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Riposo autotrasportatori e sanzioni: parla la Cassazione

Un autotrasportatore e la sua azienda hanno contestato una multa per violazione delle norme sul riposo autotrasportatori. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che gli Ispettori del Lavoro hanno competenza a sanzionare. Ha inoltre chiarito che attività come il carico e scarico merci non costituiscono una pausa valida, la quale deve essere un periodo di inattività totale e correttamente registrata sul cronotachigrafo.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riposo Autotrasportatori: Carico e Scarico Non Sono Pausa

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali in materia di riposo autotrasportatori, chiarendo la natura delle pause e la competenza degli organi di controllo. Questa decisione è cruciale per le aziende di trasporto e per i conducenti, poiché definisce nettamente cosa sia considerato riposo e cosa rientri invece nell’orario di lavoro, con importanti conseguenze sulle sanzioni.

I Fatti del Caso: una Multa Contestata

Il caso ha origine da un verbale di accertamento emesso dalla Direzione Territoriale del Lavoro nei confronti di un conducente e del responsabile in solido. La contestazione riguardava la violazione dell’art. 7 del Regolamento CE n. 561/2006, per non aver effettuato i corretti periodi di pausa dalla guida in diverse giornate. I ricorrenti hanno impugnato il verbale sostenendo, tra le altre cose, che l’Ispettorato del Lavoro non avesse la competenza per irrogare sanzioni in materia di circolazione stradale e che le pause erano state effettuate ma non registrate correttamente. Inoltre, contestavano che il tempo dedicato ad attività come il carico e scarico merci fosse stato erroneamente conteggiato.

La Competenza degli Ispettori sul Riposo Autotrasportatori

Uno dei punti chiave del ricorso era la presunta incompetenza degli Ispettori del Lavoro. La Cassazione ha respinto con fermezza questa tesi. La Corte ha ricordato che la normativa sui tempi di guida e riposo persegue una duplice finalità: garantire la sicurezza stradale e tutelare le condizioni di lavoro dei conducenti. L’articolo 174 del Codice della Strada conferisce esplicitamente poteri di controllo non solo agli organi di polizia stradale ma anche agli ispettori del lavoro. Si tratta, quindi, di una competenza concorrente e complementare, finalizzata a una tutela più efficace.

Cosa si Intende per “Pausa” e “Interruzione”

Il cuore della decisione riguarda la definizione di “pausa”. Secondo i ricorrenti, le brevi interruzioni per le operazioni di carico e scarico merci avrebbero dovuto essere considerate ai fini del calcolo del riposo. La Corte di Cassazione ha chiarito, rifacendosi alla normativa europea (Reg. CE n. 561/2006), che per “interruzione” si intende «un periodo in cui il conducente non può guidare o svolgere altre mansioni e che serve unicamente al suo riposo». Qualsiasi attività lavorativa, inclusi il carico e lo scarico, la pulizia del veicolo o la gestione dei documenti di trasporto, rientra nelle “altre mansioni” e, pertanto, deve essere inclusa nel calcolo del tempo di lavoro, non di riposo. La pausa, per essere valida, deve consistere in un periodo di inattività totale.

L’Obbligo di Corretta Registrazione sul Cronotachigrafo

Un altro argomento dei ricorrenti era che le pause non erano state registrate perché l’autista aveva rimosso la scheda dal cronotachigrafo allontanandosi dal mezzo. Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La normativa, in particolare il Regolamento (CEE) n. 3821/85, impone al conducente un preciso onere di documentazione. Quando ci si allontana dal veicolo e non è possibile utilizzare l’apparecchio di controllo, il conducente deve provvedere ad annotare manualmente, sull’apposito supporto, tutte le attività svolte, comprese le pause. La mancata registrazione rende le interruzioni non provate e, di conseguenza, irrilevanti ai fini del rispetto della normativa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha motivato il rigetto del ricorso basandosi su un’interpretazione sistematica e finalistica della normativa comunitaria e nazionale. Ha sottolineato che le regole sul riposo autotrasportatori sono poste a presidio di interessi primari come la sicurezza di tutti gli utenti della strada e la salute dei lavoratori. Pertanto, gli obblighi di riposo e di corretta documentazione non ammettono deroghe o interpretazioni estensive. La decisione ha implicitamente rigettato anche la richiesta di applicare una tolleranza nel calcolo, confermando che il tempo dedicato ad attività lavorative diverse dalla guida non può mai essere considerato come riposo.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso. Per le aziende di autotrasporto e i conducenti, le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Le pause sono solo riposo: Qualsiasi attività lavorativa interrompe la pausa. I conducenti devono essere in una condizione di totale inattività.
2. Registrazione meticolosa: È fondamentale documentare ogni attività, incluse le pause effettuate lontano dal veicolo, tramite annotazioni manuali sul disco o sulla scheda del cronotachigrafo.
3. Doppio controllo: Le imprese devono essere consapevoli che i controlli possono essere effettuati sia dalla polizia stradale sia dagli Ispettori del Lavoro, ciascuno per le proprie competenze convergenti.

Gli ispettori del lavoro possono multare un camionista per violazioni relative ai tempi di guida e riposo?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la normativa persegue sia la sicurezza stradale sia la tutela del lavoratore. Pertanto, gli Ispettori del Lavoro hanno piena competenza a controllare e sanzionare le violazioni in materia di tempi di guida e di riposo, parallelamente agli organi di polizia stradale.

Il tempo impiegato per caricare e scaricare la merce vale come periodo di riposo per l’autista?
No. La normativa europea definisce l’interruzione (pausa) come un periodo in cui il conducente non guida e non svolge altre mansioni, servendo unicamente al suo riposo. Le attività di carico e scarico sono considerate “altre mansioni” e fanno parte dell’orario di lavoro, non del tempo di riposo.

Cosa succede se un autista si allontana dal camion e non registra manualmente la pausa sul cronotachigrafo?
La pausa non viene considerata valida. È un onere preciso del conducente documentare correttamente tutti i periodi di attività e di riposo. Se si allontana dal veicolo e non può usare il cronotachigrafo, deve effettuare un’annotazione manuale. In assenza di tale registrazione, le interruzioni non sono considerate provate e la violazione sussiste.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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