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Rimessione in termini: l’omessa pronuncia vizia la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile un gravame senza esaminare l’istanza di rimessione in termini presentata dall’appellante. Il caso riguardava un appello per danni da infiltrazioni, il cui deposito telematico aveva riscontrato problemi. La Suprema Corte ha stabilito che l’omessa pronuncia su tale istanza costituisce un vizio procedurale che impone l’annullamento della decisione e un nuovo esame da parte del giudice del rinvio.

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Rimessione in Termini e Deposito Telematico: L’Obbligo del Giudice di Pronunciarsi

L’era digitale ha trasformato anche il processo civile, ma con le nuove tecnologie emergono nuove problematiche. Cosa succede se un errore nel sistema informatico impedisce il corretto deposito di un atto? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4667/2024, chiarisce un punto fondamentale: il giudice ha il dovere di esaminare l’istanza di rimessione in termini presentata dalla parte. Ignorarla costituisce un grave vizio procedurale che invalida la sentenza.

I Fatti: Danni da Infiltrazione e un Appello Contestato

La vicenda ha origine da una causa per risarcimento danni dovuti a infiltrazioni d’acqua. I gestori di una discoteca citavano in giudizio il proprietario del terrazzo sovrastante, chiedendo il risarcimento e l’esecuzione dei lavori di riparazione. Il Tribunale accoglieva la domanda, condannando il proprietario.

Quest’ultimo decideva di appellare la sentenza. A causa di un presunto malfunzionamento del sistema di deposito telematico, il suo avvocato si vedeva costretto a presentare un secondo atto di appello, chiedendo contestualmente la rimessione in termini per il primo, che riteneva non correttamente recepito dal sistema.

La Decisione della Corte d’Appello e la richiesta di rimessione in termini

La Corte d’Appello di Roma, riuniti i due procedimenti, prendeva una decisione drastica: dichiarava improcedibile il primo appello e inammissibile il secondo. Tuttavia, nel suo provvedimento, il collegio ometteva completamente di pronunciarsi sulla richiesta di rimessione in termini che era stata avanzata dalla difesa dell’appellante.

Questa omissione è diventata il fulcro del successivo ricorso in Cassazione, in cui l’appellante lamentava, tra le altre cose, la violazione del suo diritto di difesa per non aver avuto la possibilità di veder esaminata la sua istanza, fondamentale per superare l’ostacolo procedurale che aveva portato alla declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni della Cassazione: L’Omessa Pronuncia sulla Rimessione in Termini

La Suprema Corte ha accolto i motivi relativi alla mancata valutazione dell’istanza di rimessione in termini, cassando con rinvio la sentenza impugnata.

L’Errore Procedurale Fatale

I giudici di legittimità hanno sottolineato come sia incontroverso che l’avvocato avesse depositato un’istanza di rimessione in termini a soli dieci giorni dal riscontro dell’anomalia telematica. La Corte d’Appello, però, non ha emesso alcun provvedimento su tale istanza, né di accoglimento né di rigetto. Questo comportamento integra il vizio di omessa pronuncia.

Il Principio di Diritto

Secondo la giurisprudenza consolidata, richiamata nell’ordinanza, l’omesso esame di un’istanza di rimessione in termini è di per sé un vizio del procedimento. Non è necessario che la parte dimostri un danno specifico, poiché il semplice esame dell’istanza avrebbe potuto portare il giudice a una conclusione diversa sull’ammissibilità dell’impugnazione. Il giudice di merito aveva l’obbligo di valutare se il mancato rispetto del termine fosse dipeso da una causa non imputabile all’appellante, come un malfunzionamento del sistema informatico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale a tutela del diritto di difesa nell’ambito del processo civile telematico. Stabilisce chiaramente che, di fronte a un’istanza di rimessione in termini motivata da problemi tecnici, il giudice non può semplicemente ignorarla. Deve esaminarla nel merito e fornire una risposta motivata. La decisione di accogliere i motivi relativi all’omessa pronuncia e di cassare la sentenza dimostra che i tecnicismi procedurali non possono prevalere sul diritto delle parti a un giusto processo, specialmente quando sono in gioco potenziali disservizi dei sistemi informatici del Ministero della Giustizia. La causa torna ora alla Corte d’Appello, che dovrà, prima di ogni altra valutazione, pronunciarsi sulla richiesta di essere rimesso nei termini per l’appello.

Se un giudice non si pronuncia su un’istanza di rimessione in termini, la sua decisione è valida?
No, secondo questa ordinanza, l’omessa pronuncia sull’istanza di rimessione in termini costituisce un vizio del procedimento che porta alla cassazione della sentenza, in quanto viola il diritto di difesa della parte.

È possibile chiedere la rimessione in termini a causa di un problema con il deposito telematico di un atto?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che nel complesso procedimento di invio telematico degli atti processuali può validamente inserirsi un’istanza di rimessione in termini per sanare eventuali irregolarità non imputabili alla parte, come un malfunzionamento del sistema.

Quanto tempo si ha per presentare un’istanza di rimessione in termini dopo aver scoperto un errore nel deposito?
La sentenza stabilisce che l’istanza deve essere formulata in un “ambito temporale ragionevole”. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che un’istanza presentata dieci giorni dopo il riscontro dell’anomalia fosse meritevole di essere esaminata dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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