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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio

Una lunga controversia su diritti di servitù e proprietà di un terrazzo, giunta fino in Cassazione dopo vari gradi di giudizio, si conclude con la rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti. La Corte Suprema, prendendo atto dell’accettazione della controparte, dichiara l’estinzione del giudizio senza pronunciarsi sulle spese, come previsto dal codice di procedura civile.

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Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando il Processo si Estingue

La rinuncia al ricorso è un atto processuale di fondamentale importanza che può porre fine a una controversia legale anche quando questa ha raggiunto il suo grado più alto, la Corte di Cassazione. Questo strumento consente alla parte che ha promosso l’impugnazione di abbandonarla, determinando, in presenza di specifiche condizioni, l’estinzione dell’intero giudizio. Un’ordinanza recente della Suprema Corte offre un chiaro esempio delle conseguenze pratiche di tale decisione.

I Fatti della Causa: Una Lunga Controversia Immobiliare

Il caso trae origine da una complessa disputa immobiliare iniziata anni fa. I proprietari di un appartamento avevano citato in giudizio i vicini per accertare che questi non avessero alcun diritto di servitù o altro diritto reale su un terrazzo di loro proprietà. La controversia si è allargata, coinvolgendo questioni testamentarie, diritti di usufrutto e la richiesta, da parte dei convenuti, di veder riconosciuta una servitù di passaggio sul terrazzo e sulla scala centrale per accedere al loro immobile situato a un piano superiore.

Il percorso legale è stato lungo e articolato:
1. Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione ai proprietari del terrazzo, negando l’esistenza di qualsiasi servitù.
2. La Corte d’Appello aveva confermato la decisione di primo grado.
3. La Corte di Cassazione, con una prima sentenza, aveva parzialmente accolto il ricorso dei vicini, annullando la decisione d’appello e rinviando la causa a un’altra sezione della stessa Corte per una nuova valutazione.
4. La Corte del rinvio, riformando parzialmente la sentenza iniziale, aveva infine riconosciuto l’esistenza di una servitù di passaggio a favore dell’appartamento dei vicini.

È contro quest’ultima decisione che i proprietari del terrazzo hanno presentato un nuovo ricorso in Cassazione.

La Decisiva Rinuncia al Ricorso in Appello

Il colpo di scena è arrivato quando, prima dell’udienza di discussione, i ricorrenti hanno depositato un atto di rinuncia al ricorso. Pochi giorni dopo, la controparte ha depositato un atto di accettazione di tale rinuncia. Questo evento ha cambiato radicalmente le sorti del processo. Il Procuratore Generale, infatti, ha concluso chiedendo alla Corte di dichiarare l’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta, dichiarando estinto il giudizio. La motivazione si fonda su un principio chiaro del diritto processuale, sancito dall’art. 391 del codice di procedura civile. La norma stabilisce che la rinuncia al ricorso, seguita dall’accettazione della controparte, determina l’estinzione del processo. Questo meccanismo processuale assorbe e supera ogni altra questione di merito.

Un aspetto rilevante sottolineato dalla Corte riguarda le spese legali. L’accettazione della rinuncia, infatti, esonera il giudice dalla statuizione sulle spese. Ciò significa che la Corte non deve decidere chi debba pagare i costi del giudizio di Cassazione, i quali, di regola, restano a carico della parte che ha rinunciato, salvo diversi accordi privati tra le parti.

Infine, l’ordinanza chiarisce che la forma del provvedimento che dichiara l’estinzione è, appunto, l’ordinanza, anche se la decisione viene presa all’esito di una pubblica udienza, conformemente a un consolidato orientamento delle Sezioni Unite.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia

La decisione della Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso ha conseguenze definitive. In pratica, la controversia si chiude permanentemente. La sentenza impugnata, ovvero quella della Corte del rinvio che aveva riconosciuto la servitù di passaggio, diventa definitiva e non più contestabile. Le parti sono quindi liberate dall’incertezza di un ulteriore verdetto e la situazione giuridica definita dall’ultima sentenza di merito si consolida. Questo caso dimostra come la volontà delle parti, attraverso gli istituti della rinuncia e dell’accettazione, possa prevalere sulla prosecuzione del contenzioso, ponendo fine a una lunga e costosa battaglia legale.

Cosa comporta la rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene accettata dalla controparte, o se quest’ultima non ha interesse alla prosecuzione del giudizio, il processo si estingue. Questo significa che il procedimento termina senza una decisione sul merito da parte della Corte di Cassazione.

Chi paga le spese processuali in caso di rinuncia accettata?
Come specificato nell’ordinanza, l’accettazione della rinuncia esonera la Corte dal decidere sulle spese. Di conseguenza, non vi è una condanna alle spese nel provvedimento, e queste rimangono regolate secondo gli accordi tra le parti o, in assenza, a carico del rinunciante.

Perché la Corte decide con un’ordinanza e non con una sentenza?
La Corte adotta la forma dell’ordinanza perché si tratta di un provvedimento che regola il processo, dichiarandone l’estinzione, e non decide nel merito della controversia. Questa prassi è consolidata dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite della Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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