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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio

Una dipendente pubblica, dopo aver perso in appello una causa per il riconoscimento di mansioni superiori, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha presentato una formale rinuncia al ricorso, che è stata accettata dall’ente pubblico resistente. La Corte di Cassazione, di conseguenza, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza emettere provvedimenti sulle spese legali o sul raddoppio del contributo unificato, in applicazione delle norme processuali.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio: Analisi di un Caso Pratico

La rinuncia al ricorso è un atto processuale con cui una parte decide di abbandonare l’impugnazione presentata. Questo gesto, se accettato dalla controparte, ha conseguenze definitive sull’esito del procedimento, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Analizziamo un caso che illustra chiaramente come l’estinzione del giudizio derivi direttamente da questa scelta.

I Fatti di Causa

Una dipendente di un’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) aveva avviato una causa per ottenere il riconoscimento economico corrispondente a mansioni superiori, specificamente quelle di direttore di struttura complessa, svolte a partire dal febbraio 2010.

Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva accolto la sua domanda. Tuttavia, la decisione è stata ribaltata dalla Corte d’Appello che, accogliendo l’appello principale dell’ASP e rigettando quello incidentale della lavoratrice, ha respinto le sue richieste.

Contro la sentenza d’appello, la dipendente ha proposto ricorso per cassazione, portando la controversia dinanzi alla Suprema Corte.

Il Ricorso in Cassazione e la Rinuncia al Ricorso

Il percorso del giudizio in Cassazione ha preso una svolta inaspettata. Prima che la Corte potesse esaminare nel merito i motivi del ricorso, la ricorrente ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto è stato a sua volta formalmente accettato dall’Azienda Sanitaria, la parte controricorrente.

Questo passaggio è cruciale: la combinazione della rinuncia di una parte e dell’accettazione dell’altra attiva un meccanismo specifico previsto dal codice di procedura civile.

Le Conseguenze della Rinuncia Accettata

L’articolo 390 del codice di procedura civile stabilisce che la parte può rinunciare al ricorso finché non sia cominciata la relazione all’udienza, o la discussione. La rinuncia deve essere notificata alle altre parti e, se accettata, produce l’estinzione del procedimento.

L’articolo 391, a sua volta, chiarisce che sulla rinuncia la Corte provvede con ordinanza e che il rinunciante deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo. Tuttavia, nel caso specifico, la Corte non ha disposto nulla sulle spese.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni dell’ordinanza della Cassazione sono dirette e consequenziali. La Corte ha preso atto della formale rinuncia al ricorso da parte della dipendente e della successiva accettazione da parte dell’ASP.

Di fronte a questi due atti formali, il destino del processo era segnato. La Corte non ha dovuto far altro che applicare la legge, dichiarando l’estinzione del giudizio. Non essendoci una decisione nel merito né una soccombenza, la Corte ha specificato che non vi erano i presupposti per disporre provvedimenti sulle spese legali né per il cosiddetto ‘raddoppio del contributo unificato’, una sanzione prevista per chi perde l’impugnazione.

Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia un importante aspetto della procedura civile: la volontà delle parti può determinare la fine del processo. La rinuncia al ricorso, quando accettata dalla controparte, porta all’immediata estinzione del giudizio. La Corte Suprema, in questi casi, non entra nel merito della controversia ma si limita a un ruolo notarile, certificando la chiusura del procedimento. Ciò dimostra come, anche nell’ultimo grado di giudizio, le parti mantengano il potere di porre fine alla lite, evitando una pronuncia definitiva e le relative conseguenze economiche in termini di spese processuali.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la parte che ha presentato il ricorso (ricorrente) vi rinuncia e la controparte (controricorrente) accetta tale rinuncia, il giudizio si estingue. La Corte di Cassazione, quindi, non emette una sentenza sul merito della questione, ma dichiara semplicemente chiuso il processo.

In caso di rinuncia al ricorso, chi paga le spese legali?
Secondo l’articolo 391 c.p.c., il rinunciante dovrebbe rimborsare le spese. Tuttavia, nel caso specifico esaminato, la Corte non ha emesso alcun provvedimento sulle spese, probabilmente a seguito di un accordo implicito o esplicito tra le parti che l’accettazione della rinuncia sottintendeva.

Viene applicato il raddoppio del contributo unificato se il giudizio si estingue per rinuncia?
No. Come specificato nell’ordinanza, in caso di estinzione del giudizio per rinuncia accettata, non si applica il raddoppio del contributo unificato, poiché manca il presupposto della soccombenza, ovvero una parte che ha perso l’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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