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Rinuncia al ricorso: l’estinzione del processo

Una garante, condannata in appello al pagamento di una somma ingente, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, le parti raggiungono un accordo e presentano una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte dichiara estinto il giudizio, chiarendo che in caso di rinuncia non si applica il raddoppio del contributo unificato e non vi è statuizione sulle spese, data l’accettazione della controparte.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Come Porta all’Estinzione del Giudizio

La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale che consente di porre fine a una controversia in modo consensuale, evitando i tempi e i costi di un giudizio di legittimità. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce le importanti conseguenze di questa scelta, in particolare per quanto riguarda le spese legali e il versamento del doppio contributo unificato. Analizziamo insieme la vicenda per comprendere la portata pratica di questa decisione.

Il Contesto della Controversia

Il caso nasce da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di una persona fisica, in qualità di fideiussore di una società immobiliare in liquidazione. La Corte aveva condannato la garante a pagare, in solido con la società, una somma di circa 133.000 euro a una società di gestione patrimoniale, subentrata nei diritti di un istituto di credito originario. Ritenendo ingiusta la sentenza, la garante aveva deciso di presentare ricorso per Cassazione.

L’Accordo tra le Parti e la Rinuncia al Ricorso

Durante il giudizio di legittimità, le parti costituite (la ricorrente e la società controricorrente) hanno trovato un accordo. Questo ha portato al deposito di un atto congiunto con cui dichiaravano di rinunciare agli atti del giudizio. La rinuncia al ricorso, prevista dall’art. 390 del Codice di procedura civile, è un atto con cui la parte che ha promosso l’impugnazione manifesta la volontà di non proseguirla, determinando, se accettata dalle altre parti costituite, la fine del processo.

La Decisione della Cassazione sulla Rinuncia al Ricorso

Preso atto della ritualità della rinuncia e dell’accettazione della controparte, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio. La decisione della Corte non si è limitata a questa presa d’atto, ma ha fornito chiarimenti fondamentali su due aspetti economici cruciali del processo.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni alla base dell’ordinanza sono di natura strettamente procedurale ma con rilevanti impatti pratici. In primo luogo, la Corte ha stabilito che non vi era luogo a provvedere sulle spese di giudizio. Questo perché l’accettazione della rinuncia da parte della controricorrente implicava un accordo sostanziale tra le parti, che verosimilmente includeva anche la regolamentazione delle spese legali.

In secondo luogo, e questo è il punto più significativo, la Corte ha escluso l’obbligo per la ricorrente di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato per il ricorso. Tale sanzione, prevista dall’art. 13, comma 1-quater, del Testo Unico sulle spese di giustizia, si applica solo quando l’impugnazione è respinta integralmente, dichiarata inammissibile o improcedibile. La Corte, richiamando una propria precedente pronuncia (Cass. n. 23175/2015), ha ribadito che la rinuncia al ricorso non rientra in questi casi e, pertanto, non fa scattare l’obbligo del raddoppio del contributo.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la rinuncia al ricorso è una via d’uscita strategica ed efficiente per chiudere una lite pendente in Cassazione. La decisione offre due importanti vantaggi pratici: permette di evitare una pronuncia sulle spese di lite, lasciando che siano le parti a regolarle nel loro accordo, e, soprattutto, esclude con certezza l’applicazione della sanzione del raddoppio del contributo unificato. Questa chiarezza offre alle parti uno strumento negoziale più forte per raggiungere accordi transattivi, con la sicurezza di non incorrere in ulteriori e significative spese processuali.

Cosa succede se le parti si accordano e presentano una rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il giudizio viene dichiarato estinto, ponendo fine alla causa senza una decisione sul merito della questione.

In caso di rinuncia al ricorso, la parte che ha impugnato deve pagare le spese legali alla controparte?
Non automaticamente. Nell’ordinanza in esame, la Corte non ha disposto nulla sulle spese, poiché la rinuncia è stata accettata dalla controparte, il che implica un accordo tra le parti che generalmente comprende anche la gestione dei costi legali.

La rinuncia al ricorso comporta il pagamento del doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un importo ulteriore pari al contributo unificato non si applica nei casi di estinzione del giudizio per rinuncia, ma solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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