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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio di cassazione

Un avvocato, precedentemente sanzionato con la sospensione, presenta una rinuncia al ricorso per cassazione. La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, chiarendo che in caso di rinuncia non è dovuto il pagamento del cosiddetto ‘doppio contributo’. La decisione si basa sulla distinzione tra rinuncia e rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando il Giudizio si Estingue Senza Spese Aggiuntive

L’ordinanza in esame, emessa dalle Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione, offre un’importante chiarificazione sugli effetti della rinuncia al ricorso. Questo atto processuale, sebbene ponga fine alla controversia, ha conseguenze diverse rispetto a un rigetto o a una dichiarazione di inammissibilità, soprattutto per quanto riguarda gli oneri economici a carico della parte che decide di abbandonare l’impugnazione. Il caso analizzato riguarda un procedimento disciplinare a carico di un avvocato, ma i principi espressi hanno una valenza generale.

I Fatti del Caso: da una Sanzione Disciplinare alla Cassazione

Un avvocato veniva sanzionato dal Consiglio Distrettuale di Disciplina con la sospensione dall’esercizio della professione per quattro mesi. La sanzione era stata comminata per la violazione di alcune norme del Codice Deontologico Forense. La decisione veniva confermata anche in secondo grado dal Consiglio Nazionale Forense.

Contro quest’ultima sentenza, il professionista proponeva ricorso per cassazione. Tuttavia, prima che la Corte potesse decidere nel merito, lo stesso avvocato, tramite un atto sottoscritto personalmente e dal suo difensore, dichiarava di rinunciare al ricorso.

La Decisione della Corte e le Conseguenze della Rinuncia al Ricorso

Le Sezioni Unite, preso atto della volontà del ricorrente, hanno dichiarato l’estinzione del giudizio. La parte più significativa della decisione non risiede tanto nella presa d’atto della rinuncia, quanto nelle sue conseguenze economiche. La Corte ha infatti stabilito due punti fondamentali:

1. Nessuna Condanna alle Spese: Poiché la parte intimata (il Consiglio dell’Ordine) non aveva svolto attività difensiva nel giudizio di cassazione, non vi era luogo a provvedere sulle spese legali.
2. Inapplicabilità del Doppio Contributo: La Corte ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato (il cosiddetto ‘doppio contributo’) non si applica nei casi di rinuncia al ricorso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione rigorosa della normativa processuale e della legislazione in materia di spese di giustizia. In base all’articolo 13, comma 1-quater, del D.P.R. 115/2002, il pagamento del doppio contributo è previsto solo in tre specifiche ipotesi: quando l’impugnazione è rigettata, dichiarata inammissibile o improcedibile.

La rinuncia al ricorso è un istituto giuridico differente, disciplinato dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile, che porta all’estinzione del giudizio. Di conseguenza, non rientrando in nessuna delle tre casistiche previste dalla legge, la rinuncia non può far scattare l’obbligo di pagamento del doppio contributo. La Corte ha richiamato a supporto di questa interpretazione anche precedenti pronunce giurisprudenziali, consolidando un orientamento ormai pacifico.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione delle Sezioni Unite Civili ribadisce un principio di fondamentale importanza pratica per avvocati e parti processuali. Optare per la rinuncia al ricorso, quando le probabilità di successo appaiono scarse o sono venute meno le ragioni della controversia, rappresenta una scelta strategica che può evitare conseguenze economiche negative. In particolare, permette di evitare il rischio di dover pagare il doppio del contributo unificato, una sanzione prevista per chi prosegue un’impugnazione fino a una decisione sfavorevole. Questa ordinanza, pertanto, serve come un chiaro promemoria del fatto che le scelte processuali devono essere attentamente ponderate non solo sotto il profilo giuridico, ma anche sotto quello economico.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
Il giudizio di cassazione viene dichiarato estinto, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito.

In caso di rinuncia al ricorso, si deve pagare il cosiddetto ‘doppio contributo’ unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare il doppio contributo scatta solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, ma non in caso di rinuncia.

La rinuncia al ricorso comporta sempre una condanna alle spese legali?
Non automaticamente. Nel caso specifico, la Corte non ha disposto nulla sulle spese perché la controparte non aveva svolto attività difensiva. In generale, le spese possono essere regolate diversamente se vi è un accordo tra le parti o se la controparte ha già sostenuto dei costi per difendersi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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