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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Un conduttore aveva impugnato in Cassazione la sentenza della Corte d’Appello che dichiarava la risoluzione del suo contratto di locazione per grave inadempimento. Prima della decisione, tuttavia, ha presentato una rinuncia al ricorso, che è stata formalmente accettata dall’ente locatore. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio, rendendo definitiva la sentenza d’appello e decidendo di non provvedere sulle spese processuali, data l’accettazione della rinuncia.

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La Rinuncia al Ricorso: Quando un Processo si Estingue

L’ordinamento processuale italiano prevede diversi meccanismi che possono portare alla conclusione di un giudizio. Tra questi, uno dei più significativi è la rinuncia al ricorso, un atto che, se accettato dalla controparte, determina l’estinzione del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come funziona questo istituto, chiudendo una controversia in materia di locazione prima di entrare nel merito delle questioni sollevate.

Il Contesto: Dallo Sfratto alla Cassazione

La vicenda trae origine da una causa di sfratto per morosità avviata da un ente pubblico, proprietario di un immobile, nei confronti del suo conduttore. Se in primo grado il Tribunale aveva respinto la domanda dell’ente, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado avevano infatti dichiarato la risoluzione del contratto di locazione per grave inadempimento del conduttore, condannandolo al rilascio dell’immobile e al pagamento dei canoni arretrati.

Ritenendo ingiusta tale sentenza, il conduttore aveva deciso di presentare ricorso per Cassazione, sollevando cinque distinti motivi di censura che spaziavano dalla violazione delle norme sull’interpretazione del contratto alla mancata compensazione dei crediti.

La Svolta Processuale e la Rinuncia al Ricorso

Il giudizio davanti alla Suprema Corte, tuttavia, non è mai arrivato a una discussione nel merito dei motivi proposti. Prima della trattazione, infatti, il ricorrente ha depositato telematicamente un atto di rinuncia al ricorso. Questo atto unilaterale manifesta la volontà di non proseguire nell’azione legale intrapresa.

L’ente locatore, a sua volta, ha depositato un atto di accettazione della rinuncia, rinunciando contestualmente al proprio controricorso. Questo passaggio è fondamentale: l’accettazione da parte della controparte rende la rinuncia pienamente efficace e definisce le sorti del processo e delle spese legali.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte a questa situazione, la Corte di Cassazione ha agito in conformità a quanto stabilito dall’articolo 391 del Codice di procedura civile. La norma prevede espressamente che, in caso di rinuncia, il giudizio di cassazione debba essere dichiarato estinto. I giudici hanno semplicemente preso atto della volontà concorde delle parti di porre fine alla lite in quella sede.

La Corte non ha esaminato nessuno dei cinque motivi di ricorso presentati dal conduttore, in quanto l’estinzione del processo impedisce qualsiasi valutazione sul fondamento delle doglianze. La funzione della Corte si è limitata a una mera declaratoria di un evento processuale che ha terminato il giudizio.

Le Conclusioni: Estinzione del Giudizio e Conseguenze sulle Spese

La principale conseguenza della rinuncia al ricorso è l’estinzione del giudizio di cassazione. Questo significa che la sentenza impugnata, ovvero quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e passa in giudicato. Pertanto, la risoluzione del contratto di locazione e l’ordine di rilascio dell’immobile sono diventati irrevocabili.

Un aspetto di grande rilevanza pratica riguarda le spese processuali. Il quarto comma dell’art. 391 c.p.c. stabilisce che, quando la rinuncia viene accettata, non si procede alla condanna alle spese. Le parti, in sostanza, si accordano per chiudere la controversia senza ulteriori oneri economici relativi al giudizio di Cassazione. In questo caso, l’accettazione della resistente ha fatto sì che la Corte non emettesse alcuna statuizione sulle spese, lasciandole probabilmente a carico di chi le ha sostenute.

Cosa succede se una parte presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene accettata dalla controparte, come nel caso esaminato, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio. Il processo si chiude senza una decisione nel merito dei motivi di ricorso.

Chi paga le spese legali in caso di rinuncia al ricorso accettata?
Secondo l’ordinanza, che applica l’art. 391, quarto comma, del codice di procedura civile, quando la rinuncia è accettata non ha luogo la condanna alle spese. Ciascuna parte, quindi, sostiene i costi che ha affrontato per il giudizio di cassazione.

La rinuncia al ricorso annulla la sentenza precedente?
No, al contrario. L’estinzione del giudizio di cassazione a seguito di rinuncia non annulla la sentenza impugnata, ma la rende definitiva. Nel caso specifico, la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato la risoluzione del contratto di locazione è diventata irrevocabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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