LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: effetti sull’estinzione del giudizio

Una società e i suoi garanti avevano presentato ricorso in Cassazione contro una condanna al pagamento di un debito bancario. Prima della decisione nel merito, i ricorrenti hanno presentato una formale rinuncia al ricorso, che è stata accettata dalla controparte. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine al contenzioso senza una pronuncia finale sulle questioni sollevate e senza condanna alle spese per la fase di Cassazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al ricorso: quando il processo si conclude senza una sentenza finale

Nel complesso iter di un procedimento legale, esistono meccanismi che possono portarlo a una conclusione anticipata, senza attendere una decisione nel merito da parte del giudice. Uno di questi è la rinuncia al ricorso, un istituto processuale che ha posto fine a una complessa vicenda giudiziaria giunta fino alla Corte di Cassazione. L’ordinanza in esame chiarisce gli effetti diretti di tale scelta, in particolare l’estinzione del giudizio e le conseguenze sulle spese legali.

I Fatti del Caso: Dal Decreto Ingiuntivo alla Cassazione

La controversia ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da un istituto bancario per il recupero di un cospicuo credito nei confronti di una società e dei suoi garanti, tra cui persone fisiche e un’altra società. I debitori si opponevano al decreto, avviando un giudizio di primo grado. Il Tribunale, pur revocando il decreto ingiuntivo per ragioni formali legate alla documentazione, condannava comunque i debitori al pagamento di una somma quasi equivalente a quella richiesta.

In questa sede, i garanti avevano sollevato eccezioni sulla validità delle fideiussioni, sostenendo fossero nulle per violazione della normativa antitrust. Il Tribunale aveva respinto tali argomentazioni. Insoddisfatti, i debitori proponevano appello, ma la Corte d’Appello lo dichiarava inammissibile per mancanza di una ragionevole probabilità di accoglimento. La vicenda approdava così in Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio.

L’Atto Decisivo: Gli Effetti della Rinuncia al Ricorso

Prima che la Suprema Corte potesse esaminare i motivi del ricorso, inclusa la complessa questione della validità delle fideiussioni in relazione a presunte intese anticoncorrenziali, si è verificato un evento che ha cambiato le sorti del processo. I ricorrenti, infatti, hanno depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto è stato a sua volta accettato dalla società creditrice, che si era costituita in giudizio come controricorrente.

Questo passaggio è cruciale: la rinuncia, unita all’accettazione della controparte, ha precluso alla Corte la possibilità di pronunciarsi nel merito della controversia. Il focus si è quindi spostato dalla sostanza del diritto controverso alla semplice presa d’atto della volontà delle parti di porre fine al contenzioso.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono state puramente procedurali. I giudici hanno constatato la presenza di due atti fondamentali: l’atto di rinuncia proveniente dai ricorrenti e la successiva accettazione da parte della controricorrente. Di fronte a questa concorde volontà delle parti, la Corte non ha potuto fare altro che applicare la normativa specifica prevista dal codice di procedura civile.

In particolare, l’articolo 391, ultimo comma, del codice di procedura civile stabilisce che in caso di rinuncia, nulla deve essere liquidato per le spese del giudizio di cassazione. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, un esito che termina il processo senza una decisione sulle ragioni o sui torti delle parti in quella fase. La decisione di primo grado è così diventata definitiva.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso

L’ordinanza evidenzia l’importanza strategica della rinuncia al ricorso come strumento per definire una controversia. Le parti possono decidere di porre fine a un lungo e costoso iter giudiziario per svariate ragioni, come un accordo transattivo raggiunto al di fuori del tribunale o una semplice valutazione di costi e benefici.

L’effetto principale dell’estinzione del giudizio di Cassazione è quello di rendere irrevocabile e definitiva l’ultima sentenza valida emessa, che in questo caso era quella del Tribunale. Per i debitori, ciò significa che la condanna al pagamento è diventata inoppugnabile. Per i creditori, rappresenta la certezza di poter procedere con l’esecuzione di quella sentenza. Infine, la previsione normativa sulla non liquidazione delle spese in caso di rinuncia costituisce un incentivo per le parti a trovare soluzioni alternative alla prosecuzione del contenzioso fino all’ultima istanza.

Cosa succede quando una parte rinuncia a un ricorso in Cassazione?
Se la parte che ha presentato il ricorso deposita un atto di rinuncia e la controparte lo accetta, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si conclude senza che venga emessa una decisione nel merito delle questioni sollevate.

In caso di rinuncia al ricorso, chi paga le spese legali del giudizio di Cassazione?
Secondo quanto stabilito dall’ordinanza in applicazione dell’art. 391 del codice di procedura civile, in caso di estinzione del giudizio per rinuncia, la Corte non liquida le spese legali relative alla fase di Cassazione. Le parti, quindi, non subiscono una condanna al pagamento delle spese di questa fase processuale.

Qual è l’effetto pratico dell’estinzione del giudizio di Cassazione?
L’estinzione del giudizio rende definitiva l’ultima sentenza valida emessa nei gradi precedenti. Nel caso specifico, la sentenza del Tribunale di primo grado, che condannava i debitori al pagamento, è diventata inappellabile e quindi pienamente esecutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati