Rinuncia agli Atti del Giudizio: Le Conseguenze sulle Spese Legali
La rinuncia agli atti del giudizio rappresenta uno strumento processuale con cui una parte decide di porre fine a una causa da essa stessa intentata. Sebbene possa sembrare una semplice via d’uscita da una controversia, le sue implicazioni, soprattutto in termini di costi, non devono essere sottovalutate. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce proprio su questo aspetto, chiarendo chi debba farsi carico delle spese legali quando un procedimento si estingue in questo modo.
I Fatti di Causa
Il caso in esame vedeva contrapposta una nota società di trasporti ad un gruppo di suoi lavoratori. La società aveva impugnato una sentenza di secondo grado, portando la controversia dinanzi alla Corte di Cassazione. I lavoratori, a loro volta, si erano costituiti in giudizio presentando un controricorso per difendere la decisione a loro favorevole.
A un certo punto del procedimento, alla luce di un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, alla società è stata notificata una proposta di definizione agevolata della controversia. Inizialmente, l’azienda si era opposta, chiedendo una decisione nel merito. Tuttavia, in un secondo momento, ha cambiato strategia e ha formalizzato la rinuncia al ricorso, accettando di fatto la conformità della proposta all’orientamento della Corte.
La Posizione dei Lavoratori
I lavoratori, tramite i loro legali, hanno preso atto della rinuncia della società. Pur non opponendosi all’estinzione del giudizio, hanno però insistito affinché la Corte condannasse la controparte al pagamento delle spese legali sostenute per difendersi in Cassazione, chiedendone la distrazione in favore dei propri avvocati.
Le Conseguenze della Rinuncia agli Atti del Giudizio
La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia del ricorrente e dell’accettazione non condizionata dei controricorrenti, non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del giudizio. La questione centrale, a questo punto, è diventata quella relativa alla regolamentazione delle spese processuali.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha stabilito che la rinuncia agli atti comporta una responsabilità per le spese in capo alla parte rinunciante. Il principio è chiaro: chi decide di abbandonare un’azione legale deve farsi carico dei costi che la sua iniziativa ha generato per la controparte. Quest’ultima, infatti, è stata costretta a sostenere delle spese per difendersi in un giudizio che poi non è giunto a una conclusione di merito.
Di conseguenza, il Collegio ha condannato la società di trasporti a rimborsare le spese di lite ai lavoratori. L’importo è stato liquidato in:
* Euro 4.500 per compensi professionali;
* Euro 200 per esborsi;
* Oltre al 15% per spese generali e altri accessori di legge.
Inoltre, accogliendo la richiesta dei difensori dei lavoratori, la Corte ha disposto la “distrazione” delle spese. Ciò significa che la somma dovuta dalla società dovrà essere pagata direttamente agli avvocati dei resistenti, i quali avevano dichiarato di aver anticipato i costi e di non aver ancora ricevuto il loro compenso.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: la scelta di rinunciare a un giudizio non è priva di conseguenze economiche. La parte che rinuncia è, di norma, tenuta a ristorare la controparte delle spese legali sostenute. La decisione di abbandonare una causa deve quindi essere ponderata attentamente, considerando non solo le probabilità di successo, ma anche i costi certi che ne deriveranno. La “distrazione delle spese” si conferma inoltre un’importante tutela per gli avvocati, garantendo loro di ricevere il pagamento per l’attività professionale svolta.
Cosa succede quando una parte rinuncia agli atti del giudizio?
Il giudizio si estingue, ovvero si conclude senza una decisione sul merito della questione.
Chi paga le spese legali in caso di rinuncia agli atti del giudizio?
Salvo diverso accordo tra le parti, la parte che rinuncia è tenuta a pagare le spese legali sostenute dalle altre parti fino al momento della rinuncia.
Cosa significa ‘distrazione delle spese’?
Significa che il giudice ordina alla parte condannata di pagare le spese legali direttamente all’avvocato della controparte, il quale ha dichiarato di aver anticipato le spese e di non aver ricevuto il proprio compenso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 23433 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 23433 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 17/08/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 21847/2023 R.G. proposto da :
RAGIONE_SOCIALE elettivamente domiciliato in MILANO INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE che lo rappresenta e difende
-ricorrente-
RAGIONE_SOCIALE elettivamente domiciliato in MILANO INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE che lo rappresenta e difende
-ricorrente-
contro
COGNOME COGNOME COGNOME COGNOME COGNOME COGNOME, COGNOME, elettivamente domiciliati in VARESE INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE che li rappresenta e difende unitamente all’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE
-controricorrenti-
nonchè contro COGNOME COGNOME COGNOME COGNOME
-intimati- avverso SENTENZA di CORTE D’APPELLO MILANO n. 538/2023 depositata il 11/05/2023.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 04/06/2025 dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO CHE:
Trenitalia impugnava la sentenza in epigrafe ed i lavoratori resistevano con controricorso.
Veniva quindi notificata alle parti proposta di definizione agevolata della controversia con il rigetto dello stesso. Trenitalia dapprima faceva opposizione instando per la decisione; successivamente rinunciava agli atti del giudizio, prendendo atto della conformità della proposta all’orientamento che si era consolidato in sede di
legittimità. I lavoratori prendevano atto della rinuncia ed insistevano per la condanna alle spese di lite, con distrazione.
Il Collegio, all’esito della camera di consiglio, si è riservato il termine di giorni sessanta per il deposito del provvedimento.
CONSIDERATO CHE:
Deve dichiararsi estinto il giudizio all’esito della rinuncia agli atti del ricorrente.
Sussiste la responsabilità per le spese della rinunciante e le spese, liquidate come da dispositivo, devono essere distratte.
Dichiara estinto il giudizio.
Condanna la ricorrente al pagamento delle spese di lite, che si liquidano in euro 4.500 per compensi professionali ed euro 200 per esborsi, oltre a spese generali al 15% ed accessori come per legge, con distrazione.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 4 giugno 2025.