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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Un’azienda di navigazione, multata per eccesso di velocità, vede il proprio caso arrivare fino in Cassazione. Tuttavia, il Ministero appellante decide di effettuare una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, preso atto dell’accettazione della controparte, dichiara l’estinzione del giudizio, rendendo definitiva la sentenza di secondo grado che annullava la sanzione per mancata segnalazione della postazione di controllo.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando lo Stato Fa un Passo Indietro

Una controversia legale nata da una sanzione amministrativa per eccesso di velocità di un’imbarcazione può sembrare una questione di routine. Tuttavia, il suo percorso attraverso i gradi di giudizio può rivelare interessanti dinamiche processuali. Questo è il caso di una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che chiude un contenzioso non con una decisione sul merito, ma a seguito di una rinuncia al ricorso da parte dell’Amministrazione statale. Analizziamo come questo strumento processuale abbia determinato l’esito finale della vicenda.

I Fatti all’Origine della Causa

Tutto ha inizio con un verbale di accertamento elevato nei confronti di una società di navigazione. L’accusa era di aver superato i limiti di velocità in una zona lagunare, con una sanzione pecuniaria di 156 euro. La società si oppone all’ordinanza-ingiunzione emessa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

In primo grado, il Giudice di Pace accoglie l’opposizione della società. Il Ministero, non soddisfatto, presenta appello. Il Tribunale, in secondo grado, riforma parzialmente la decisione: pur riconoscendo che il superamento del limite di velocità era stato correttamente rilevato tramite Telelaser, annulla comunque la sanzione. Il motivo? La mancanza di una segnalazione preventiva e ben visibile della postazione di controllo, un vizio che rendeva l’accertamento illegittimo. A questo punto, il Ministero decide di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione.

La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso

Quando il caso sembrava destinato a una decisione finale della Suprema Corte, si verifica una svolta. Il Ministero, con un atto formale, dichiara di rinunciare al proprio ricorso. Poco dopo, la società sanzionata deposita un atto con cui accetta tale rinuncia, concordando anche sulla compensazione delle spese legali. Questo scambio di atti processuali cambia completamente il destino del giudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte alla rinuncia del ricorrente e all’accettazione della controparte, il compito della Corte di Cassazione diventa puramente dichiarativo. I giudici non entrano nel merito della questione (ovvero, se la segnalazione preventiva fosse davvero necessaria per quel tipo di controllo), ma si limitano a prendere atto della volontà delle parti di porre fine alla lite.

In applicazione dell’articolo 391 del codice di procedura civile, la Corte dichiara l’estinzione del giudizio di cassazione. Questo significa che il processo si chiude definitivamente. Inoltre, la Corte specifica che la rinuncia al ricorso non comporta l’obbligo per il Ministero di versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto invece per i casi in cui il ricorso viene respinto o dichiarato inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La conclusione di questo caso evidenzia l’importanza strategica della rinuncia al ricorso. Con l’estinzione del giudizio di cassazione, la sentenza del Tribunale diventa definitiva e inappellabile. Di conseguenza, la sanzione amministrativa è annullata in via permanente e la società non deve pagare nulla.

Questa vicenda dimostra come un procedimento giudiziario possa concludersi non solo con una sentenza che stabilisce chi ha torto o ragione, ma anche attraverso strumenti processuali che riflettono una riconsiderazione delle parti. La rinuncia può derivare da una valutazione di convenienza, dalla consapevolezza delle scarse probabilità di successo o semplicemente dalla volontà di evitare ulteriori costi e tempi processuali. Per i cittadini e le imprese, ciò sottolinea che anche di fronte a un’azione legale da parte dello Stato, l’esito non è mai scontato e può risolversi in modi inaspettati.

Per quale motivo il giudizio di cassazione è stato dichiarato estinto?
Il giudizio è stato dichiarato estinto perché il Ministero ricorrente ha presentato una formale rinuncia al ricorso e la società controricorrente ha accettato tale rinuncia.

Qual era la ragione principale per cui la sanzione era stata annullata in appello?
Il Tribunale aveva annullato la sanzione perché l’accertamento era viziato a causa della mancanza della segnalazione preventiva e ben visibile della postazione di controllo della velocità.

La parte che rinuncia al ricorso in Cassazione deve pagare una somma aggiuntiva a titolo di contributo unificato?
No, la Corte ha specificato che la rinuncia al ricorso non comporta l’obbligo di versare l’ulteriore importo del contributo unificato, a differenza di quanto avviene in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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