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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali

Una proprietaria, precedentemente condannata a demolire costruzioni non autorizzate in un cortile comune, ha presentato ricorso in Cassazione dopo che il suo appello era stato dichiarato inammissibile per genericità. Prima della decisione finale, la parte ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il procedimento e, data la mancata accettazione della rinuncia da parte della controparte, ha condannato la ricorrente al pagamento di tutte le spese legali.

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Rinuncia al ricorso: Cosa succede quando si abbandona un appello in Cassazione?

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che può chiudere definitivamente una controversia legale. Ma quali sono le sue esatte conseguenze, specialmente per quanto riguarda le spese legali? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico, illustrando come la decisione di abbandonare un ricorso in fase avanzata comporti precise responsabilità economiche.

La vicenda processuale: dalle costruzioni abusive alla Cassazione

Il caso ha origine da una controversia immobiliare. Una proprietaria era stata condannata dal Tribunale a rimuovere diverse opere (un ampliamento edilizio, una scala, una tettoia e altro) realizzate in un cortile comune, poiché violavano le norme sull’uso della cosa comune, le distanze legali e la gestione delle acque piovane.

La proprietaria aveva impugnato la decisione in Corte d’Appello, ma il suo appello era stato dichiarato inammissibile. I giudici di secondo grado avevano infatti ritenuto l’atto di appello eccessivamente generico, in quanto non specificava in modo chiaro le parti della sentenza contestate, le modifiche richieste e le ragioni di diritto a sostegno delle sue tesi, violando così i requisiti dell’art. 342 del codice di procedura civile.

Non arrendendosi, la proprietaria ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando un errore procedurale (error in procedendo) proprio sulla presunta errata applicazione delle norme sull’ammissibilità dell’appello.

Il colpo di scena: la rinuncia al ricorso

Quando il processo sembrava avviato alla sua conclusione, è intervenuto un fatto decisivo. Il difensore della ricorrente ha depositato una dichiarazione di rinuncia al ricorso. Questo atto, tuttavia, è stato compiuto dopo che la Corte aveva già comunicato alle parti la data dell’udienza per la decisione finale.

Questo dettaglio temporale è cruciale. L’articolo 391 del codice di procedura civile stabilisce che, se la rinuncia avviene dopo tale comunicazione, la Corte deve pronunciarsi con un’ordinanza. Inoltre, le controparti (i controricorrenti) non hanno formalmente accettato la rinuncia.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha preso atto della rinuncia e ha applicato le norme procedurali pertinenti. La decisione si è basata su due punti fondamentali.

1. Estinzione del Giudizio e Condanna alle Spese

La prima e più diretta conseguenza della rinuncia al ricorso è l’estinzione del giudizio. Il processo si chiude senza una decisione sul merito della questione. Tuttavia, la questione delle spese legali rimane aperta. Poiché i controricorrenti non hanno aderito alla rinuncia, la Corte ha stabilito che la parte rinunciante dovesse farsi carico delle loro spese legali. La Corte ha quindi condannato la ricorrente a rimborsare ai controricorrenti una somma complessiva di 3.700,00 Euro, oltre a spese generali e accessori di legge. Questo principio serve a tutelare la parte che ha dovuto sostenere costi per difendersi in un giudizio poi abbandonato dalla controparte.

2. Inapplicabilità del Raddoppio del Contributo Unificato

Un altro aspetto importante chiarito dall’ordinanza riguarda il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”. Si tratta di una sanzione prevista per chi perde un’impugnazione in modo definitivo. La Corte ha specificato che, in caso di estinzione del giudizio per rinuncia, questa norma non si applica. La rinuncia, infatti, non equivale a un rigetto o a una dichiarazione di inammissibilità o improcedibilità del ricorso, ma è una scelta volontaria che chiude il procedimento in modo anticipato.

Conclusioni: Le conseguenze pratiche della rinuncia al ricorso

Questa ordinanza della Cassazione ribadisce alcuni principi chiave del diritto processuale civile. Innanzitutto, la rinuncia al ricorso è uno strumento a disposizione della parte per porre fine a una lite, ma non è priva di conseguenze. Se non accettata dalla controparte, comporta quasi automaticamente la condanna al pagamento delle spese legali avversarie. In secondo luogo, offre un importante chiarimento sul fronte fiscale: chi rinuncia evita la sanzione del raddoppio del contributo unificato. La scelta di rinunciare a un ricorso deve quindi essere attentamente ponderata, valutando non solo le probabilità di successo ma anche i costi certi che ne derivano.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione dopo che è stata fissata l’udienza?
La Corte Suprema dichiara estinto il procedimento con un’ordinanza. Se le parti avversarie non accettano la rinuncia, la parte che ha rinunciato viene condannata a rimborsare le loro spese legali sostenute nel giudizio di cassazione.

La parte che rinuncia al ricorso deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. Secondo la decisione in esame, in caso di rinuncia al ricorso non si applica l’obbligo di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto come sanzione per chi soccombe in modo definitivo in un’impugnazione.

Perché è importante che la controparte non abbia accettato la rinuncia?
La mancata accettazione della rinuncia da parte dei controricorrenti è il presupposto che ha portato la Corte a decidere sulle spese. Constatando tale mancata adesione, i giudici hanno proceduto a condannare la parte rinunciante al rimborso delle spese legali in favore delle controparti, tutelando così chi ha dovuto sostenere costi per difendersi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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