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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo

Una parte, dopo aver perso in Appello in una causa su un testamento olografo, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, deposita una rinuncia al ricorso basata su un accordo transattivo. La Cassazione dichiara estinto il processo, spiegando che la rinuncia è un atto unilaterale che non richiede l’accettazione delle altre parti per essere efficace. Le spese legali vengono compensate in virtù dell’accordo tra le parti.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando il Processo si Estingue

Nel complesso mondo del diritto processuale, la rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento decisivo che può porre fine a una controversia in modo definitivo. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce la natura e gli effetti di questo atto, specialmente nel giudizio di legittimità, sottolineando come esso determini l’estinzione del processo indipendentemente dall’accettazione della controparte. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Disputa Ereditaria

La vicenda trae origine da una complessa causa successoria. Alcuni eredi avevano citato in giudizio una persona, accusandola di aver falsificato un testamento olografo per escluderli dall’eredità e chiedendo che fosse dichiarata indegna a succedere. Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda, dichiarando la nullità del testamento e l’indegnità della convenuta. Questa decisione era stata poi confermata dalla Corte d’Appello.

Contro la sentenza di secondo grado, la parte soccombente aveva proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, nel corso del giudizio di legittimità, le parti erano giunte a un accordo transattivo dinanzi alla Corte d’Appello. In esecuzione di tale accordo, la parte ricorrente ha formalmente depositato un atto di rinuncia al ricorso pendente in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Preso atto della rinuncia, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del processo. La decisione si fonda sull’applicazione dell’articolo 390 del Codice di Procedura Civile, che disciplina specificamente la rinuncia nel giudizio di Cassazione.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: nel giudizio di cassazione, la rinuncia al ricorso è un atto unilaterale recettizio. Questo significa che essa produce i suoi effetti nel momento in cui viene notificata alla controparte, senza che sia necessaria un’accettazione da parte di quest’ultima. Si tratta di una disciplina speciale che deroga a quella generale prevista dall’articolo 306 c.p.c. per gli altri gradi di giudizio, dove la rinuncia agli atti del giudizio richiede l’accettazione delle altre parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione.

L’effetto principale della rinuncia è l’estinzione del processo. Di conseguenza, la sentenza impugnata passa in giudicato, diventando definitiva e non più contestabile. Viene così a mancare l’interesse a contrastare l’impugnazione. La Corte ha inoltre chiarito che la notifica o la comunicazione della rinuncia agli avvocati delle controparti non serve a perfezionare la rinuncia stessa, ma ha lo scopo di ottenere la loro adesione per evitare la condanna alle spese, come previsto dall’articolo 391 c.p.c. Se le altre parti aderiscono, infatti, il rinunciante non viene condannato al pagamento delle spese legali. Nel caso di specie, essendo la rinuncia il frutto di un accordo transattivo, la Corte ha disposto la totale compensazione delle spese di legittimità, in linea con la volontà espressa dalle parti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che la rinuncia al ricorso in Cassazione è un atto potente e definitivo. La sua efficacia immediata, non subordinata all’accettazione altrui, rende la sentenza d’appello irrevocabile e chiude il contenzioso. La decisione sottolinea anche l’importanza degli accordi transattivi come strumento per risolvere le liti in modo consensuale, consentendo alle parti di evitare le incertezze e i costi di un ulteriore grado di giudizio, e di regolare anche l’aspetto delle spese legali. Per i professionisti del diritto, è un richiamo alla specificità delle norme che governano il giudizio di legittimità, le cui dinamiche procedurali differiscono significativamente da quelle dei gradi di merito.

Per essere valida, la rinuncia al ricorso in Cassazione necessita dell’accettazione delle altre parti?
No, ai sensi dell’art. 390 c.p.c., nel giudizio di cassazione la rinuncia è un atto unilaterale recettizio e produce i suoi effetti a prescindere dall’accettazione delle altre parti.

Qual è l’effetto principale della rinuncia al ricorso?
L’effetto principale è l’estinzione del processo. Ciò comporta che la sentenza impugnata passi in giudicato, diventando definitiva e non più modificabile.

Perché la Corte ha compensato le spese legali nonostante la rinuncia?
La Corte ha compensato integralmente le spese perché la rinuncia era basata su un atto di transazione tra le parti, nel quale era stata espressa la volontà comune di definire la lite in questo modo. La compensazione riflette l’accordo raggiunto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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