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Ripartizione spese condominiali: serve la delibera?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34206/2024, ha stabilito che un condominio può ottenere un decreto ingiuntivo per riscuotere le spese straordinarie anche senza una specifica delibera che approvi il piano di riparto. La Corte ha chiarito che l’obbligo di pagamento sorge già con l’approvazione dei lavori. La delibera sulla ripartizione spese condominiali è necessaria solo per ottenere l’immediata esecutività del decreto, ma la sua assenza non invalida la richiesta di pagamento.

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Ripartizione Spese Condominiali: Quando Serve Davvero l’Approvazione del Piano?

La gestione delle spese condominiali, specialmente quelle straordinarie, è spesso fonte di contenziosi. Una domanda cruciale per amministratori e condomini è: per richiedere il pagamento delle quote a un condomino moroso, è sempre indispensabile avere una delibera assembleare che approvi specificamente il piano di ripartizione spese condominiali? Con la recente ordinanza n. 34206 del 2024, la Corte di Cassazione offre un chiarimento fondamentale, distinguendo tra l’approvazione dei lavori e l’approvazione del riparto, e delineando gli strumenti a disposizione dell’amministratore.

I Fatti del Caso

Un Condominio otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti di un condomino per il mancato pagamento di una somma cospicua, relativa a lavori straordinari. Il condomino si opponeva, sostenendo, tra le altre cose, la mancanza di una valida delibera di approvazione del piano di riparto delle spese. Mentre il Tribunale di primo grado accoglieva l’opposizione del condomino, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, ritenendo sufficiente la delibera che approvava i lavori e il rendiconto finale, dal quale risultavano le somme dovute. Il caso è quindi giunto all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del condomino, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire un principio chiave del diritto condominiale: l’obbligazione di contribuire alle spese sorge con la delibera che approva i lavori, mentre il piano di riparto ha una funzione prevalentemente dichiarativa.

Le motivazioni: Ripartizione spese condominiali e natura della delibera

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra il momento costitutivo dell’obbligazione e quello meramente dichiarativo. La Corte spiega che la delibera assembleare che approva un intervento di manutenzione straordinaria ha un duplice oggetto:
1. L’approvazione della spesa: L’assemblea riconosce la necessità dell’intervento e ne approva il costo. Questo è l’atto che fa nascere l’obbligazione per ogni condomino di contribuire. Ha quindi valore costitutivo del debito.
2. La ripartizione della spesa: Questa suddivisione avviene secondo criteri preesistenti, stabiliti dalla legge (le tabelle millesimali, art. 1123 c.c.) o da una convenzione tra i condomini. Il piano di riparto, quindi, non crea un nuovo obbligo, ma si limita a tradurre in termini aritmetici un rapporto di valore già esistente. Ha valore puramente dichiarativo.

Sulla base di questa distinzione, la Cassazione chiarisce che l’approvazione formale del piano di riparto è una condizione indispensabile solo per ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo ai sensi dell’art. 63 delle disposizioni di attuazione del codice civile. Questo tipo di decreto consente all’amministratore di avviare immediatamente l’esecuzione forzata sui beni del moroso.

Tuttavia, anche in assenza di un piano di riparto approvato, l’amministratore non è privo di tutela. Egli può comunque agire per il recupero del credito ottenendo un decreto ingiuntivo non provvisoriamente esecutivo, poiché il credito del condominio è comunque certo, liquido ed esigibile in virtù della delibera che ha approvato i lavori e sulla base delle tabelle millesimali.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche per Amministratori e Condomini

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Per gli amministratori, significa che la strada per il recupero crediti non è preclusa dalla mancanza di una delibera specifica sul piano di riparto. La delibera di approvazione dei lavori è di per sé sufficiente a fondare la pretesa di pagamento. Per i condomini, invece, ne deriva che l’opposizione a un decreto ingiuntivo basata unicamente sull’assenza dell’approvazione del piano di riparto ha scarse probabilità di successo. L’obbligo di pagare la propria quota sorge nel momento in cui l’assemblea decide di effettuare i lavori, e la sua quantificazione è un’operazione matematica basata su criteri legali o convenzionali ben definiti.

È sempre necessaria una delibera che approvi il piano di riparto per chiedere il pagamento delle spese condominiali?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligo di pagamento sorge con la delibera che approva i lavori. L’approvazione specifica del piano di riparto è necessaria solo per ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, ma non per richiederne uno non provvisoriamente esecutivo.

Qual è la differenza tra la delibera che approva i lavori e quella che approva la ripartizione delle spese?
La delibera che approva i lavori ha valore costitutivo, cioè fa nascere l’obbligo di contribuzione per ogni condomino. La delibera che approva la ripartizione delle spese ha valore puramente dichiarativo, in quanto si limita ad applicare criteri di calcolo (come le tabelle millesimali) già stabiliti dalla legge o da una convenzione.

Un condomino può opporsi a un decreto ingiuntivo sostenendo che manca il piano di riparto approvato?
Sì, può opporsi, ma questa specifica motivazione ha poche possibilità di essere accolta per invalidare il credito. La Corte ha chiarito che il credito del condominio è fondato sulla delibera di approvazione dei lavori. L’assenza di un piano di riparto approvato incide solo sulla possibilità per il condominio di ottenere un’esecuzione immediata, non sulla fondatezza della pretesa di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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