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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo

Una struttura sanitaria e una compagnia assicurativa hanno interrotto il loro contenzioso in Cassazione tramite una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema, prendendo atto dell’accordo, ha dichiarato estinto il giudizio. La decisione chiarisce un principio fondamentale: in caso di rinuncia al ricorso, non si applica il raddoppio del contributo unificato, poiché tale sanzione è prevista solo per i casi di rigetto o inammissibilità e non può essere estesa a un atto volontario che conclude il processo.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando si Evita il Raddoppio del Contributo Unificato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce un chiarimento cruciale sulle conseguenze fiscali della rinuncia al ricorso. Con la decisione in commento, la Suprema Corte ha stabilito che l’estinzione del giudizio a seguito di rinuncia non comporta l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato. Si tratta di un principio importante che offre certezza alle parti che decidono di porre fine a una lite pendente davanti ai giudici di legittimità.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tra una Struttura Sanitaria e una Compagnia Assicurativa. Inizialmente, il Tribunale aveva condannato l’assicurazione a tenere indenne la struttura sanitaria da una richiesta di risarcimento danni, rigettando l’eccezione della compagnia basata sull’inoperatività di una polizza con clausola claims made.

Successivamente, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione di primo grado. I giudici di secondo grado avevano infatti ritenuto valida ed efficace la clausola claims made, accogliendo l’appello della compagnia assicurativa e revocando la condanna al risarcimento.

Contro questa sentenza, la Struttura Sanitaria aveva proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, prima della discussione in camera di consiglio, la ricorrente depositava un atto di rinuncia, prontamente accettato dalla controricorrente assicurazione, con un accordo sulla compensazione delle spese legali.

L’Effetto della Rinuncia al Ricorso sul Contributo Unificato

Il cuore della decisione della Cassazione non riguarda il merito della clausola assicurativa, ma le conseguenze procedurali e fiscali della rinuncia al ricorso. La Corte ha semplicemente preso atto dell’accordo tra le parti e ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Il punto di maggiore interesse risiede nella precisazione relativa al raddoppio del contributo unificato.

La normativa (art. 13, comma 1 quater, del d.P.R. n. 115 del 2002) prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione poi respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, è tenuta a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato dovuto per l’impugnazione stessa. Si tratta di una misura con finalità sanzionatoria, volta a scoraggiare le impugnazioni pretestuose.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato in modo inequivocabile le ragioni per cui tale sanzione non si applica in caso di estinzione del giudizio per rinuncia. La motivazione si basa sulla natura eccezionale e sanzionatoria della norma. I giudici hanno ribadito che l’obbligo del doppio versamento si applica solo ai casi tipici e tassativamente indicati dalla legge: il rigetto, l’inammissibilità o l’improcedibilità dell’impugnazione.

La rinuncia, essendo un atto volontario che porta all’estinzione del processo, non rientra in nessuna di queste categorie. Trattandosi di una norma “lato sensu sanzionatoria”, essa è di stretta interpretazione e non può essere applicata per analogia o in via estensiva a fattispecie non espressamente previste, come appunto la rinuncia concordata tra le parti.

le conclusioni

La decisione della Suprema Corte consolida un orientamento giurisprudenziale importante e offre una guida chiara per avvocati e parti processuali. La conclusione è netta: la scelta di porre fine a un contenzioso attraverso la rinuncia al ricorso in Cassazione non espone il ricorrente al rischio di dover pagare il doppio del contributo unificato. Questa certezza giuridica favorisce la composizione bonaria delle liti anche nella fase più avanzata del giudizio, consentendo alle parti di trovare un accordo senza il timore di ulteriori oneri fiscali sanzionatori.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
Il giudizio viene dichiarato estinto, il che significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito della questione.

In caso di rinuncia al ricorso, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica quando il giudizio si estingue per rinuncia.

Perché il raddoppio del contributo unificato non si applica alla rinuncia?
Perché la norma che prevede il raddoppio ha carattere sanzionatorio e si applica solo ai casi specifici di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. Essendo di stretta interpretazione, non può essere estesa a un atto volontario come la rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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