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Ripartizione spese condominiali: il regolamento vince

Una condomina ha impugnato una delibera che le addebitava costi per la manutenzione di tetti di edifici da cui non traeva utilità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo la prevalenza del regolamento condominiale di natura contrattuale. Tale regolamento, accettato da tutti i proprietari al momento dell’acquisto, prevedeva una singola tabella millesimale per ogni tipo di spesa, derogando legittimamente ai criteri legali sulla ripartizione spese condominiali basati sull’uso differenziato.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Ripartizione Spese Condominiali: Quando il Regolamento Prevale sulla Legge

La ripartizione spese condominiali è una delle questioni più dibattute e complesse nella vita di un condominio. Spesso ci si chiede se si debba pagare per la manutenzione di una parte comune che, di fatto, non si utilizza. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: la forza vincolante di un regolamento condominiale di natura contrattuale, che può legittimamente prevalere sui criteri stabiliti dal Codice Civile.

I Fatti del Caso: Una Spesa Contestata

Una condomina, proprietaria di un appartamento e garage in un complesso immobiliare, ha impugnato una delibera condominiale. La delibera approvava il consuntivo delle spese per l’installazione di “linee vita” sui tetti di sette palazzine multipiano del condominio. La proprietaria sosteneva di non dover contribuire a tale spesa, in quanto la sua unità immobiliare era situata in un edificio separato, di un solo piano, non interessato dall’intervento. La sua contestazione si basava sull’articolo 1123 del Codice Civile, che prevede una ripartizione delle spese in base all’uso che ciascun condomino può fare della cosa comune.

Il Regolamento Condominiale e la Ripartizione Spese Condominiali

Il Condominio si è difeso sostenendo l’esistenza di un regolamento condominiale di natura contrattuale, predisposto dal costruttore originario e richiamato in tutti gli atti di compravendita. Questo regolamento includeva un’unica tabella millesimale per la suddivisione di qualsiasi spesa relativa alla conservazione delle parti comuni, derogando espressamente agli articoli 1123, 1125 e 1126 del Codice Civile. Secondo il Condominio, l’accettazione di tale regolamento all’atto dell’acquisto rendeva legittima la delibera impugnata, che si limitava ad applicare le regole pattuite.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al Condominio, confermando che il criterio di riparto stabilito nel regolamento contrattuale era stato validamente accettato da tutti gli acquirenti.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla Ripartizione Spese Condominiali

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha rigettato il ricorso della condomina, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione risiede nel principio, consolidato in giurisprudenza, secondo cui la disciplina legale della ripartizione spese condominiali è, in linea di principio, derogabile.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha chiarito che una convenzione che modifica i criteri legali di riparto delle spese è pienamente legittima se contenuta in un regolamento condominiale di natura “contrattuale”. Tale natura si ha quando il regolamento è stato approvato da tutti i condomini, come nel caso in cui venga predisposto dal costruttore e poi accettato da ogni acquirente nel proprio atto di compravendita.
Nel caso specifico, il sistema di riparto era governato da tabelle contrattuali che prevedevano un’unica tabella millesimale per l’intero condominio, senza distinzioni basate sull’uso. La delibera, quindi, non ha fatto altro che dare esecuzione a un accordo preesistente e vincolante per tutti. La Corte ha richiamato un proprio precedente in materia di spese per l’ascensore, affermando che queste possono essere poste a carico anche di chi non ne usufruisce se il regolamento condominiale lo prevede espressamente in deroga all’art. 1123 c.c. Pertanto, la delibera che imponeva alla proprietaria di contribuire all’installazione delle linee vita, pur non beneficiandone direttamente, era legittima perché conforme al regolamento condominiale contrattualmente accettato.

Conclusioni: Cosa Imparare da Questa Ordinanza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi vive in condominio: l’importanza di leggere attentamente il regolamento condominiale allegato o richiamato nell’atto di acquisto. Se tale regolamento ha natura contrattuale, le sue clausole sulla ripartizione delle spese prevalgono sulle norme generali del Codice Civile. Un condomino potrebbe quindi essere chiamato a contribuire a spese per parti comuni da cui non trae un’utilità diretta o paritaria, se così è stato stabilito e accettato al momento dell’acquisto. La volontà delle parti, cristallizzata nel regolamento, diventa la legge del condominio.

Un regolamento condominiale può obbligarmi a pagare per un servizio o un bene comune che non uso?
Sì, può farlo a condizione che si tratti di un regolamento di natura “contrattuale”, ovvero approvato all’unanimità da tutti i condomini o predisposto dal costruttore e accettato da ogni acquirente nel proprio atto di acquisto. In tal caso, le sue clausole possono legittimamente derogare ai criteri legali basati sull’uso.

Come si determina se un regolamento condominiale è di natura contrattuale?
Un regolamento è contrattuale quando è stato accettato da tutti i proprietari. Questo avviene tipicamente in due modi: o viene predisposto dall’originario unico proprietario/costruttore e viene espressamente richiamato e accettato nei singoli atti di compravendita, oppure viene approvato in un secondo momento con il consenso unanime di tutti i condomini.

La ripartizione spese condominiali basata su un’unica tabella millesimale è sempre legittima?
Non sempre. La legge (art. 1123 c.c.) prevede criteri diversificati, come l’uso potenziale. Tuttavia, se un regolamento contrattuale stabilisce che tutte le spese, senza eccezioni, debbano essere ripartite secondo un’unica tabella millesimale di proprietà, tale convenzione è considerata legittima e vincolante per tutti i condomini che l’hanno accettata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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