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Ripartizione della giurisdizione: il caso del G.A.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4044/2024, si è pronunciata sul tema della ripartizione della giurisdizione in una controversia tra un Comune e alcuni privati per il risarcimento dei danni da occupazione di un terreno. Nonostante l’occupazione fosse avvenuta di fatto e la dichiarazione di pubblica utilità fosse scaduta, la Corte ha stabilito la giurisdizione del giudice amministrativo, poiché il comportamento dell’amministrazione era comunque riconducibile, anche solo indirettamente, all’esercizio di un potere pubblico iniziale.

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Ripartizione della Giurisdizione: Giudice Amministrativo Competente Anche in Caso di Occupazione Illegittima

La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato un’importante questione sulla ripartizione della giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo in materia di risarcimento danni per occupazione di suoli privati da parte della Pubblica Amministrazione. Con l’ordinanza qui in esame, ha chiarito che la giurisdizione spetta al giudice amministrativo anche quando l’azione della P.A. sia avvenuta in assenza di un titolo valido, purché sia riconducibile, anche solo in via mediata, all’esercizio di un potere pubblico.

I Fatti del Caso: La Costruzione di una Palestra su Terreno Privato

Il caso trae origine dalla domanda di risarcimento danni avanzata da alcuni proprietari terrieri nei confronti di un Comune. L’ente pubblico aveva occupato un loro terreno per realizzare una palestra comunale. Sebbene nel 1990 fosse stata emessa una dichiarazione di pubblica utilità, che fissava un termine per il completamento dei lavori e della procedura espropriativa, l’opera era stata portata a termine solo molti anni dopo, ben oltre il termine previsto. Di conseguenza, la dichiarazione di pubblica utilità aveva perso la sua efficacia. I proprietari, ritenendo di aver subito un’occupazione illegittima (o ‘usurpativa’), si erano rivolti al giudice ordinario per ottenere il risarcimento del danno per la perdita del loro immobile.

La Questione Giuridica e la Ripartizione della Giurisdizione

Il Comune si era difeso eccependo, tra le altre cose, il difetto di giurisdizione del giudice ordinario. Secondo l’ente, la controversia doveva essere decisa dal giudice amministrativo, poiché l’intera vicenda era comunque scaturita da un’attività della Pubblica Amministrazione legata alla realizzazione di un’opera pubblica e avviata in forza di un (seppur poi divenuto inefficace) atto di potere. La Corte d’Appello aveva respinto tale eccezione, qualificando la fattispecie come occupazione usurpativa e confermando la giurisdizione ordinaria. Il Comune ha quindi proposto ricorso per cassazione, incentrato principalmente sulla questione della ripartizione della giurisdizione.

L’Evoluzione Normativa e Giurisprudenziale

Per comprendere la decisione della Corte, è necessario considerare l’evoluzione della normativa e della giurisprudenza in materia. La legislazione (in particolare il D.Lgs. 80/1998 e successive modifiche) e le sentenze della Corte Costituzionale (nn. 204/2004 e 191/2006) hanno progressivamente delineato i confini della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia urbanistica ed edilizia. Il punto focale è diventato il collegamento, diretto o indiretto, del comportamento della P.A. con l’esercizio di un potere pubblico. Se tale collegamento esiste, la giurisdizione è amministrativa; in caso contrario, quando la P.A. agisce come un qualsiasi privato (in carenza assoluta di potere), la giurisdizione resta al giudice ordinario.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso del Comune, dichiarando la giurisdizione del giudice amministrativo. Il ragionamento dei giudici si fonda su un principio consolidato dalle Sezioni Unite: le controversie risarcitorie relative a occupazioni illegittime, preordinate all’espropriazione e realizzate in presenza di un concreto esercizio del potere, rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Ciò che conta non è la legittimità o l’efficacia finale degli atti, ma la riconducibilità del comportamento illecito della P.A. all’esercizio di un pubblico potere. Nel caso di specie, l’adozione iniziale della dichiarazione di pubblica utilità, per quanto poi scaduta, costituisce quel ‘gancio’ sufficiente a radicare la controversia nella materia urbanistico-edilizia, di competenza del giudice amministrativo. La successiva inefficacia del titolo o le modalità di fatto dell’occupazione non sono sufficienti a spostare la giurisdizione. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, affermando che la causa dovrà essere riassunta davanti al tribunale amministrativo competente.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale per la ripartizione della giurisdizione: per determinare il giudice competente non bisogna guardare solo all’illegittimità del comportamento della P.A., ma alla sua origine. Se l’azione dell’ente, pur concretizzandosi in un’occupazione di fatto, è iniziata nell’ambito di un procedimento amministrativo volto alla realizzazione di un’opera pubblica (come dimostra l’esistenza di una dichiarazione di pubblica utilità), la controversia per il risarcimento del danno appartiene alla cognizione del giudice amministrativo. Questa decisione fornisce un criterio chiaro per distinguere tra occupazione ‘usurpativa’ pura, di competenza del giudice ordinario, e occupazione ‘espropriativa’ illecita, di competenza del giudice amministrativo.

A quale giudice spetta la causa per risarcimento danni se un Comune occupa un terreno sulla base di una dichiarazione di pubblica utilità poi scaduta?
La causa spetta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, poiché il comportamento dell’amministrazione è riconducibile all’esercizio di un potere pubblico, anche se il titolo (la dichiarazione di pubblica utilità) è successivamente divenuto inefficace.

Perché la giurisdizione è del giudice amministrativo anche se l’occupazione è avvenuta ‘per le vie di fatto’?
Perché, secondo la Corte, ciò che rileva è il collegamento, anche solo mediato e indiretto, del comportamento illecito della Pubblica Amministrazione con l’esercizio di un potere pubblico. L’adozione iniziale della dichiarazione di pubblica utilità costituisce questo collegamento, radicando la controversia nella materia urbanistica di competenza amministrativa.

La scadenza dei termini della dichiarazione di pubblica utilità sposta la giurisdizione al giudice ordinario?
No, la sopravvenuta inefficacia del titolo legittimante l’espropriazione non è considerata una circostanza sufficiente a modificare la giurisdizione, la quale si determina in base alla natura della controversia, legata all’esercizio iniziale del potere pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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