Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 21432 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 21432 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data pubblicazione: 25/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso 16564-2023 proposto da:
RAGIONE_SOCIALE Società con socio unico, soggetta all’attività di direzione e coordinamento di RAGIONE_SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’avvocato NOME COGNOME
– ricorrente –
contro
COGNOME rappresentato e difeso dall’avvocato NOME COGNOME
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 64/2023 della CORTE D’APPELLO di MILANO, depositata il 14/02/2023 R.G.N. 1090/2022;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 05/06/2025 dal Consigliere Dott. NOME COGNOME .
Oggetto
Retribuzione feriale
R.G.N. 16564/2023
COGNOME
Rep.
Ud. 05/06/2025
CC
RILEVATO
che:
Con la sentenza in epigrafe indicata la Corte d’appello di Milano rigettava l’appello propost o da Trenitalia s.p.a. contro la sentenza del Tribunale della medesima sede n. 905/2022 che, in accoglimento del ricorso proposto dal lavoratore, attuale controricorrente, aveva riconosciuto la nullità delle clausole contenute nell’art. 31.5. del CA FS del 2012 e del 2016 nella parte in cui limitavano l’indennità di utilizzazione professionale giornaliera da corrispondere nelle giornate di ferie al solo impo rto fisso di € 12,90, nonché dell’art. 77 punto 2.4. del CCNL Mobilità Area attività ferroviarie 2012 e 2016 laddove escludeva l’indennità per assenza dalla residenza dal calcolo della retribuzione spettante per i periodi di ferie; e, in conseguenza di tale accertamento di nullità di tali norme collettive, aveva condannato Trenitalia al pagamento in favore del lavoratore della somma indicata, oltre interessi e rivalutazione monetaria.
Avverso tale decisione RAGIONE_SOCIALE ha proposto ricorso per cassazione, affidato a sette motivi.
L’intimat o ha resistito con controricorso.
Il Consigliere delegato ex art. 380 bis c.p.c. novellato, con atto depositato il 6.6.2024, ha proposto la definizione del ricorso per cassazione nel senso della sua manifesta infondatezza.
Con atto depositato telematicamente il 15.7.2024, il difensore della ricorrente ha chiesto la decisione del ricorso.
Il controricorrente ha depositato memoria.
CONSIDERATO
che :
a seguito della fissazione dell’adunanza camerale la società ricorrente ha depositato e notificato in data 21.3.2025 (al difensore del controricorrente) atto di rinuncia al ricorso ex art. 390 c.p.c.; atto che nella specie si appalesa regolare, essendo univocamente abdicativo e sottoscritto dall’indicato institore della ricorrente e dal difensore di quest’ultima;
il controricorrente non ha inteso aderire a tale rinuncia;
deve essere dichiarata l’estinzione del processo ex art. 391 c.p.c., perché la rinuncia al ricorso per cassazione produce effetti processuali anche in assenza di accettazione, in quanto tale atto, determinando il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, comporta il venir meno dell’interesse a contrastare l’impugnazione (cfr. fra le tante Cass. n. 11033/2019, Cass. n. 9611/2016, Cass. n. 3971/2015);
ex art. 391 c.p.c., in mancanza di accordo delle parti sul punto, le spese di questo giudizio di legittimità vanno poste a carico della rinunziante, nella misura liquidata in dispositivo, in applicazione del principio della soccombenza virtuale considerato che nell’analogo contenzioso pendente dinanzi a questa Corte la rinunciante è rimasta soccombente, con distrazione in favore del difensore del controricorrente, dichiaratosi anticipatario;
non sussistono le condizioni processuali di cui al D.P.R.
n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 quater, perché la norma si applica nei soli casi, tipici, di rigetto dell’impugnazione e di dichiarazione di inammissibilità o di improcedibilità e, trattandosi di misura eccezionale, lato sensu sanzionatoria, non è suscettibile di interpretazione estensiva o analogica.
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il processo. Condanna la ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità, che liquida in € 200,00 per esborsi ed € 2.000,00 per compensi, oltre rimborso forfettario delle spese generali nella misura del 15%, IVA e CPA come per legge, e distrae in favore del difensore del controricorrente.
Così deciso in Roma nell’adunanza camerale del 5.6.2025.