la trattazione del ricorso in pubblica udienza, un contesto più solenne e adatto a un dibattito approfondito su temi di tale rilievo.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non fornisce una risposta sul merito della questione del risarcimento danni guerra e sull’applicabilità del fondo statale ai cittadini stranieri. Tuttavia, la decisione di rimettere la causa alla pubblica udienza è un segnale inequivocabile dell’altissimo valore giuridico che la Cassazione attribuisce al caso. La futura sentenza avrà probabilmente un impatto significativo, non solo per le parti coinvolte, ma per l’intero ordinamento, definendo i confini dell’applicazione di importanti normative nazionali in un contesto di diritto internazionale privato.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
A causa della complessità, della novità delle questioni legali e della loro importanza per l’interpretazione uniforme della legge (portata nomofilattica), la Corte ha ritenuto necessario un esame più approfondito in una pubblica udienza.

Qual è il punto centrale della controversia legale?
Il nodo principale è stabilire se l’articolo 43 del D.L. n. 36/2022, che istituisce un fondo per le vittime di crimini di guerra e può estinguere le procedure esecutive, si applichi solo ai cittadini italiani o anche a cittadini stranieri che agiscono in Italia per far valere sentenze emesse all’estero.

Cosa significa che l’ordinanza è ‘interlocutoria’?
Significa che si tratta di un provvedimento non definitivo che non decide il merito della causa. In questo caso, l’ordinanza si limita a gestire il procedimento, stabilendo che la discussione dovrà avvenire in pubblica udienza anziché in camera di consiglio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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