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Riposo consecutivo: Cassazione su orario frazionato

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a un’azienda della grande distribuzione per la violazione del riposo consecutivo di 11 ore per i suoi dipendenti. Il ricorso dell’azienda è stato rigettato perché le argomentazioni principali, relative a un presunto orario di lavoro frazionato, sono state presentate tardivamente nel processo, violando le preclusioni procedurali. La Corte ha ribadito che le difese devono essere sollevate fin dal primo grado di giudizio.

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Il riposo consecutivo è inderogabile: la Cassazione fa chiarezza

Il diritto al riposo consecutivo del lavoratore è un pilastro della normativa a tutela della salute e sicurezza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza di questo principio, sottolineando al contempo le rigide regole processuali che le aziende devono seguire per difendersi efficacemente in giudizio. La sentenza offre spunti cruciali sull’onere di allegazione e sulle conseguenze di una difesa tardiva.

I fatti di causa: la violazione del riposo minimo giornaliero

Una nota catena della grande distribuzione veniva sanzionata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro per la violazione dell’art. 7 del D.Lgs. 66/2003. L’accusa era di non aver garantito a 15 dei suoi dipendenti il limite minimo di 11 ore di riposo consecutivo nell’arco delle 24 ore. La violazione era emersa dall’analisi dei cartellini marcatempo e dalle dichiarazioni raccolte durante l’ispezione. L’azienda si opponeva all’ordinanza ingiunzione, ma la sua opposizione veniva respinta sia in primo grado sia dalla Corte d’Appello.

La difesa dell’azienda e il ricorso in Cassazione

L’azienda decideva di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su diversi motivi. Tra i principali:

1. Vizi formali: Si lamentava che l’ordinanza e i verbali ispettivi non fossero sufficientemente motivati e non indicassero il responsabile del procedimento, in violazione della legge sul procedimento amministrativo (L. 241/1990).
2. Orario frazionato: Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente considerato come nuova, e quindi inammissibile, l’eccezione secondo cui i dipendenti osservavano un orario di lavoro frazionato, che a dire dell’azienda li esimeva dal rispetto del limite di riposo.
3. Applicabilità della norma: Si argomentava che la norma sul riposo consecutivo si applicasse solo a prestazioni lavorative ad orario pieno di 8 ore giornaliere, e non ai turni spezzati.

Le motivazioni della Suprema Corte: la centralità delle regole processuali

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso in ogni sua parte, ritenendolo in parte infondato e in parte inammissibile. La Corte ha chiarito che, in tema di sanzioni amministrative, la legge speciale (L. 689/1981) prevale su quella generale (L. 241/1990), e non richiede l’indicazione del responsabile del procedimento, essendo sufficiente che gli atti consentano al sanzionato di comprendere le accuse e difendersi.

Il punto cruciale della decisione riguarda però i motivi legati all’orario frazionato. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del processo del lavoro: il sistema delle preclusioni e decadenze. Gli opponenti avevano l’onere di allegare tutte le circostanze di fatto a loro difesa fin dal primo atto del giudizio. L’aver sollevato la questione dell’orario frazionato solo in appello è stato considerato tardivo. La semplice produzione di documenti in primo grado, senza una specifica e tempestiva argomentazione sui fatti che da essi emergono, non è sufficiente a introdurre validamente una linea difensiva.

Le conclusioni: la difesa va impostata fin da subito

La decisione della Cassazione è un monito per tutte le aziende: la strategia difensiva contro un verbale ispettivo o un’ordinanza ingiunzione deve essere completa e tempestiva. Non è possibile introdurre nuovi argomenti di fatto nei gradi successivi del giudizio. Il diritto al riposo consecutivo è tutelato con forza dalla legge, e le eccezioni alla sua applicazione devono essere non solo provate, ma anche correttamente e tempestivamente allegate nel processo, pena l’inammissibilità. In assenza di una difesa puntuale fin dal primo grado, anche argomenti potenzialmente validi nel merito sono destinati a fallire.

Perché l’argomento dell’azienda sull’orario di lavoro frazionato è stato respinto?
È stato respinto perché considerato tardivo. Nel rito del lavoro, tutte le circostanze di fatto a sostegno della propria difesa devono essere introdotte nel ricorso introduttivo del primo grado di giudizio. Aver sollevato la questione solo in appello viola il principio delle preclusioni processuali.

La legge sul procedimento amministrativo (L. 241/1990) si applica integralmente alle sanzioni amministrative del lavoro?
No. La Corte ha specificato che la normativa speciale in materia di sanzioni amministrative (Legge n. 689/1981) prevale su quella generale. Pertanto, i vizi formali devono essere valutati alla luce della legge speciale, che offre garanzie adeguate senza richiedere, ad esempio, l’indicazione del responsabile del procedimento nell’ordinanza ingiunzione.

Qual è la regola generale per il riposo giornaliero di un lavoratore?
La regola generale, stabilita dall’art. 7 del d.lgs. n. 66 del 2003, prevede che il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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