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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo

Una società aveva impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d’Appello che accoglieva un’azione revocatoria fallimentare. Tuttavia, prima della decisione, la società ha presentato una rinuncia al ricorso, che è stata accettata dalla controparte (il Fallimento). Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, rendendo definitiva la sentenza d’appello e chiudendo il contenzioso senza pronunciarsi sulle spese.

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Rinuncia al ricorso: Quando la Fine del Processo Dipende dalle Parti

Nel complesso mondo della giustizia, non tutte le controversie arrivano a una sentenza di merito. A volte, il percorso processuale si interrompe a causa di una scelta strategica delle parti coinvolte. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come una rinuncia al ricorso possa determinare l’estinzione del giudizio in Cassazione, cristallizzando la decisione del grado precedente. Questo caso, nato da un’azione revocatoria fallimentare, si conclude non con una pronuncia della Suprema Corte, ma con una presa d’atto della volontà delle parti di porre fine al contenzioso.

La Vicenda Processuale: Dall’Azione Revocatoria alla Cassazione

La controversia trae origine da un’azione legale intentata quasi trent’anni fa dal curatore di un fallimento. L’obiettivo era ottenere la revoca di alcuni atti di disposizione patrimoniale, tra cui la vendita di immobili e un contratto di utilizzo di aree demaniali, stipulati dalla società poi fallita poco prima della sua decozione. Il curatore sosteneva che tali atti avessero leso gli interessi dei creditori.

Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva respinto le richieste del curatore. Tuttavia, la Corte d’Appello, riformando la decisione, aveva accolto il gravame del Fallimento, dichiarando l’inefficacia degli atti contestati. Contro questa sentenza, la società acquirente aveva proposto ricorso per cassazione, articolando diverse censure di natura giuridica e procedurale.

L’Epilogo Inatteso: La Rinuncia al Ricorso

Il percorso davanti alla Suprema Corte, però, non è giunto al suo naturale compimento. In prossimità dell’udienza, la società ricorrente ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. Questo atto unilaterale, con cui una parte manifesta la volontà di non proseguire nell’impugnazione, è stato formalmente accettato dalla controparte, il Fallimento.

L’accettazione della rinuncia da parte del controricorrente è un passaggio fondamentale, poiché solitamente implica un accordo tra le parti anche sulla gestione delle spese legali, evitando una condanna da parte del giudice.

La Decisione della Suprema Corte e gli Effetti della Rinuncia al Ricorso

Di fronte a una rinuncia ritualmente formalizzata e accettata, la Corte di Cassazione non entra nel merito dei motivi di impugnazione. Il suo compito diventa puramente procedurale: prendere atto della volontà delle parti e dichiarare la conseguente estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si chiude definitivamente senza che i giudici si pronuncino sulla fondatezza o meno delle censure sollevate dalla ricorrente.

Le Motivazioni

La motivazione dell’ordinanza è estremamente sintetica, poiché si fonda su un unico presupposto decisivo: la rinuncia al ricorso e la sua accettazione. Il Codice di Procedura Civile stabilisce che la rinuncia, se accettata dalla controparte, estingue il processo. La Corte, pertanto, non fa altro che applicare questa norma. Non essendoci più un’impugnazione da decidere, il giudizio perde la sua ragion d’essere. Di conseguenza, la Corte dichiara l’estinzione e, in assenza di una richiesta specifica e data l’accettazione, non provvede a una condanna sulle spese. Viene inoltre escluso il presupposto per il cosiddetto ‘raddoppio del contributo unificato’, una sanzione prevista per chi perde l’impugnazione, poiché in questo caso non vi è stata una decisione di rigetto o inammissibilità.

Le Conclusioni

La conclusione di questa vicenda processuale offre importanti spunti pratici. La rinuncia al ricorso è uno strumento strategico che consente di porre fine a un lungo e costoso contenzioso. L’effetto principale è che la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non più contestabile. Per la società ricorrente, ciò significa accettare la revoca degli atti di acquisto. Per il Fallimento, rappresenta il consolidamento di un risultato favorevole ottenuto in appello. La chiusura del processo senza una pronuncia sulle spese suggerisce che le parti abbiano trovato un accordo extragiudiziale, chiudendo definitivamente ogni pendenza.

Cosa succede quando una parte rinuncia a un ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene formalizzata e, come in questo caso, accettata dalla controparte, il processo si estingue. Ciò significa che il giudizio si chiude definitivamente senza che la Corte si pronunci sul merito dell’impugnazione.

La rinuncia al ricorso annulla la sentenza precedente?
No, al contrario. La rinuncia al ricorso rende definitiva la sentenza che era stata impugnata. In questo caso, la decisione della Corte d’Appello, favorevole al Fallimento, è diventata finale e non più modificabile.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Nell’ordinanza esaminata, la Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio ‘senza pronuncia di condanna sulle spese’. Questo avviene tipicamente quando la rinuncia è accettata dalla controparte, il che sottintende un accordo tra le parti anche su questo aspetto, evitando così una decisione del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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