LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimborso spese legali: il parere dell’Avvocatura

Un dirigente pubblico, assolto in un processo penale, ha contestato l’importo del rimborso delle spese legali ricevuto dalla sua amministrazione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale sul rimborso spese legali dipendente pubblico: il parere di congruità espresso dall’Avvocatura dello Stato, sebbene necessario, non è vincolante per il giudice. Quest’ultimo ha il potere e il dovere di valutare nel merito la congruità dell’importo, garantendo i principi di ragionevolezza e tutela effettiva dei diritti del lavoratore. La sentenza d’appello è stata annullata con rinvio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rimborso spese legali dipendente pubblico: il parere dell’Avvocatura è sindacabile dal giudice

Un dipendente pubblico, assolto da accuse penali legate al suo servizio, ha diritto al rimborso integrale delle spese legali sostenute. Ma cosa succede se l’amministrazione, basandosi su un parere dell’Avvocatura dello Stato, liquida un importo ritenuto insufficiente? La Corte di Cassazione interviene con una decisione chiave sul rimborso spese legali dipendente pubblico, stabilendo che il parere di congruità dell’Avvocatura non è un dogma insindacabile, ma deve essere sottoposto al vaglio del giudice.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un dirigente di un’università pubblica che, dopo essere stato assolto in un procedimento penale relativo alla sua attività lavorativa, si è visto riconoscere il diritto al rimborso delle spese legali. L’ateneo ha versato spontaneamente una somma, ritenendola congrua sulla base di un parere dell’Avvocatura dello Stato. Il dirigente, considerando l’importo non satisfattivo e basato sui minimi tariffari, ha agito in giudizio per ottenere il pagamento di una somma maggiore.

Tanto il Tribunale in primo grado quanto la Corte d’Appello hanno respinto la sua domanda, considerando il parere dell’Avvocatura come un atto decisivo e vincolante, che non poteva essere messo in discussione dal giudice.

La Decisione della Corte di Cassazione e la valutazione del rimborso spese legali

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo le ragioni del dirigente. I giudici di legittimità hanno chiarito la natura e i limiti del parere di congruità previsto dall’art. 18 del d.l. n. 67 del 1997.

Il punto centrale della controversia era se tale parere fosse un atto meramente interno all’amministrazione, vincolante solo per quest’ultima, oppure un provvedimento con valore decisorio anche per il giudice chiamato a dirimere una controversia sull’entità del rimborso.

Il Ruolo del Parere dell’Avvocatura dello Stato

La Corte, richiamando un precedente delle Sezioni Unite (n. 13861/2015), ha affermato che il parere dell’Avvocatura è un requisito imprescindibile di legittimità per l’erogazione del rimborso. Senza di esso, l’amministrazione non può pagare. Tuttavia, il suo carattere necessario non lo rende insindacabile nel merito.

Il parere non può limitarsi a una mera applicazione dei minimi tariffari, né può avere come unico scopo quello di minimizzare la spesa pubblica. Deve, invece, essere reso in termini di effettiva “congruità”, bilanciando l’interesse del dipendente a non subire un danno economico per essersi difeso e l’interesse pubblico a un uso corretto delle risorse.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla ratio della norma, che è quella di tenere indenni i funzionari pubblici che agiscono nell’interesse dell’amministrazione, sollevandoli dal timore di conseguenze giudiziarie connesse al loro lavoro. Lo scopo è evitare che un dipendente incolpevole subisca un danno patrimoniale per aver svolto correttamente le proprie mansioni.

Di conseguenza, negare al giudice il potere di valutare la congruità del parere dell’Avvocatura significherebbe svuotare di significato questa tutela. Il giudice deve poter verificare che il rimborso sia “necessario e sufficiente” e che rispetti i principi costituzionali di affidamento, ragionevolezza e tutela effettiva dei diritti.

La Corte d’Appello ha quindi errato nel ritenere il parere dell’Avvocatura un atto intoccabile, rifiutandosi di esaminare le argomentazioni del dirigente volte a dimostrare la necessità di un rimborso superiore ai minimi. L’interpretazione corretta della legge impone che il giudice possa e debba entrare nel merito della questione, valutando tutti gli elementi del caso per determinare il giusto importo del rimborso.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un’importante garanzia per tutti i dipendenti pubblici. Viene sancito in modo definitivo che, in caso di controversia sul rimborso spese legali dipendente pubblico, il parere dell’Avvocatura dello Stato è soggetto al pieno controllo giurisdizionale. Il giudice non è un mero esecutore di quanto stabilito dall’Avvocatura, ma il garante finale della congruità del rimborso, assicurando che il dipendente, risultato innocente, sia effettivamente tenuto indenne da ogni costo difensivo ragionevolmente sostenuto.

Il parere dell’Avvocatura dello Stato sulla congruità delle spese legali è vincolante per il giudice?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il parere dell’Avvocatura dello Stato, pur essendo un requisito necessario perché l’amministrazione possa procedere al rimborso, non è vincolante per il giudice. Quest’ultimo ha il potere e il dovere di vagliarne la congruità nel merito.

Qual è lo scopo della norma che prevede il rimborso delle spese legali per i dipendenti pubblici?
Lo scopo è tutelare i funzionari pubblici che agiscono in nome e per conto dell’amministrazione, tenendoli indenni dalle conseguenze economiche di procedimenti giudiziari legati al loro servizio, specialmente quando la loro responsabilità viene esclusa. Si vuole evitare che il dipendente incolpevole subisca un danno per aver svolto il proprio lavoro.

Può un giudice stabilire un rimborso superiore a quello indicato come congruo dall’Avvocatura dello Stato?
Sì. Il giudice, nell’ambito di una causa intentata dal dipendente per ottenere un rimborso maggiore, può discostarsi dal parere dell’Avvocatura e liquidare un importo superiore se, sulla base degli elementi di causa, ritiene che tale importo sia più giusto e congruo per ristorare integralmente il dipendente dalle spese sostenute.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati