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Rimborso buono postale: il superstite incassa tutto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26231/2024, ha stabilito che in caso di buono postale fruttifero cointestato con clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, il cointestatario superstite ha diritto a ottenere il rimborso dell’intera somma senza la necessità della quietanza congiunta degli eredi del cointestatario defunto. La decisione si fonda sulla specifica natura dei buoni, che sono rimborsabili ‘a vista’ e non cedibili, distinguendoli dai libretti di risparmio a cui si applica una disciplina differente in materia di successione.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Rimborso buono postale cointestato: la Cassazione fa chiarezza

Il tema del rimborso buono postale cointestato, in caso di decesso di uno degli intestatari, è da tempo oggetto di dibattito. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 26231 del 2024, ha consolidato un principio fondamentale: il cointestatario superstite, in presenza della clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, può riscuotere l’intera somma senza il consenso degli eredi del defunto. Questa decisione offre importanti chiarimenti sulla natura di questi strumenti di risparmio.

I fatti del caso: un buono cointestato e il decesso

Un risparmiatore si era rivolto al Giudice di Pace per ottenere il rimborso di un buono postale fruttifero, emesso nel 1997 e cointestato con un’altra persona, nel frattempo deceduta. Il buono conteneva la specifica clausola ‘PFR’ (pari facoltà di rimborso). L’istituto emittente si era opposto alla richiesta, sostenendo che il rimborso potesse avvenire solo con una quietanza congiunta firmata da tutti gli eredi del cointestatario defunto, per tutelare le loro ragioni successorie.

La controversia giuridica

La questione legale verteva sull’interpretazione e l’efficacia della clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ dopo la morte di uno dei titolari. L’istituto emittente riteneva applicabile, per analogia, la normativa prevista per i libretti di risparmio, che impone la quietanza di tutti gli aventi diritto in caso di successione. Il risparmiatore, invece, sosteneva che la natura specifica del buono postale e la clausola PFR gli garantissero il diritto di riscuotere l’intera somma in autonomia. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello avevano dato ragione al risparmiatore, portando l’istituto finanziario a ricorrere in Cassazione.

Le motivazioni della Cassazione sul rimborso buono postale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’istituto emittente, confermando le decisioni dei gradi precedenti e consolidando un orientamento ormai maggioritario. I giudici hanno chiarito in modo definitivo perché la disciplina dei libretti di risparmio non possa essere estesa ai buoni postali fruttiferi.

La distinzione cruciale tra buoni postali e libretti di risparmio

La Corte ha sottolineato che, sebbene entrambi siano documenti di legittimazione e non titoli di credito, esistono differenze sostanziali. I buoni postali, a differenza dei libretti, sono caratterizzati da un regime di circolazione molto più rigido: sono intrasferibili (non cedibili) e il rimborso avviene ‘a vista’ direttamente all’intestatario. Questo rafforza notevolmente il diritto di credito del titolare.
La normativa specifica per i buoni (art. 208 del d.P.R. 256/1989) prevede appunto il rimborso ‘a vista’ presso l’ufficio di emissione. Questa specialità impedisce l’applicazione analogica dell’art. 187 dello stesso decreto, che regola la successione nei libretti di risparmio e richiede la quietanza di tutti gli eredi.

L’efficacia immutata della clausola ‘pari facoltà di rimborso’

Il punto centrale della decisione è che la morte di uno dei cointestatari non neutralizza la clausola ‘PFR’. Questa clausola, che esprime una solidarietà attiva tra i creditori, è pensata proprio per consentire a ciascun titolare di operare in autonomia. Negare questo diritto al superstite significherebbe paralizzare la funzione stessa del buono, che è quella di garantire una facile e rapida liquidabilità del risparmio.
La Corte ha specificato che la tutela degli eredi non viene meno, ma si sposta sul piano dei rapporti interni. Il cointestatario che incassa l’intera somma sarà tenuto a versare agli eredi la quota di loro spettanza, secondo le regole della successione (art. 1295 c.c.), ma ciò non può ostacolare il suo diritto al rimborso nei confronti del debitore (l’istituto emittente).

Le conclusioni: il diritto del cointestatario superstite

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di un buono postale fruttifero cointestato con clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, il cointestatario superstite è pienamente legittimato a richiedere e ottenere il pagamento dell’intero importo del titolo. L’istituto emittente non può subordinare il pagamento alla presentazione di una quietanza congiunta da parte di tutti gli eredi del cointestatario deceduto. Questo principio rafforza la certezza giuridica per i risparmiatori e chiarisce definitivamente la specialità dei buoni postali rispetto ad altri strumenti finanziari.

Se un buono postale è cointestato con ‘pari facoltà di rimborso’ e uno degli intestatari muore, il superstite può incassare tutto?
Sì, secondo la Corte di Cassazione il cointestatario superstite è legittimato a ottenere il rimborso dell’intera somma portata dal documento, in virtù della clausola di ‘pari facoltà di rimborso’.

È necessario il consenso o la firma degli eredi del defunto per il rimborso?
No, la Corte ha stabilito che non è necessaria la quietanza congiunta di tutti gli aventi diritto (ovvero gli eredi del defunto). Il diritto del superstite a incassare è autonomo e non può essere subordinato al consenso degli eredi.

Perché i buoni postali sono trattati diversamente dai libretti di risparmio in questa situazione?
I buoni postali hanno un regime di circolazione diverso: sono rimborsabili ‘a vista’ e il credito non è cedibile. Questa specificità impedisce di applicare per analogia la disciplina dei libretti di risparmio, che in caso di morte di un intestatario richiede la quietanza di tutti gli eredi per il rimborso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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