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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un’azienda a ottenere il rimborso accise energia relative all’addizionale provinciale sulla fornitura elettrica. Il caso vedeva un’azienda utente richiedere la restituzione delle somme versate a una società di factoring, la quale aveva acquistato i crediti dal fornitore di energia. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del fornitore, allineandosi a un orientamento consolidato che sancisce l’illegittimità di tale addizionale e il conseguente diritto alla restituzione per l’utente finale.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Rimborso Accise Energia: La Cassazione Conferma il Diritto alla Restituzione

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande interesse per consumatori e imprese: il rimborso accise energia relative all’addizionale provinciale sulla fornitura elettrica. La decisione conferma un orientamento ormai consolidato, ribadendo il diritto degli utenti a ottenere la restituzione di somme non dovute, anche quando i crediti sono stati ceduti a società terze.

I Fatti del Caso: Dalla Fornitura alla Richiesta di Restituzione

La vicenda ha origine da un contratto di somministrazione di energia elettrica. Una società utente, dopo aver pagato le proprie fatture, si rendeva conto di aver versato, negli anni 2010-2011, un’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica che riteneva illegittima per contrasto con il diritto comunitario.

La situazione era complicata da un ulteriore passaggio: il fornitore di energia aveva ceduto i propri crediti commerciali a una società di factoring. Di conseguenza, l’azienda utente aveva effettuato i pagamenti, comprensivi dell’addizionale contestata, direttamente a quest’ultima.

Decisa a recuperare quanto indebitamente versato, l’azienda utente citava in giudizio la società di factoring, chiedendone la condanna alla restituzione. La società di factoring, a sua volta, chiamava in causa il fornitore di energia, chiedendo di essere tenuta indenne (manlevata) in caso di accoglimento della domanda.

Il Percorso Giudiziario e il Principio del Rimborso Accise Energia

Il percorso legale è stato a due velocità. In primo grado, il Tribunale rigettava la domanda dell’azienda utente. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava completamente la decisione, accogliendo il gravame. I giudici di secondo grado condannavano la società di factoring a restituire oltre 54.000 euro all’utente e, contestualmente, obbligavano il fornitore di energia a rimborsare tale somma alla società di factoring.

Insoddisfatto, il fornitore di energia portava la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo le proprie ragioni con un ricorso basato su quattro motivi. La società di factoring aderiva all’impugnazione, mentre l’azienda utente resisteva per difendere la sentenza d’appello.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso infondato, rigettandolo in modo netto. La decisione si basa su un principio di economia processuale e di aderenza a un orientamento giurisprudenziale ormai granitico.

I giudici hanno evidenziato che su vicende identiche, a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale della norma che istituiva l’addizionale, la stessa Corte si era già espressa con una serie di pronunce conformi. In questi casi, la legge consente al giudice di motivare la propria decisione semplicemente richiamando i precedenti specifici, senza dover ripercorrere l’intero ragionamento giuridico.

La Suprema Corte ha quindi dichiarato superflua un’analisi dettagliata dei motivi del ricorso, poiché la questione era già stata ampiamente risolta in passato. Il diritto dell’utente al rimborso accise energia era già stato affermato con chiarezza, e non vi erano ragioni per discostarsi da tale interpretazione. Di conseguenza, il ricorso principale del fornitore e quello incidentale della società di factoring sono stati entrambi respinti.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

Questa ordinanza consolida ulteriormente un principio fondamentale a tutela degli utenti finali. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Certezza del Diritto: Viene confermato senza ombra di dubbio che l’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica era illegittima e che gli importi versati a tale titolo devono essere restituiti.
2. Tutela dell’Utente: L’utente ha diritto al rimborso anche se il pagamento è stato effettuato a una società di factoring cessionaria del credito. Il rapporto di debito/credito originario non viene alterato dalla cessione, e chi ha pagato una somma non dovuta ha diritto a ripeterla da chi l’ha ricevuta.
3. Responsabilità del Fornitore: Sebbene la condanna diretta alla restituzione possa colpire il cessionario (la società di factoring che ha incassato), la responsabilità finale ricade sul cedente (il fornitore di energia), che è tenuto a manlevare il primo. È il fornitore che ha addebitato una somma non dovuta.

In conclusione, la decisione rafforza la posizione di tutti i consumatori e le imprese che hanno pagato questa addizionale, fornendo un solido fondamento giuridico per le azioni di recupero.

Perché l’utente aveva diritto al rimborso dell’addizionale sull’energia?
L’utente aveva diritto al rimborso perché la norma che istituiva l’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica è stata dichiarata illegittima per contrasto con il diritto comunitario e, successivamente, incostituzionale. Pertanto, i pagamenti effettuati sulla base di tale norma sono stati considerati indebiti.

Chi è stato condannato a restituire le somme all’utente finale?
La Corte d’Appello aveva condannato la società di factoring, che aveva materialmente incassato le somme, a restituirle all’utente. Contestualmente, ha obbligato il fornitore di energia a ‘rivalere’ (cioè rimborsare) la società di factoring, facendo così ricadere il costo finale sul fornitore che aveva originariamente addebitato l’imposta illegittima.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del fornitore di energia?
La Corte ha rigettato il ricorso perché la questione era già stata decisa in casi identici da numerose sentenze precedenti della stessa Corte. Essendoci un orientamento giurisprudenziale consolidato sull’illegittimità dell’addizionale e sul conseguente diritto al rimborso, i giudici hanno ritenuto superfluo riesaminare la questione nel dettaglio, confermando la decisione d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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