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Rinuncia agli atti: come chiudere una causa civile

Una causa di risarcimento danni per un infortunio è stata dichiarata estinta. A seguito di una proposta conciliativa del giudice, la parte attrice ha accettato di effettuare una rinuncia agli atti, mossa accettata anche dalle controparti. Il Tribunale ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio e la compensazione delle spese legali tra tutte le parti coinvolte, in applicazione dell’art. 306 c.p.c.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia agli atti: la via per l’estinzione del processo civile

La rinuncia agli atti del giudizio rappresenta uno strumento procedurale cruciale che consente di porre fine a una controversia prima di arrivare a una sentenza di merito. Una recente pronuncia del Tribunale di Trieste ha chiarito come l’accettazione di una proposta conciliativa del giudice possa di fatto integrare una formale rinuncia, conducendo all’estinzione della causa con un accordo sulla ripartizione delle spese legali. Questo caso offre spunti importanti per comprendere la dinamica e le conseguenze di tale istituto.

I fatti del caso

Una cittadina straniera aveva intentato una causa per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito di un infortunio avvenuto nel 2021 presso un noto complesso museale italiano. L’azione legale era rivolta contro l’ente pubblico responsabile del sito, il quale si è costituito in giudizio chiamando in causa la propria compagnia di assicurazioni.

Durante l’istruttoria, dopo aver raccolto prove testimoniali, il Tribunale ha avanzato una proposta conciliativa per risolvere la lite. La proposta prevedeva che la parte attrice rinunciasse alla domanda e che le spese di lite fossero interamente compensate tra tutte le parti coinvolte: l’attrice, l’ente pubblico e la società di assicurazioni.

L’adesione alla proposta come rinuncia agli atti

Tutte le parti hanno manifestato la propria volontà di accettare la proposta del giudice depositando delle note scritte. Il Tribunale ha interpretato l’adesione della parte attrice non come un semplice accordo transattivo, ma come una vera e propria rinuncia agli atti del giudizio ai sensi dell’articolo 306 del Codice di Procedura Civile. La stessa difesa dell’attrice aveva d’altronde evocato un possibile esito estintivo del processo.

Poiché anche le altre parti costituite hanno accettato tale rinuncia, si sono realizzati i presupposti per la chiusura del processo. Il giudice ha verificato che i procuratori avessero i poteri necessari per compiere tale atto, inclusa l’Avvocatura dello Stato che opera per legge.

Le motivazioni della decisione

Il Tribunale ha dichiarato l’estinzione del giudizio basandosi sull’art. 306 c.p.c. La norma prevede che il processo si estingue se la parte che lo ha iniziato rinuncia formalmente agli atti e tale rinuncia viene accettata dalle altre parti che potrebbero avere interesse alla prosecuzione. In questo caso, l’accettazione della proposta conciliativa, che prevedeva espressamente la rinuncia alla domanda, è stata considerata equivalente a una rinuncia formale.

Inoltre, per quanto riguarda le spese, il quarto comma dello stesso articolo stabilisce che le spese sono a carico del rinunciante, salvo diverso accordo tra le parti. L’accordo sulla compensazione, contenuto nella proposta del giudice e accettato da tutti, ha derogato alla regola generale, portando il Tribunale a dichiarare l’integrale compensazione delle spese legali.

Conclusioni

La sentenza dimostra come la volontà delle parti, manifestata anche attraverso l’adesione a una proposta conciliativa, sia determinante per la sorte del processo. Un accordo che preveda la rinuncia alla domanda e un patto sulle spese può trasformarsi in una formale rinuncia agli atti, portando a una rapida estinzione del giudizio. Questa soluzione evita i tempi e i costi di un’ulteriore fase processuale, offrendo una via d’uscita efficiente quando le parti raggiungono un’intesa sulla chiusura della controversia, anche su impulso del giudice.

Cosa succede se l’attore rinuncia agli atti del giudizio?
Il processo si estingue, ovvero si chiude definitivamente senza una decisione nel merito, a condizione che la rinuncia sia accettata dalle altre parti costituite che potrebbero avere interesse a proseguire la causa per ottenere una sentenza a loro favorevole.

L’accettazione di una proposta del giudice può valere come rinuncia agli atti?
Sì. Come dimostra questo caso, se la proposta conciliativa del giudice include espressamente la “rinuncia alla domanda” e viene accettata dalla parte attrice, il Tribunale può interpretare tale accettazione come una formale rinuncia agli atti, con le conseguenze previste dalla legge.

In caso di rinuncia agli atti, chi paga le spese legali?
La legge prevede che le spese siano a carico della parte che rinuncia. Tuttavia, le parti possono stabilire un accordo diverso. Nella vicenda esaminata, le parti hanno accettato la proposta del giudice di compensare integralmente le spese, e il Tribunale ha ratificato tale accordo nella sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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