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Risarcimento abuso precariato: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al risarcimento per abuso di precariato a un docente che aveva subito una reiterazione di contratti a termine per anni. La Corte ha stabilito che la successiva assunzione a tempo indeterminato, ottenuta tramite il superamento di un concorso pubblico, non elimina il diritto al risarcimento del danno pregresso, in quanto la stabilizzazione non costituisce una sanzione diretta per l’abuso commesso dall’amministrazione.

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Risarcimento Abuso Precariato: Stabilizzazione non esclude il Danno

La questione del precariato nel settore pubblico, e in particolare nella scuola, è da anni al centro di un acceso dibattito giuridico. La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 9049 del 2025, offre un chiarimento fondamentale su un punto cruciale: l’assunzione a tempo indeterminato sana l’abuso subito in passato? La risposta della Corte è netta e consolida un principio di tutela per i lavoratori: il risarcimento per l’abuso del precariato è dovuto anche se il docente viene successivamente stabilizzato tramite concorso. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Anni di Precariato e la Vittoria del Concorso

Un docente di scuola secondaria ha lavorato per la Regione Autonoma Valle d’Aosta con una serie ininterrotta di contratti a tempo determinato dall’anno scolastico 2014/2015 al 2020/2021. Ritenendo illegittima tale reiterazione, ha citato in giudizio l’amministrazione per ottenere il risarcimento del danno. Nelle more del giudizio, il docente ha superato un concorso ed è stato immesso in ruolo a tempo indeterminato.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al lavoratore, riconoscendo l’abuso e condannando la Regione a un risarcimento. L’amministrazione ha però proposto ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente due tesi: primo, che l’abuso non sussisteva perché erano stati banditi concorsi; secondo, che l’avvenuta stabilizzazione del docente aveva comunque ‘sanato’ ogni pretesa risarcitoria.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Risarcimento Abuso Precariato

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’amministrazione, confermando il diritto del docente al risarcimento. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi di grande rilevanza.

L’Inadeguatezza dei Concorsi come Fonte di Abuso

La Corte ha specificato che, per escludere l’abuso, non è sufficiente che l’amministrazione bandisca genericamente dei concorsi. Tali procedure devono essere ‘adeguate’, ovvero devono offrire una concreta possibilità di immissione in ruolo per il personale precario. Nel caso di specie, i concorsi banditi erano riservati a docenti già in possesso del titolo di abilitazione. Tuttavia, per la classe di concorso del ricorrente, l’amministrazione non aveva attivato per anni le necessarie procedure abilitanti. Di conseguenza, i concorsi non rappresentavano una reale via d’uscita dal precariato per quel docente, e la reiterazione dei contratti a termine è stata correttamente qualificata come abusiva.

L’Irrilevanza della Stabilizzazione Meritocratica

Questo è il punto centrale della sentenza. La Cassazione ribadisce il suo orientamento consolidato: l’assunzione a tempo indeterminato ottenuta tramite il superamento di un concorso basato sul merito non cancella il diritto al risarcimento per l’abuso pregresso. La ‘stabilizzazione’, per avere un effetto sanante, dovrebbe essere una misura direttamente collegata all’abuso, quasi una sua conseguenza automatica. Un concorso pubblico, invece, premia il merito individuale del candidato e non è configurabile come una sanzione per il datore di lavoro o una riparazione specifica per l’illegittimità subita dal lavoratore. Pertanto, il danno derivante dall’incertezza e dalla precarietà patite per anni rimane e deve essere risarcito.

Le Motivazioni: Perché la Stabilizzazione non è una Sanzione per l’Abuso

La Corte spiega che il diritto dell’Unione Europea, interpretato dalla Corte di Giustizia, impone agli Stati membri di prevedere misure effettive e dissuasive per prevenire e sanzionare l’abuso dei contratti a termine. Queste misure possono essere la conversione del rapporto a tempo indeterminato, procedure di assunzione certe o il risarcimento del danno.

Una procedura concorsuale ordinaria, accessibile a tutti e basata su una selezione meritocratica, non rientra in questa logica sanzionatoria. Essa è il modo standard di accesso al pubblico impiego e non ha la funzione di rimediare a una precedente condotta illegittima dell’amministrazione. L’immissione in ruolo del docente non è stata l’effetto diretto e immediato dell’abuso, ma il risultato del superamento di una procedura selettiva. Per questo motivo, il diritto al risarcimento del danno (definito ‘eurounitario’) per la pregressa precarietà rimane intatto e autonomo rispetto all’esito del concorso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza n. 9049/2025 rafforza la tutela dei lavoratori precari del settore pubblico. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:

1. Diritto al risarcimento autonomo: Il diritto a ottenere un indennizzo per l’illegittima successione di contratti a termine è indipendente dalla successiva assunzione a tempo indeterminato tramite concorso.
2. Obbligo di concorsi ‘adeguati’: Le pubbliche amministrazioni non possono eludere le proprie responsabilità semplicemente bandendo concorsi. Devono garantire che le procedure selettive siano concretamente accessibili al personale precario, ad esempio attivando i percorsi abilitanti necessari.
3. Tutela contro la precarietà: Viene riaffermato che l’incertezza e l’instabilità lavorativa causate dall’abuso di contratti a termine costituiscono un danno risarcibile, che non viene meno solo perché, a un certo punto, il lavoratore riesce a ottenere un posto fisso grazie ai propri meriti.

La successiva assunzione a tempo indeterminato tramite concorso annulla il diritto al risarcimento del danno per l’abuso di contratti a termine?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’immissione in ruolo ottenuta superando un concorso ordinario e meritocratico non elimina il diritto al risarcimento per il precedente abuso. La stabilizzazione non è considerata un effetto diretto e sanzionatorio dell’abuso, ma una conseguenza del merito del lavoratore.

Quando si configura un abuso nella successione di contratti a termine nel settore scolastico?
Si configura un abuso quando l’Amministrazione reitera i contratti a tempo determinato senza bandire, con cadenza regolare (triennale), concorsi ‘adeguati’. Un concorso non è adeguato se, ad esempio, richiede un’abilitazione che i docenti precari non hanno potuto conseguire per la mancata attivazione delle relative procedure da parte della stessa Amministrazione.

Il fatto che un docente non abbia il titolo di abilitazione esclude il suo diritto al risarcimento?
No, non lo esclude se la mancanza dell’abilitazione non è imputabile al docente. Se l’Amministrazione non ha attivato le procedure per consentire il conseguimento dell’abilitazione, la sua assenza non può essere usata per negare il risarcimento del danno derivante dall’illegittima reiterazione dei contratti a termine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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