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Rinuncia ricorso cassazione e spese legali compensate

Un dirigente pubblico ha presentato ricorso in Cassazione per una questione legata alla retribuzione di anzianità. Prima dell’udienza, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, accogliendo la rinuncia, ha dichiarato estinto il giudizio. In via eccezionale, ha disposto la compensazione integrale delle spese legali tra le parti, motivando la decisione sulla base della novità della questione giuridica, già riconosciuta in un precedente caso analogo.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia Ricorso Cassazione: Analisi di un Caso di Compensazione delle Spese

La decisione di presentare un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio per molte controversie. Tuttavia, il percorso processuale può interrompersi prima della decisione finale. Un esempio significativo è la rinuncia ricorso cassazione, un atto che pone fine al giudizio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illumina le conseguenze di tale scelta, in particolare per quanto riguarda la ripartizione delle spese legali.

I Fatti del Caso: Dalla Sentenza di Merito alla Decisione di Rinuncia

La vicenda ha origine dalla domanda di un dirigente di un’amministrazione regionale. Il dirigente aveva ottenuto, con una precedente sentenza passata in giudicato, il diritto a una maggiorazione della sua retribuzione individuale di anzianità (R.I.A.). Successivamente, però, la norma regionale che consentiva tale maggiorazione è stata dichiarata incostituzionale.

Di fronte al blocco dell’erogazione dei maggiori importi, il dirigente si è rivolto nuovamente al giudice per far valere il suo diritto basato sulla precedente sentenza. La Corte d’Appello ha respinto la sua richiesta, affermando che gli effetti del giudicato non potevano estendersi nel futuro dopo che la norma sottostante era stata rimossa dall’ordinamento. Contro questa decisione, il dirigente ha proposto ricorso in Cassazione.

L’Epilogo in Cassazione: Analisi della Rinuncia Ricorso Cassazione

Prima della data fissata per la trattazione del caso, il ricorrente ha compiuto un passo decisivo: ha depositato un atto di rinuncia ricorso cassazione. In tale atto, ha anche richiesto la compensazione delle spese del giudizio di legittimità. Questa richiesta non era casuale, ma si fondava su un precedente della stessa Corte (Cass. n. 1954 del 2023) che, in un caso del tutto analogo, aveva disposto la compensazione delle spese a causa della “novità della questione” trattata.

Le Motivazioni della Corte: Perché Compensare le Spese?

La Corte di Cassazione ha innanzitutto preso atto della rinuncia, dichiarando formalmente l’estinzione del giudizio. Il punto cruciale della decisione, tuttavia, risiede nella statuizione sulle spese legali.

I giudici hanno accolto la richiesta di compensazione, condividendo le argomentazioni del ricorrente. Hanno ritenuto che le ragioni che avevano portato alla compensazione nel precedente citato fossero pienamente applicabili anche a questo caso. La questione giuridica sottesa al ricorso era complessa e di nuova trattazione giurisprudenziale al momento della sua proposizione. L’esistenza di un orientamento consolidatosi solo di recente giustificava, secondo la Corte, la deroga al principio generale della soccombenza, portando a una equa ripartizione dei costi processuali tra le parti. Di conseguenza, il giudizio si è concluso senza una condanna alle spese per la parte che ha rinunciato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza offre due importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la rinuncia ricorso cassazione è uno strumento efficace per chiudere un contenzioso, specialmente quando le probabilità di successo si riducono a seguito di nuovi orientamenti giurisprudenziali. In secondo luogo, e più importante, chiarisce che la rinuncia non comporta automaticamente la condanna alle spese. Se il ricorso era stato promosso sulla base di questioni giuridiche oggettivamente incerte o nuove, è possibile ottenere la compensazione delle spese, evitando ulteriori oneri economici. Infine, la Corte ha specificato che l’estinzione del processo per rinuncia non fa scattare l’obbligo del raddoppio del contributo unificato, un’ulteriore conseguenza positiva per il rinunciante.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
Il giudizio di Cassazione si estingue. Questo significa che il procedimento si conclude senza che la Corte emetta una decisione sul merito del ricorso, e la sentenza impugnata diventa definitiva.

In caso di rinuncia al ricorso, chi paga le spese legali?
Generalmente, la parte che rinuncia dovrebbe sostenere le spese legali della controparte. Tuttavia, come dimostra questo caso, la Corte può decidere per la compensazione (ogni parte paga le proprie spese) se sussistono gravi ed eccezionali ragioni, come la novità della questione giuridica trattata.

La rinuncia al ricorso comporta il raddoppio del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che l’estinzione del processo per rinuncia è un’ipotesi non contemplata dalla norma che prevede il raddoppio del contributo unificato, pertanto tale sanzione non si applica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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