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Risarcimento affidamento legittimo: PA responsabile?

Un istituto di ricerca si vede annullare un’aggiudicazione dopo aver ricevuto dei fondi. La Cassazione interviene sul tema del risarcimento per affidamento legittimo, confermando la responsabilità della Pubblica Amministrazione e il diritto dell’istituto a un risarcimento parziale per le spese sostenute, pur in assenza di una colpa accertata in sede amministrativa. La Corte chiarisce i confini tra giurisdizione civile e amministrativa in questi casi, rigettando sia il ricorso dell’ente pubblico che quello dell’istituto.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento da Affidamento Legittimo: la PA Paga Anche Senza Colpa?

Il tema del risarcimento per affidamento legittimo è cruciale nei rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. Cosa succede quando un’impresa, fidandosi di un provvedimento favorevole come l’aggiudicazione di un appalto, sostiene costi e avvia attività, per poi vedersi annullare tutto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un caso complesso, delineando i confini della responsabilità della P.A. e stabilendo importanti principi sulla tutela di chi subisce un danno a causa dell’operato amministrativo.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dall’annullamento, da parte del giudice amministrativo, di un’aggiudicazione di gara in favore di un istituto di studi e ricerche economico-sociali. L’istituto aveva già ricevuto dall’Assessorato regionale una cospicua somma, pari a oltre 137.000 euro, per le attività previste dal bando.

A seguito dell’annullamento, l’Assessorato ha chiesto la restituzione dell’intera somma. L’istituto si è opposto, rivolgendosi al giudice civile per far accertare il proprio diritto a trattenere le somme o, in subordine, per ottenere un risarcimento del danno derivante dall’aver fatto legittimo affidamento sulla validità dell’aggiudicazione. In primo grado, il Tribunale ha respinto le richieste dell’istituto. La Corte d’Appello, invece, ha parzialmente riformato la decisione, riconoscendo la responsabilità dell’Amministrazione e stabilendo che l’istituto non dovesse restituire la metà della somma ricevuta, a titolo di risarcimento.

Insoddisfatti, sia l’Assessorato (con ricorso principale) sia l’istituto (con ricorso incidentale) si sono rivolti alla Corte di Cassazione.

I motivi del contendere: il risarcimento affidamento legittimo

L’Assessorato sosteneva principalmente due punti: la questione doveva essere decisa dal giudice amministrativo e, in ogni caso, non poteva esserci condanna al risarcimento perché una precedente sentenza amministrativa aveva escluso la colpa della P.A. nell’annullamento della gara. Criticava inoltre la decisione della Corte d’Appello di ripartire il danno al 50% “in proporzione all’assenza di colpa”, un concetto giuridicamente insostenibile.

L’istituto, dal canto suo, chiedeva il risarcimento integrale, sostenendo che l’annullamento non potesse travolgere le prestazioni già eseguite e che l’affidamento riposto nella legittimità dell’atto meritasse piena tutela.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i ricorsi, confermando la decisione della Corte d’Appello. Con una motivazione chiara e precisa, i giudici hanno affrontato i nodi cruciali della controversia.

Sulla giurisdizione e la natura della responsabilità

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la domanda di risarcimento del danno subito a causa dell’annullamento di un provvedimento favorevole rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. La causa petendi (il fondamento della richiesta) non è l’illegittimità dell’atto amministrativo in sé, ma la lesione dell’affidamento del privato, che deriva dalla violazione da parte della P.A. dei principi di correttezza e buona fede, regole di diritto privato. Si tratta di una responsabilità da “contatto qualificato”, che sorge dalla relazione instauratasi tra l’amministrazione e il privato.

Il risarcimento per affidamento legittimo e l’assenza di colpa

Il punto più interessante della decisione riguarda il rapporto tra colpa e risarcimento. La Corte ha chiarito che l’accertamento dell’assenza di colpa della P.A., avvenuto in un diverso giudizio amministrativo, non era vincolante in questo caso, perché relativo a un’altra parte processuale. La Corte d’Appello ha correttamente valutato in autonomia la responsabilità dell’Assessorato nei confronti dell’istituto, basandola sulla lesione dell’affidamento che quest’ultimo aveva riposto nella regolarità della procedura. La quantificazione del danno, ripartito al 50%, è stata considerata una valutazione di merito, insindacabile in sede di legittimità, che tiene conto di un concorso di cause nella produzione del danno.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione distinguendo nettamente il piano della legittimità amministrativa da quello della responsabilità civile. L’annullamento di un atto è una conseguenza della sua illegittimità, ma la richiesta di risarcimento del privato non si fonda su questa illegittimità. Si fonda, invece, sulla delusione della fiducia che la P.A. stessa ha generato con il suo comportamento. La lesione non deriva dal provvedimento favorevole (che è stato poi giustamente annullato), ma dalla fattispecie complessa costituita dall’emanazione di un atto illegittimo, dall’incolpevole affidamento del beneficiario e dal successivo legittimo annullamento.

Per quanto riguarda il ricorso dell’istituto, i giudici hanno precisato che l’effetto dell’annullamento giudiziale è la caducazione dell’atto e, di conseguenza, l’obbligo di restituire le somme indebitamente percepite. Il diritto al risarcimento serve a ristorare le perdite subite per aver confidato in quell’atto, ma non a conservare integralmente il beneficio economico che ne derivava.

Le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, consolida la tutela del cittadino e dell’impresa di fronte all’azione amministrativa, riconoscendo che il risarcimento per affidamento legittimo è un diritto che può sorgere anche quando l’azione della P.A. non è connotata da una colpa grave accertata in sede amministrativa. In secondo luogo, traccia una linea chiara tra la giurisdizione del giudice amministrativo, competente a giudicare della validità degli atti, e quella del giudice civile, chiamato a tutelare le posizioni soggettive lese dal comportamento della P.A., anche quando questo si conforma alle regole del diritto pubblico. Infine, la decisione sottolinea come la quantificazione del danno sia una valutazione fattuale che, se logicamente motivata, non può essere messa in discussione davanti alla Suprema Corte.

A quale giudice spetta decidere sul risarcimento del danno per l’affidamento leso da un provvedimento amministrativo poi annullato?
La competenza è del giudice ordinario. La domanda non si basa sull’illegittimità dell’atto amministrativo, ma sulla violazione da parte della Pubblica Amministrazione delle regole di correttezza e buona fede, che sono principi di diritto privato.

La Pubblica Amministrazione può essere condannata al risarcimento anche se un giudice amministrativo ha escluso la sua colpa?
Sì. La Cassazione ha chiarito che l’esclusione della colpa in un giudizio amministrativo può non essere vincolante in un diverso giudizio civile, specialmente se le parti in causa non sono le stesse. La responsabilità civile per lesione dell’affidamento si fonda sulla violazione del dovere di correttezza, che è un concetto distinto dalla colpa nell’emanazione dell’atto illegittimo.

L’annullamento di un’aggiudicazione di un appalto comporta sempre la restituzione integrale delle somme già percepite dall’impresa?
In linea di principio, l’annullamento dell’atto che costituisce il titolo del pagamento comporta l’obbligo di restituire quanto percepito, in quanto diventa un pagamento indebito. Tuttavia, l’impresa può ottenere, in un separato giudizio, un risarcimento per la lesione del suo legittimo affidamento, che può di fatto ridurre o compensare l’importo da restituire, come avvenuto nel caso di specie dove il risarcimento è stato quantificato nel 50% della somma ricevuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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