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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali

Un privato cittadino, dopo aver presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello, ha deciso di ritirarlo. La Suprema Corte, verificata la regolarità formale dell’atto, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. La decisione sulla rinuncia al ricorso ha comportato anche la condanna del cittadino al pagamento delle spese legali sostenute dalla controparte, un condominio.

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Rinuncia al ricorso in Cassazione: Come funziona e quali sono le conseguenze

Intraprendere un percorso legale fino alla Corte di Cassazione è un passo significativo, ma cosa succede se, per svariate ragioni, si decide di non proseguire? La rinuncia al ricorso è un istituto giuridico che permette proprio questo. Si tratta di una scelta che, sebbene ponga fine alla controversia, comporta conseguenze precise, soprattutto in termini di spese legali. Analizziamo un recente decreto della Suprema Corte per comprendere meglio la dinamica e le implicazioni di questa decisione processuale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una controversia tra un privato cittadino e un condominio. Dopo una decisione sfavorevole emessa dalla Corte d’Appello, il cittadino aveva deciso di presentare ricorso per cassazione, portando la questione all’ultimo grado di giudizio. Tuttavia, in una fase successiva, lo stesso cittadino ha cambiato idea, depositando un atto formale di rinuncia al ricorso che aveva precedentemente introdotto.

La Decisione della Corte sulla Rinuncia al ricorso

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, ricevuta la comunicazione della rinuncia, non è entrata nel merito della questione originaria. Il suo compito, in questa fase, era puramente procedurale: verificare che l’atto di rinuncia fosse stato redatto e notificato correttamente. Constatato che la rinuncia possedeva tutti i requisiti formali richiesti dalla legge e che era stata comunicata alla controparte, la Corte ha emesso un decreto con cui ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. Contestualmente, la Corte ha condannato il ricorrente, che aveva rinunciato, al pagamento delle spese processuali sostenute dal condominio, quantificate in € 2.200,00 per compensi legali più € 200,00 per esborsi.

Le Motivazioni della Decisione

Il decreto della Cassazione si fonda su precise disposizioni del codice di procedura civile, in particolare sugli articoli 390 e 391. Le motivazioni della Corte sono state di natura squisitamente processuale e non hanno riguardato il contenuto della disputa tra il cittadino e il condominio. La Corte ha semplicemente accertato che:
1. Esisteva un atto di rinuncia: Il ricorrente aveva formalmente depositato la sua volontà di non proseguire con il giudizio.
2. I requisiti legali erano rispettati: La rinuncia era conforme a quanto previsto dagli articoli 390 e 391 c.p.c., anche alla luce delle recenti modifiche normative.
3. La comunicazione era avvenuta: La cancelleria aveva correttamente notificato l’atto di rinuncia al condominio costituito in giudizio.
Sulla base di queste verifiche, la Corte ha potuto dichiarare l’estinzione del procedimento tramite un decreto presidenziale, una procedura semplificata prevista proprio per questi casi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso

Questo caso evidenzia due importanti conseguenze pratiche della rinuncia al ricorso. La prima è la fine immediata del processo: il giudizio si estingue e la sentenza impugnata diventa definitiva, senza possibilità di ulteriori appelli. La seconda, di natura economica, è che la parte che rinuncia è generalmente tenuta a rimborsare le spese legali alla controparte. Questo principio serve a compensare la parte che si è dovuta difendere in un giudizio poi abbandonato. La decisione di rinunciare, quindi, deve essere ponderata attentamente, considerando non solo l’esito della lite, ma anche i costi processuali che ne derivano.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
Il giudizio viene dichiarato estinto con un decreto. Questo significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito della questione e la sentenza precedentemente impugnata diventa definitiva.

Chi paga le spese legali in caso di rinuncia al ricorso?
Salvo diversi accordi tra le parti, la parte che rinuncia al ricorso (il ricorrente) è condannata a pagare le spese legali sostenute dalla controparte (il controricorrente) per difendersi nel giudizio.

Quali sono i requisiti per una valida rinuncia al ricorso?
La rinuncia deve rispettare i requisiti formali previsti dagli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile. Inoltre, del deposito dell’atto di rinuncia deve essere data comunicazione alle altre parti costituite nel processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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