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Rinuncia al ricorso: come si estingue una causa

Una condomina impugna due delibere di un supercondominio per vizi nella votazione. Dopo aver perso in primo e secondo grado, ricorre in Cassazione. Tuttavia, prima dell’udienza, le parti presentano una rinuncia al ricorso congiunta. La Suprema Corte, di conseguenza, dichiara l’estinzione del giudizio senza decidere nel merito e senza statuire sulle spese, poiché l’accordo di rinuncia le preclude.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Come e Perché si Chiude una Causa in Cassazione

Quando una controversia legale arriva fino alla Corte di Cassazione, l’esito sembra dipendere unicamente da una complessa analisi di diritto. Tuttavia, un recente provvedimento ci ricorda che il percorso processuale può concludersi in modo diverso. Il caso in esame, nato da una disputa in un supercondominio, si è risolto con una rinuncia al ricorso, un istituto processuale che porta all’estinzione del giudizio. Analizziamo come questa scelta delle parti determini la fine della lite.

I Fatti del Caso: Una Disputa nel Supercondominio

La vicenda ha origine dall’impugnazione di due delibere assembleari da parte di una condomina. Le delibere, relative all’approvazione del bilancio e alla conferma dei rappresentanti dei singoli edifici, erano state approvate dall’assemblea plenaria del supercondominio. La condomina sosteneva che tali decisioni fossero illegittime perché la votazione era avvenuta con la partecipazione di tutti i 66 condòmini, anziché dei soli rappresentanti di ciascun condominio, come previsto dall’art. 67 delle disposizioni di attuazione del codice civile. Questa norma, infatti, stabilisce che nei supercondomini con più di sessanta partecipanti, la gestione ordinaria e la nomina dell’amministratore spettino a un’assemblea composta dai rappresentanti di ogni edificio.

Il Percorso Giudiziario e l’Arrivo in Cassazione

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello avevano respinto le domande della condomina. I giudici di merito avevano ritenuto che, poiché i rappresentanti erano anche condòmini e avevano partecipato al voto, non vi fosse un vizio tale da invalidare le delibere. Insoddisfatta, la condomina ha presentato ricorso in Cassazione, articolando sei diversi motivi di impugnazione, tra cui la violazione delle norme sulla composizione e votazione nell’assemblea del supercondominio.

La Svolta Decisiva con la Rinuncia al Ricorso

Il colpo di scena è arrivato poco prima dell’udienza pubblica fissata davanti alla Suprema Corte. Le parti, attraverso i loro avvocati, hanno depositato un atto congiunto di “rinuncia agli atti”, manifestando la volontà comune di porre fine al giudizio. Questo atto, tecnicamente una rinuncia al ricorso accettata dalla controparte, ha cambiato radicalmente le sorti del processo, spostando l’attenzione dai motivi di diritto alla volontà delle parti di non proseguire la lite.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione non è entrata nel merito dei sei motivi di ricorso. La sua analisi si è concentrata esclusivamente sull’atto di rinuncia. I giudici hanno verificato che l’atto soddisfaceva i requisiti formali previsti dagli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile. Poiché la rinuncia era stata presentata e accettata dalla controparte, la Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare l’estinzione del giudizio. La decisione sottolinea un principio fondamentale: l’adesione della controparte alla rinuncia preclude al giudice qualsiasi statuizione sulle spese di lite. Si presume, infatti, che le parti abbiano trovato un accordo complessivo che risolve anche questo aspetto. Inoltre, la Corte ha chiarito che l’estinzione del giudizio per rinuncia esclude l’obbligo per la parte ricorrente di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto solitamente in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

La vicenda offre un’importante lezione pratica. La rinuncia al ricorso è uno strumento che consente alle parti di porre fine a una controversia in modo consensuale, anche nell’ultimo grado di giudizio. Con l’estinzione del processo, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) diventa definitiva, cristallizzando la situazione giuridica. Per le parti, questa soluzione può rappresentare un modo per evitare ulteriori costi e l’incertezza di una decisione finale, chiudendo definitivamente il contenzioso attraverso un accordo extragiudiziale.

Cosa succede quando le parti presentano una rinuncia al ricorso congiunta in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, il che significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva.

Se c’è una rinuncia al ricorso, chi paga le spese legali del giudizio di Cassazione?
La Corte non emette alcuna statuizione sulle spese. L’accettazione della rinuncia da parte del controricorrente implica che le parti abbiano raggiunto un accordo che include anche la regolamentazione delle spese legali.

La parte che rinuncia al ricorso deve pagare il cosiddetto “doppio contributo unificato”?
No. L’ordinanza chiarisce che la declaratoria di estinzione del giudizio per rinuncia esclude l’applicabilità dell’obbligo di versare un’ulteriore somma pari al contributo unificato già pagato, previsto invece per i casi di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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