LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio

Una società di securitizzazione, dopo aver impugnato una sentenza d’appello sfavorevole sulla validità di un contratto bancario, presenta una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e dell’accettazione delle controparti, dichiara l’estinzione del giudizio e compensa le spese legali tra le parti, chiudendo definitivamente la controversia.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Una Scelta Strategica

Nel complesso mondo dei contenziosi legali, sapere quando fermarsi è tanto importante quanto sapere come combattere. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina un istituto processuale cruciale: la rinuncia al ricorso. Questo atto, apparentemente semplice, può porre fine a lunghe e costose battaglie legali, come dimostra il caso di una società finanziaria che, dopo aver perso in appello su una questione di nullità di un contratto bancario, ha deciso di ritirare la propria impugnazione davanti alla Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Dal Decreto Ingiuntivo alla Cassazione

La vicenda ha origine da un’azione di recupero crediti avviata da una società finanziaria tramite un decreto ingiuntivo nei confronti di alcuni privati. Questi ultimi si sono opposti, sostenendo la nullità del contratto di conto corrente su cui si basava la pretesa creditoria. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato loro ragione, rilevando che il contratto non conteneva gli elementi essenziali richiesti dalla legge (art. 117 del Testo Unico Bancario) per la sua validità.

Non arrendendosi, la società finanziaria ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione davanti al massimo organo della giustizia civile. Tuttavia, prima che la Corte potesse pronunciarsi sul merito della questione, è avvenuto un colpo di scena procedurale.

La Decisione della Corte: L’Efficacia della Rinuncia al Ricorso

Il cuore della decisione non verte sulla validità del contratto bancario, ma sull’atto successivo presentato dalla società ricorrente: una formale rinuncia al ricorso, sottoscritta sia dalla parte che dal suo difensore. Nell’atto, la società chiedeva anche la compensazione delle spese legali.

Le controparti, a loro volta, hanno depositato un atto di accettazione della rinuncia, concordando sulla compensazione delle spese. La Corte di Cassazione, pertanto, non ha dovuto fare altro che prendere atto della volontà delle parti di porre fine alla lite.

Le Motivazioni

La Corte ha applicato l’articolo 390 del codice di procedura civile, che disciplina appunto la rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha osservato che la rinuncia, accettata dalle controparti, produce l’effetto di estinguere immediatamente il giudizio.

Un dettaglio tecnico interessante evidenziato nell’ordinanza riguarda l’efficacia della rinuncia anche nei confronti di una delle parti che non aveva formalmente depositato un atto di accettazione. La Corte ha chiarito che, per effetto di recenti modifiche normative, la rinuncia è da considerarsi efficace purché comunicata telematicamente a tutte le parti, come avvenuto nel caso di specie. Di conseguenza, il processo si è estinto per tutte le parti coinvolte.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma che la rinuncia al ricorso è uno strumento definitivo per chiudere un contenzioso. La decisione di rinunciare può derivare da molteplici fattori: una rinegoziazione tra le parti, una riconsiderazione delle probabilità di successo o semplicemente la volontà di evitare ulteriori costi e incertezze. In questo caso, l’accordo sulla compensazione delle spese ha permesso a entrambe le parti di uscire dal processo sostenendo solo i propri costi, senza ulteriori esborsi. Per i cittadini e le imprese, questa vicenda insegna che la via giudiziaria non è sempre a senso unico e che esistono strumenti procedurali che, se usati strategicamente, possono portare a una risoluzione efficiente e pragmatica delle controversie.

Cosa succede quando una parte presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
La presentazione della rinuncia, se accettata dalla controparte, determina l’estinzione del giudizio. Ciò significa che il processo si chiude definitivamente senza che la Corte emetta una decisione sul merito della questione.

La rinuncia al ricorso deve essere accettata da tutte le controparti per essere valida?
Secondo quanto emerge dall’ordinanza e dalle recenti modifiche legislative, la rinuncia è ritenuta efficace anche se non tutte le controparti depositano un atto formale di accettazione, a condizione che l’atto di rinuncia sia stato regolarmente comunicato a tutti tramite il fascicolo telematico.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Generalmente, la parte che rinuncia dovrebbe rimborsare le spese alla controparte, salvo diverso accordo. In questo caso specifico, le parti hanno concordato la ‘compensazione delle spese’, quindi la Corte ha disposto che ogni parte sostenesse i propri costi legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati