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Rinuncia al ricorso: niente costi e sanzioni extra

Un lavoratore ha presentato rinuncia al ricorso in Cassazione contro un Comune. L’ente ha accettato la rinuncia. La Corte ha dichiarato estinto il giudizio, specificando che, in caso di accettazione della rinuncia al ricorso, non si procede alla condanna alle spese né si applica il raddoppio del contributo unificato, misura riservata solo ai casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità.

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Rinuncia al Ricorso: la Cassazione chiarisce su Spese e Raddoppio del Contributo

La rinuncia al ricorso è un istituto processuale che consente di porre fine a un contenzioso in modo anticipato. Ma quali sono le conseguenze pratiche, specialmente riguardo alle spese legali e alle sanzioni come il raddoppio del contributo unificato? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali, stabilendo che se la rinuncia è accettata dalla controparte, il processo si estingue senza alcuna condanna alle spese e senza l’applicazione di sanzioni aggiuntive.

I Fatti del Caso: Dal Contenzioso alla Rinuncia

La vicenda nasce da una controversia tra un lavoratore e un Comune. Dopo una sentenza della Corte d’Appello, il lavoratore aveva deciso di presentare ricorso per Cassazione. Tuttavia, prima della discussione, il suo legale ha depositato un atto di rinuncia al ricorso, corredato da una procura speciale che lo autorizzava a tale atto.

Pochi giorni dopo, anche il legale del Comune ha depositato una dichiarazione di adesione alla rinuncia, manifestando così l’accettazione da parte dell’ente pubblico. A questo punto, la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi non sul merito della questione, ma sugli effetti di questi due atti processuali.

La Decisione: Estinzione del Giudizio

La Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. La decisione si fonda sull’articolo 306 del codice di procedura civile, il quale stabilisce che il processo si estingue per rinuncia agli atti del giudizio quando questa viene accettata dalle altre parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione.

L’ordinanza sottolinea un punto cruciale: l’accettazione della rinuncia da parte del controricorrente (il Comune) è determinante per la regolamentazione delle spese processuali. Di conseguenza, il Collegio ha preso atto dell’accordo tra le parti per porre fine alla lite.

Le Motivazioni: L’Effetto dell’Accettazione sulle Spese Legali

La Corte ha spiegato che, ai sensi dell’articolo 391 del codice di procedura civile, l’accettazione della rinuncia ha un’incidenza diretta e unica sulla regolamentazione delle spese. Se la rinuncia non fosse stata accettata, il giudice avrebbe potuto condannare la parte rinunciante al pagamento delle spese sostenute dalla controparte.

Tuttavia, poiché in questo caso la controricorrente ha espressamente aderito alla rinuncia, trova applicazione il quarto comma dello stesso articolo 391. Questa norma prevede che, in caso di accettazione, non vi è luogo a provvedere sulle spese. In pratica, l’accordo tra le parti sulla chiusura del processo neutralizza la questione delle spese legali, lasciando che ciascuna parte si faccia carico delle proprie.

Le Conclusioni: No al Raddoppio del Contributo con la Rinuncia al Ricorso

Un aspetto di grande rilevanza pratica affrontato dalla Corte riguarda il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”. Si tratta di una misura sanzionatoria che obbliga la parte la cui impugnazione viene respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato iniziale.

La Cassazione ha escluso categoricamente che questa sanzione possa essere applicata in caso di estinzione del giudizio per rinuncia. La motivazione è stringente: il raddoppio del contributo è una misura eccezionale e di natura punitiva, applicabile solo nei casi tassativamente previsti dalla legge. Essendo una norma di stretta interpretazione, non può essere estesa per analogia a situazioni diverse, come appunto la rinuncia al ricorso. Pertanto, la parte che rinuncia, con l’accordo della controparte, non solo evita una possibile condanna alle spese, ma si mette anche al riparo da questa sanzione pecuniaria.

Cosa succede quando una parte effettua una rinuncia al ricorso e la controparte la accetta?
In base all’art. 306 del codice di procedura civile, quando la rinuncia viene accettata, il processo si estingue, ovvero si chiude definitivamente senza una decisione nel merito.

In caso di rinuncia al ricorso accettata, la parte che ha rinunciato deve pagare le spese legali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, ai sensi dell’art. 391, comma 4, del codice di procedura civile, se la rinuncia è espressamente accettata dalla controparte, non si procede alla condanna alle spese.

Si applica il raddoppio del contributo unificato se il giudizio si estingue per rinuncia al ricorso?
No. L’ordinanza specifica che il raddoppio del contributo unificato è una misura sanzionatoria che si applica solo nei casi tipici di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione e non può essere estesa ai casi di estinzione per rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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