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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio di cassazione

Una società internazionale di ingegneria, dopo aver impugnato in Cassazione una decisione della Corte d’Appello che negava il riconoscimento di una sentenza straniera, ha presentato una rinuncia al ricorso. La società di costruzioni italiana, sua controparte, ha accettato la rinuncia e l’accordo sulla compensazione delle spese. La Corte di Cassazione, verificati i requisiti formali, ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al ricorso: quando un accordo chiude la partita in Cassazione

La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale decisivo che può porre fine a una controversia legale anche nell’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione. Un’ordinanza recente ci offre l’occasione per analizzare come l’accordo tra le parti possa portare alla declaratoria di estinzione del giudizio, evitando una pronuncia sul merito e chiudendo definitivamente la contesa. Questo meccanismo, disciplinato dall’articolo 390 del Codice di Procedura Civile, si rivela fondamentale per l’economia processuale e per la volontà delle parti di trovare una soluzione extragiudiziale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di una società internazionale di ingegneria di far riconoscere ed eseguire in Italia una sentenza emessa da un tribunale serbo. Tale sentenza condannava un’entità giuridica collegata a una nota società di costruzioni italiana al pagamento di una somma considerevole, derivante da un contratto per la fornitura di materiali e la costruzione di infrastrutture in Serbia.

La società di costruzioni italiana si era opposta al riconoscimento, e la Corte d’Appello competente aveva respinto la richiesta della società straniera. La motivazione principale del rigetto si basava sulla presunta estraneità della società italiana al processo svoltosi in Serbia, ritenendo che non sussistessero i presupposti richiesti dalla legge per il riconoscimento di sentenze straniere.

Contro questa decisione, la società di ingegneria ha proposto ricorso per cassazione, dando inizio all’ultimo capitolo di questa complessa vicenda legale internazionale.

La Decisione della Corte sulla rinuncia al ricorso

Il colpo di scena è arrivato poco prima della camera di consiglio fissata per la discussione del caso. La società ricorrente ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso, manifestando la volontà di non proseguire oltre nel giudizio. Questo atto non è stato unilaterale.

L’Accordo tra le Parti

Cruciale è stata l’adesione della società di costruzioni italiana. Quest’ultima ha sottoscritto l’atto di rinuncia, accettandola pienamente. Inoltre, le parti hanno raggiunto un accordo sulla gestione delle spese legali, concordando per la loro integrale compensazione. Ciò significa che ciascuna parte si è fatta carico dei propri costi, senza alcuna pretesa di rimborso dall’altra.

I Requisiti Formali della Rinuncia

La Corte di Cassazione ha esaminato l’atto di rinuncia e l’accordo delle parti, verificando la sussistenza dei requisiti previsti dall’art. 390 c.p.c. Tale norma stabilisce le modalità con cui la rinuncia deve essere effettuata per essere valida. Avendo constatato la regolarità formale della rinuncia e l’adesione della controparte, la Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è stata di natura puramente processuale. L’esame dell’atto di rinuncia è preliminare a qualsiasi valutazione sul merito del ricorso. Poiché la rinuncia era stata presentata in conformità alla legge e accettata dalla controparte, inclusa la parte relativa alle spese, l’interesse a proseguire il giudizio era venuto meno per entrambe le parti. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, senza entrare nel vivo delle questioni legali sollevate nel ricorso.

Le Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia un aspetto fondamentale della procedura civile: la volontà delle parti rimane sovrana fino all’ultimo. Anche un complesso contenzioso internazionale, giunto fino al giudizio di legittimità, può essere risolto attraverso un accordo. La rinuncia al ricorso formalizza questa volontà, permettendo di chiudere il sipario sulla disputa legale in modo rapido ed efficiente. Per le imprese, ciò si traduce in un risparmio di tempo e risorse, evitando l’incertezza di una decisione finale e consolidando una soluzione concordata che, evidentemente, è stata ritenuta più vantaggiosa di una sentenza.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene formalizzata secondo le regole processuali e, come in questo caso, viene accettata dalla controparte, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, senza decidere nel merito della questione.

L’accettazione della controparte è sempre necessaria per la rinuncia?
Dal testo emerge che l’adesione della controparte è stata un elemento considerato dalla Corte, soprattutto perché includeva un accordo sulla compensazione delle spese legali. L’accettazione è fondamentale quando la rinuncia è accompagnata da condizioni, come appunto l’accordo sulle spese.

Come vengono gestite le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
In questa vicenda, le parti hanno esplicitamente concordato la ‘integrale compensazione delle spese’. Ciò significa che ogni parte ha sostenuto i propri costi legali. In assenza di un tale accordo, la Corte avrebbe dovuto provvedere alla liquidazione delle spese secondo le norme di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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