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Risarcimento bagaglio smarrito: la prova del valore

La Corte di Cassazione chiarisce che per il risarcimento bagaglio smarrito non è necessaria la prova dettagliata del valore di ogni singolo bene. Una volta accertato lo smarrimento, il giudice non può negare il risarcimento per difficoltà nella quantificazione del danno, ma deve procedere a una liquidazione equitativa, basata su criteri di comune esperienza, come la durata del viaggio. La decisione riforma una sentenza di merito che aveva negato il risarcimento al passeggero per mancata produzione di scontrini.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Bagaglio Smarrito: la Cassazione dalla Parte dei Viaggiatori

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento in tema di risarcimento bagaglio smarrito, stabilendo un principio fondamentale a tutela dei passeggeri. Quando una compagnia aerea perde la valigia di un cliente, è sufficiente provare lo smarrimento per avere diritto a un indennizzo, anche senza poter documentare con scontrini e fatture il valore di ogni singolo oggetto contenuto all’interno. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un passeggero, a seguito dello smarrimento definitivo del proprio bagaglio imbarcato su un volo nazionale, citava in giudizio la compagnia aerea per ottenere il risarcimento dei danni. Inizialmente, il Giudice di Pace accoglieva un’eccezione della compagnia, declinando la propria giurisdizione. Successivamente, il Tribunale, in sede di appello, riconosceva la giurisdizione del giudice italiano ma, pur accertando l’inadempimento della compagnia aerea, rigettava la domanda di risarcimento. La motivazione del rigetto si basava sulla presunta mancata prova, da parte del passeggero, del valore dei beni contenuti nel bagaglio smarrito. Secondo il giudice d’appello, la semplice testimonianza della moglie del viaggiatore non era sufficiente, e l’impossibilità di quantificare il danno esatto impediva la concessione di un risarcimento, anche in via equitativa.

La Decisione della Corte e il Principio sul Risarcimento Bagaglio Smarrito

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso del passeggero. Gli Ermellini hanno sottolineato la netta distinzione tra la prova dell’esistenza del danno (an) e la prova del suo esatto ammontare (quantum). Nel caso di specie, lo smarrimento del bagaglio era un fatto accertato e non contestato, che di per sé costituisce un danno patrimoniale per il viaggiatore. L’impossibilità o la notevole difficoltà di provare il valore specifico di ogni singolo bene contenuto in una valigia (capi di abbigliamento, biancheria, profumi, etc.) non può tradursi in un diniego totale del risarcimento.

Le Motivazioni: Il Potere-Dovere del Giudice di Liquidare in Via Equitativa

La Corte ha affermato che, in situazioni come questa, il giudice ha il potere-dovere di ricorrere alla liquidazione equitativa del danno, come previsto dall’art. 1226 del Codice Civile. Rigettare la domanda perché il danno non è quantificabile con precisione equivale a una decisione di non liquet (non decidere), inammissibile una volta che la responsabilità del vettore è stata provata. È irragionevole pretendere che un viaggiatore conservi scontrini per ogni oggetto personale. Il giudice deve, invece, utilizzare il criterio del cosiddetto id quod plerumque accidit (ciò che accade di solito), valutando il danno in base a elementi presuntivi e di comune esperienza, come la durata del viaggio e le necessità correlate. Un bagaglio conterrà presumibilmente capi di abbigliamento, accessori e prodotti per l’igiene in quantità adeguata al soggiorno previsto. Sulla base di questa valutazione, il giudice può e deve determinare una somma congrua a titolo di risarcimento, nel rispetto dei limiti massimi previsti dalla Convenzione di Montreal.

Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta una vittoria significativa per i diritti dei consumatori e dei viaggiatori. Il messaggio è chiaro: la difficoltà di provare il valore esatto del contenuto di un bagaglio smarrito non può vanificare il diritto al risarcimento. Le compagnie aeree sono responsabili per la custodia dei bagagli affidati loro, e in caso di smarrimento, i giudici sono tenuti a garantire un indennizzo giusto ed equo, anche basandosi su una valutazione presuntiva e di buon senso. Per i passeggeri, ciò significa una maggiore tutela e la certezza di non vedersi negare un diritto fondamentale per un cavillo probatorio spesso impossibile da superare.

Se la compagnia aerea smarrisce il mio bagaglio, devo presentare gli scontrini di tutto ciò che conteneva per ottenere un risarcimento?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non è necessario. Una volta provato lo smarrimento del bagaglio, il giudice non può negare il risarcimento solo perché non si può provare con esattezza il valore del contenuto, ma deve procedere a una valutazione equitativa.

Cosa succede se è impossibile o molto difficile quantificare il valore esatto dei beni nel bagaglio smarrito?
In questo caso, il giudice ha il potere e il dovere di procedere a una ‘liquidazione equitativa’ del danno. Ciò significa che determinerà l’importo del risarcimento basandosi su una valutazione di equità e su criteri di comune esperienza (id quod plerumque accidit), come la durata del viaggio e il tipo di beni che un passeggero solitamente trasporta.

Può un giudice rigettare la richiesta di risarcimento per bagaglio smarrito limitandosi a dire che le prove sul valore sono insufficienti?
No. Una volta accertata la responsabilità della compagnia aerea per lo smarrimento, il giudice non può emettere una decisione di ‘non liquet’ (cioè astenersi dal decidere). Deve necessariamente quantificare il danno, ricorrendo alla valutazione equitativa se la prova del valore esatto è oggettivamente difficile o impossibile da fornire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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