LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio

Una società agricola ha presentato ricorso contro un decreto del Tribunale. Successivamente, ha effettuato la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e della mancata costituzione della controparte, ha dichiarato l’estinzione del giudizio senza disporre sulle spese.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al ricorso: come e perché si estingue un procedimento in Cassazione

La rinuncia al ricorso è uno strumento processuale che consente a una parte di abbandonare l’impugnazione precedentemente avviata. Questa scelta determina la fine del procedimento, ma le conseguenze, specialmente per quanto riguarda le spese legali, possono variare. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce cosa accade quando alla rinuncia si accompagna la mancata costituzione della controparte, portando a una declaratoria di estinzione del giudizio.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da una società agricola contro un decreto emesso dal Tribunale di Treviso. Il decreto era sfavorevole alla società e riguardava una controversia con un’altra azienda agricola, dichiarata fallita e in liquidazione. La società ricorrente aveva quindi deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione per ottenere una riforma della decisione.

Tuttavia, in un momento successivo alla presentazione del ricorso, la stessa società ha cambiato strategia. Con un atto formale datato 29 aprile 2024, ha comunicato alla Corte la propria volontà di rinunciare al ricorso, di fatto ponendo fine alla propria iniziativa giudiziaria.

La Decisione della Corte e gli Effetti della Rinuncia al Ricorso

La Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio, ha preso atto della volontà della parte ricorrente. L’elemento decisivo, oltre alla rinuncia stessa, è stato un altro fattore processuale: la controparte, ovvero l’azienda in liquidazione, non si era mai formalmente costituita nel giudizio di Cassazione. Questo significa che non aveva depositato atti difensivi né nominato un avvocato per resistere al ricorso.

Sulla base di questi due elementi – la rinuncia al ricorso da un lato e la mancata costituzione della parte resistente dall’altro – la Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Questa decisione pone fine in modo definitivo al procedimento dinanzi alla Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza è concisa ma giuridicamente solida, fondandosi sull’articolo 391 del Codice di Procedura Civile. La norma disciplina proprio gli effetti della rinuncia nel giudizio di Cassazione. Il Collegio ha osservato che la rinuncia della ricorrente è l’atto che innesca l’estinzione del processo. Inoltre, poiché la parte resistente non si era costituita, non aveva partecipato attivamente al giudizio e, di conseguenza, non aveva sostenuto spese legali per difendersi in quella sede. Pertanto, la Corte ha stabilito che non era necessario adottare alcuna statuizione sulle spese di lite. In sostanza, ogni parte si fa carico delle proprie spese, e la vicenda si chiude senza ulteriori conseguenze economiche per la rinunciante.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre un chiaro esempio delle implicazioni pratiche della rinuncia al ricorso. Questo atto non solo chiude il contenzioso, ma, se la controparte non ha ancora partecipato attivamente al giudizio, può evitare alla parte rinunciante la condanna al pagamento delle spese legali. La decisione evidenzia l’importanza della tempestività delle scelte processuali: una rinuncia effettuata prima che la controparte si costituisca in giudizio semplifica notevolmente la chiusura della lite, rendendola più rapida ed economicamente vantaggiosa per chi decide di non proseguire con l’impugnazione.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso per Cassazione?
La rinuncia determina l’estinzione del giudizio, ovvero la sua chiusura definitiva senza che la Corte si pronunci sul merito della questione.

Perché la Corte non ha deciso sulle spese di lite?
La Corte non ha emesso alcuna statuizione sulle spese perché la parte resistente (la controparte) non si era costituita in giudizio. Di conseguenza, non avendo partecipato al procedimento di Cassazione, non aveva sostenuto costi che potessero essere rimborsati.

Qual è il fondamento normativo per dichiarare estinto il giudizio in questo caso?
Il fondamento è l’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, che regola specificamente la rinuncia al ricorso e i suoi effetti nel giudizio di Cassazione, prevedendo l’estinzione del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati