Rinuncia al ricorso: la Cassazione dichiara l’estinzione del processo
La rinuncia al ricorso è un istituto fondamentale del diritto processuale che consente a una parte di porre fine volontariamente a un giudizio di impugnazione. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione, sezione Lavoro, ci offre un esempio chiaro e didattico delle conseguenze dirette di tale atto: l’immediata estinzione del processo. Analizziamo insieme i dettagli di questa vicenda processuale.
I Fatti del Caso
Una società, precedentemente sottoposta a una misura di confisca definitiva ai sensi della normativa antimafia, aveva impugnato una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. La società aveva quindi presentato un ricorso per cassazione, portando la controversia davanti alla Suprema Corte per ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado.
Tuttavia, in un momento successivo alla presentazione del ricorso, la stessa società ha cambiato strategia processuale, depositando un atto formale di rinuncia al ricorso. Di fronte a questa manifestazione di volontà, la controparte, composta da diversi soggetti privati, non si era costituita in giudizio, rimanendo quindi inattiva nel procedimento davanti alla Cassazione.
La Decisione della Corte e gli effetti della Rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione, riunitasi in camera di consiglio, ha preso atto della sopravvenuta rinuncia. La decisione è stata diretta e consequenziale: il processo è stato dichiarato estinto. Questo significa che i giudici non sono entrati nel merito dei motivi di ricorso presentati dalla società, né hanno valutato la correttezza o meno della sentenza della Corte d’Appello.
Le Motivazioni
La motivazione alla base di questa decisione è estremamente lineare e fondata su un principio cardine del diritto processuale. La rinuncia al ricorso è un atto dispositivo con cui la parte che ha promosso l’impugnazione manifesta in modo inequivocabile la volontà di non proseguire il giudizio. Una volta che tale rinuncia viene formalizzata, il potere/dovere del giudice di decidere sulla controversia viene meno.
Il compito della Corte, in questo scenario, si limita a una semplice presa d’atto. I giudici devono verificare che la rinuncia sia stata validamente presentata e, una volta accertatolo, non possono fare altro che dichiarare l’estinzione del processo. Qualsiasi valutazione sui motivi del ricorso diventerebbe superflua e non dovuta. L’ordinanza sottolinea inoltre che, data la situazione, non vi era luogo a provvedere sulle spese processuali, lasciando quindi ogni parte a farsi carico delle proprie.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame ribadisce un concetto fondamentale: la rinuncia al ricorso è un atto che produce un effetto estintivo immediato sul processo. La principale conseguenza pratica per la parte rinunciante è che la sentenza impugnata diventa definitiva e non più contestabile. È una scelta strategica che chiude irrevocabilmente la porta a ulteriori gradi di giudizio. Per gli operatori del diritto, questo caso serve come promemoria della natura dispositiva del processo civile, in cui la volontà delle parti può determinare in modo decisivo le sorti del giudizio.
Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione prende atto della rinuncia e dichiara l’estinzione del processo, senza esaminare i motivi del ricorso.
La Corte decide nel merito della questione dopo una rinuncia?
No, l’atto di rinuncia impedisce ai giudici di pronunciarsi nel merito. Il loro compito si limita a dichiarare la fine del procedimento.
Cosa ha deciso la Corte riguardo alle spese legali in questo caso?
La Corte ha stabilito che nulla dovesse essere disposto in merito alle spese processuali, lasciando che ogni parte sostenesse i propri costi.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 13119 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 13119 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 16/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 5457/2023 r.g., proposto da
RAGIONE_SOCIALE sottoposta alla misura della confisca definitiva (art. 12 sexies della legge n. 356/1992), in persona del legale rappresentante pro tempore , elett. dom.to in INDIRIZZO Roma, rappresentato e difeso dall’avv. NOME COGNOME.
ricorrente
contro
NOMECOGNOME COGNOME NOMECOGNOME NOMECOGNOME COGNOME NOME, COGNOME NOMECOGNOME COGNOME NOMECOGNOME NOME, COGNOME NOMECOGNOME NOMECOGNOME AntonioCOGNOME NOME COGNOME
intimati
avverso la sentenza della Corte d’Appello di Napoli n. 4005/2022 pubblicata in data 14/11/2022, n.r.g. 1438/2018.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del giorno 11/03/2025 dal Consigliere dott. NOME COGNOME
RILEVATO CHE
Avverso la sentenza d’appello indicata in epigrafe RAGIONE_SOCIALE sottoposta alla misura della confisca definitiva (art. 12 sexies della legge n. 356/1992), ha proposto ricorso per cassazione.
OGGETTO:
NOME e gli altri indicati in epigrafe sono rimasti intimati.
La ricorrente ha poi depositato rinunzia.
CONSIDERATO CHE
E’ intervenuta rinunzia al ricorso, sicché va dichiarata l’estinzione del processo.
Nulla va disposto sulle spese.
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il processo.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della sezione lavoro, in