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Risarcimento contratti a termine: sì al lavoratore

Un lavoratore marittimo, dopo aver ottenuto la conversione del suo rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato, ha richiesto il risarcimento del danno per i periodi non lavorati. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32426/2024, ha stabilito che l’indennità onnicomprensiva prevista dalla legge per il risarcimento contratti a termine illegittimi si applica anche al settore marittimo, nonostante la sua specialità. Questa indennità non richiede la prova del danno né la messa in mora del datore di lavoro.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento contratti a termine: la tutela si estende ai lavoratori marittimi

La questione del risarcimento contratti a termine stipulati illegittimamente è un tema centrale nel diritto del lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale, estendendo un’importante tutela anche ai lavoratori del settore marittimo, tradizionalmente governato da una normativa speciale. Vediamo insieme cosa ha stabilito la Suprema Corte e quali sono le implicazioni pratiche per i lavoratori.

Il Caso: dalla Nullità dei Contratti alla Richiesta di Danni

Un lavoratore marittimo aveva prestato servizio per una compagnia di navigazione attraverso una successione di contratti di arruolamento a tempo determinato. In un primo giudizio, il Tribunale aveva accertato l’illegittimità di tali contratti, dichiarando la costituzione di un unico rapporto di lavoro a tempo indeterminato sin dall’inizio.

Successivamente, il lavoratore ha avviato una nuova causa per ottenere il risarcimento del danno subito a causa della mancata prestazione lavorativa nei periodi intercorsi tra un contratto e l’altro. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, avevano respinto la sua domanda, sostenendo che non avesse fornito prova del danno e, in particolare, di essersi messo a disposizione del datore di lavoro.

La Questione del risarcimento contratti a termine nel Settore Marittimo

Il cuore della controversia legale risiedeva nell’applicabilità dell’articolo 32 della Legge n. 183/2010 al lavoro marittimo. Questa norma prevede un’indennità onnicomprensiva, tra 2,5 e 12 mensilità dell’ultima retribuzione, per risarcire il lavoratore in caso di conversione del contratto a termine illegittimo.

La Corte d’Appello aveva escluso tale applicazione, valorizzando la specialità della disciplina del lavoro marittimo contenuta nel Codice della Navigazione. Secondo i giudici di merito, questa normativa speciale avrebbe prevalso su quella generale, lasciando il lavoratore privo della tutela risarcitoria forfetizzata.

La Decisione della Corte di Cassazione: Prevale la Tutela Generale

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del lavoratore. La Suprema Corte ha affermato un principio di diritto cruciale: la disciplina sul risarcimento contratti a termine prevista dalla Legge 183/2010 si applica anche al lavoro nautico.

Le Motivazioni

Secondo gli Ermellini, la formulazione dell’art. 32 è “ampia e inequivoca”, facendo riferimento a “tutti i casi di conversione del rapporto da tempo determinato a rapporto indeterminato, senza alcuna distinzione”. La specialità del lavoro marittimo non è sufficiente a escluderlo da una norma di tutela generale così chiaramente formulata. La Corte ha richiamato precedenti conformi, consolidando questo orientamento.

Inoltre, la Cassazione ha ribadito la natura di questa indennità. Si tratta di una sorta di “penale ex lege”, ovvero una sanzione prevista direttamente dalla legge a carico del datore di lavoro che ha utilizzato illegittimamente il termine. Questa indennità è “forfetizzata” e “onnicomprensiva”. Ciò significa che:

1. È forfetizzata: viene liquidata dal giudice entro i limiti di legge (da 2,5 a 12 mensilità) a prescindere dalla prova di un danno effettivo.
2. È onnicomprensiva: copre tutti i danni causati dalla nullità del termine nel periodo “intermedio” (tra la scadenza illegittima e la sentenza di conversione).

Di conseguenza, il lavoratore non è tenuto a dimostrare né di aver subito un danno concreto, né di aver messo in mora il datore di lavoro offrendo le proprie energie lavorative. L’illegittimità del contratto è di per sé sufficiente a far scattare il diritto al risarcimento.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta una vittoria significativa per la tutela dei diritti dei lavoratori marittimi. Allinea la loro posizione a quella degli altri lavoratori, garantendo un meccanismo di risarcimento certo ed efficace in caso di abuso dei contratti a termine. La decisione semplifica notevolmente l’onere probatorio a carico del lavoratore, che non dovrà più imbarcarsi in complesse dimostrazioni per ottenere il giusto ristoro, e rafforza il deterrente contro l’uso illegittimo di contratti precari da parte delle aziende del settore.

L’indennità speciale per contratti a termine illegittimi si applica anche ai lavoratori marittimi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità onnicomprensiva prevista dall’art. 32 della L. n. 183/2010 si applica anche ai rapporti di lavoro marittimo, nonostante la specialità della loro disciplina, poiché la norma fa riferimento a tutti i casi di conversione del contratto senza distinzioni.

Per ottenere il risarcimento per contratti a termine illegittimi, il lavoratore deve dimostrare di aver offerto la propria prestazione lavorativa?
No. Secondo la Corte, l’indennità ha natura forfetizzata e onnicomprensiva. Pertanto, spetta al lavoratore a prescindere dalla prova di un danno effettivo e dall’intervenuta costituzione in mora del datore di lavoro.

Cosa significa che l’indennità è ‘forfetizzata’ e ‘onnicomprensiva’?
Significa che la somma è predeterminata dalla legge (in un minimo e un massimo di mensilità) e serve a coprire in modo completo tutti i danni derivanti dalla nullità del termine nel periodo tra la scadenza del contratto e la sentenza che ne accerta l’illegittimità, senza necessità di prove specifiche da parte del lavoratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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