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Risarcimento abuso precariato: la Cassazione chiarisce

Un’infermiera, dopo anni di contratti a termine con un’azienda sanitaria pubblica, veniva assunta a tempo indeterminato tramite concorso. L’azienda sosteneva che ciò annullasse il diritto a un indennizzo. La Corte di Cassazione ha respinto tale tesi, chiarendo che vincere un concorso non costituisce un rimedio diretto per il passato illecito. La Corte ha quindi confermato il diritto al risarcimento per l’abuso di precariato, poiché l’assunzione non aveva l’effetto sanzionatorio richiesto dalla normativa europea per la precedente condotta illegittima.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Abuso Precariato: Assunzione Definitiva e Diritto al Danno

L’assunzione a tempo indeterminato sana l’illegittimità di una lunga serie di contratti a termine? A questa domanda cruciale, la Corte di Cassazione ha dato una risposta chiara con l’ordinanza n. 20123/2024, confermando il diritto al risarcimento abuso precariato anche per i lavoratori del pubblico impiego che ottengono il posto fisso tramite concorso. Questa decisione consolida un principio fondamentale a tutela dei lavoratori contro l’uso abusivo dei contratti a termine da parte della Pubblica Amministrazione.

I Fatti del Caso: Dalla Precarietà alla Stabilizzazione

Una lavoratrice, impiegata come infermiera presso un’azienda sanitaria pubblica con una successione di contratti a tempo determinato, aveva avviato un’azione legale. L’obiettivo era duplice: ottenere la conversione del suo rapporto di lavoro in uno a tempo indeterminato e un risarcimento per i danni subiti a causa della precarizzazione.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva respinto le sue richieste, la Corte d’Appello aveva riconosciuto il suo diritto a un risarcimento, quantificato in sei mensilità dell’ultima retribuzione. Un dettaglio fondamentale è che, durante il giudizio d’appello, la lavoratrice era stata assunta a tempo indeterminato dalla stessa azienda sanitaria, dopo aver superato una procedura concorsuale.

L’azienda sanitaria ha quindi impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo che l’avvenuta assunzione definitiva rappresentasse una misura pienamente satisfattiva, tale da annullare qualsiasi ulteriore pretesa risarcitoria.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’azienda sanitaria, confermando la sentenza d’appello. La decisione si fonda su una distinzione netta tra l’assunzione ottenuta tramite il superamento di un concorso pubblico e le procedure di “stabilizzazione” specificamente volte a sanare il precariato.

Secondo gli Ermellini, l’assunzione a seguito di un concorso non cancella l’illecito commesso in precedenza dall’amministrazione. Pertanto, il diritto del lavoratore a ottenere un indennizzo per l’abuso subito rimane intatto.

Le Motivazioni: Il Principio del Risarcimento per Abuso di Precariato

Le motivazioni della Corte sono cruciali per comprendere la portata della decisione e il rafforzamento della tutela dei lavoratori pubblici.

Concorso Pubblico vs. Stabilizzazione Sanatoria

Il punto centrale del ragionamento della Cassazione è la differenza tra due percorsi che portano al lavoro a tempo indeterminato.
– La stabilizzazione è una misura legislativa specifica, creata per rimediare a situazioni di precariato prolungato. Essa ha un effetto riparatorio diretto, poiché la sua finalità è proprio quella di sanare l’abuso commesso dall’ente pubblico.
– L’assunzione tramite procedura concorsuale, anche se riservata in parte a personale già precario, è un evento diverso. Non è una misura sanzionatoria o riparatoria per l’abuso, ma il risultato del merito individuale del candidato che ha superato una selezione pubblica. Non esiste, quindi, una correlazione diretta tra l’abuso subito e l’assunzione ottenuta.

Il Danno Comunitario e la Tutela del Lavoratore

La Corte ha ribadito un principio consolidato, derivante dal diritto dell’Unione Europea (in particolare dalla Direttiva 1999/70/CE): l’abuso nella reiterazione di contratti a termine genera un “danno comunitario”. Questo danno è presunto, il che significa che il lavoratore non ha l’onere di dimostrare di aver subito un pregiudizio concreto. La perdita di chance e l’incertezza lavorativa sono considerate dannose di per sé.
Di conseguenza, anche se il lavoratore viene successivamente assunto a tempo indeterminato tramite concorso, l’illecito passato deve comunque essere sanzionato e il danno ristorato. L’assunzione non è una “sanatoria” sufficiente secondo i principi europei.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza n. 20123/2024 della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni pratiche:
1. Tutela Rafforzata: I lavoratori del settore pubblico che hanno subito un abuso di contratti a termine possono richiedere il risarcimento del danno anche se, nel frattempo, hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato vincendo un concorso.
2. Responsabilità della P.A.: Le pubbliche amministrazioni non possono considerare l’assunzione tramite concorso come un modo per “cancellare” le proprie responsabilità per la pregressa gestione illegittima del personale precario.
3. Diritto al Risarcimento Presunto: Il diritto al risarcimento per il “danno comunitario” non richiede una prova specifica da parte del lavoratore, ma viene liquidato in via equitativa dal giudice, solitamente sulla base di un’indennità onnicomprensiva come previsto dalla normativa.

L’assunzione a tempo indeterminato dopo aver vinto un concorso pubblico cancella il diritto al risarcimento per il precedente abuso di contratti a termine?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’assunzione tramite concorso è il risultato del merito individuale e non costituisce una misura riparatoria o sanzionatoria per l’abuso pregresso. Pertanto, il diritto al risarcimento del danno per la precarizzazione subita rimane intatto.

Per ottenere il risarcimento per l’abuso di contratti a termine nel pubblico impiego, il lavoratore deve provare un danno specifico?
No. La giurisprudenza consolidata, richiamata nell’ordinanza, afferma che l’abuso genera un “danno comunitario” presunto. Ciò significa che il lavoratore non è tenuto a fornire la prova di un pregiudizio specifico, poiché il danno è insito nella condizione di incertezza e nella perdita di opportunità causate dalla reiterazione illegittima dei contratti.

Qual è la differenza tra una “stabilizzazione” e un’assunzione tramite “procedura concorsuale” ai fini del risarcimento del danno?
La “stabilizzazione” è una procedura specifica volta a sanare l’abuso di precariato e può avere un’efficacia riparatoria dell’illecito. L’assunzione tramite “procedura concorsuale”, invece, è una modalità ordinaria di reclutamento basata sul merito che non ha lo scopo di rimediare a un illecito passato. Per questo motivo, solo la prima può, in certi casi, escludere o ridurre il diritto a un ulteriore risarcimento, mentre la seconda non influisce su tale diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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