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Rimborso canone depurazione: la Cassazione decide

Due utenti ottengono la conferma del loro diritto al rimborso del canone di depurazione per un servizio idrico non erogato. La società fornitrice, dopo aver perso in primo e secondo grado, rinuncia al ricorso in Cassazione alla luce di una giurisprudenza consolidata che conferma il diritto al rimborso.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rimborso Canone Depurazione: Quando Pagare Non è Dovuto

Il tema del rimborso del canone di depurazione è di grande interesse per i consumatori. Molti si chiedono se sia legittimo pagare per un servizio che, di fatto, non viene erogato. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce sulla questione, confermando un principio ormai consolidato: se la depurazione non c’è, la tariffa non è dovuta. Analizziamo insieme questo caso emblematico che si è concluso con la rinuncia al ricorso da parte della società idrica.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso

La vicenda ha origine dall’azione legale intrapresa da due utenti del servizio idrico integrato in un comune ligure. Essi convenivano in giudizio la società fornitrice, chiedendo la restituzione delle somme versate negli ultimi dieci anni a titolo di canone per il servizio di depurazione. Il presupposto della loro richiesta era semplice e diretto: nel loro territorio comunale, il servizio di depurazione, pur essendo addebitato in bolletta, non era mai stato effettivamente erogato.

Il Percorso Giudiziario e l’Orientamento Consolidato

Sia il Giudice di Pace in primo grado che il Tribunale in appello hanno dato ragione ai consumatori, condannando la società idrica a rimborsare le somme indebitamente percepite. La società, non rassegnandosi alla doppia sconfitta, ha deciso di portare la questione fino in Corte di Cassazione, presentando un ricorso basato su sei distinti motivi.

Tuttavia, prima che la Corte potesse decidere nel merito, è avvenuto un colpo di scena. La stessa società ricorrente, tramite il suo legale, ha comunicato di non avere più interesse alla prosecuzione del giudizio, rinunciando formalmente al ricorso.

Le Motivazioni della Rinuncia e il Principio sul Rimborso Canone Depurazione

La ragione di questa scelta strategica non risiede in un ripensamento improvviso, ma nella presa d’atto di un orientamento giurisprudenziale ormai granitico della stessa Corte di Cassazione. Poco prima, infatti, la Suprema Corte aveva pubblicato una serie di ordinanze su casi identici, stabilendo in modo inequivocabile alcuni principi chiave:

1. Nessun servizio, nessuna tariffa: La quota della tariffa relativa al servizio di depurazione non è dovuta se l’impianto è assente o non funzionante. Il pagamento, in questo caso, è privo di causa e costituisce un indebito oggettivo.
2. Legittimazione passiva: Il soggetto tenuto alla restituzione è colui che ha ricevuto il pagamento, anche se è subentrato a un precedente gestore.
3. Prescrizione decennale: L’azione per ottenere il rimborso si prescrive nel termine ordinario di dieci anni.

Di fronte a questo orientamento chiaro e consolidato, proseguire il giudizio sarebbe stato per la società un’inutile perdita di tempo e denaro. La rinuncia è stata quindi una conseguenza logica.

Le Conclusioni: Estinzione del Giudizio e Condanna alle Spese

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia, ha dichiarato estinto il giudizio. Conformemente alla legge, ha condannato la società ricorrente a pagare le spese legali sostenute dalla controparte nel giudizio di cassazione. Questa decisione, pur non entrando nel merito specifico del caso a causa della rinuncia, rafforza indirettamente i diritti dei consumatori. Conferma che, in presenza di un servizio di depurazione inesistente, la richiesta di rimborso del canone di depurazione è pienamente legittima e fondata, spingendo le stesse società fornitrici a desistere da liti ormai dall’esito scontato.

Ho diritto al rimborso del canone di depurazione se il servizio non viene erogato?
Sì. L’ordinanza si basa su un principio giurisprudenziale consolidato secondo cui la quota della tariffa per la depurazione non è dovuta se il servizio è assente o l’impianto non è funzionante. Il pagamento effettuato in queste condizioni è considerato indebito.

Chi è tenuto a restituire le somme non dovute per la depurazione?
La restituzione è a carico del soggetto che ha ricevuto il pagamento. Questo vale anche nel caso in cui sia subentrato a un precedente gestore nella gestione del servizio idrico.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere il rimborso del canone di depurazione?
Il diritto a richiedere il rimborso si prescrive nel termine ordinario di dieci anni. Gli utenti possono quindi richiedere la restituzione delle somme pagate fino a dieci anni prima della richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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