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Rilascio immobile: rigetto del ricorso per urgenza

Un proprietario ha richiesto il rilascio immobile in via d’urgenza da parte di un’occupante senza titolo. Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso, non ravvisando la sussistenza di un pregiudizio imminente e irreparabile (periculum in mora), poiché il danno lamentato, di natura prettamente economica, è risarcibile e non è stato provato un rischio concreto di deterioramento del bene.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rilascio immobile d’urgenza: quando il danno economico non basta

Ottenere il rilascio immobile occupato senza titolo è un diritto del proprietario, ma la strada del ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. non è sempre percorribile. Un’interessante ordinanza del Tribunale di Roma chiarisce i requisiti necessari, sottolineando come il solo pregiudizio economico, come la perdita di canoni di locazione, non sia sufficiente a dimostrare quel ‘danno grave e irreparabile’ richiesto dalla legge.

I fatti del caso: l’occupazione senza titolo

La vicenda nasce dalla richiesta di un proprietario che, a seguito del decesso dell’usufruttuaria, aveva consolidato la piena proprietà su un appartamento. L’immobile, tuttavia, risultava occupato dalla figlia della defunta, che vi si era trasferita insieme alla sua famiglia poco prima della morte della madre, rimanendovi anche dopo senza alcun titolo legittimo. Il proprietario, lamentando l’impossibilità di utilizzare o locare il bene e temendo un suo deterioramento, decideva di agire in via d’urgenza per ottenerne la liberazione immediata.

La difesa dell’occupante e la posizione del Tribunale

La resistente si difendeva sostenendo di essersi trasferita nell’abitazione per assistere la madre, invalida al 100%, e che il proprietario era a conoscenza di tale situazione. Eccepiva, inoltre, la mancanza dei presupposti per il provvedimento d’urgenza: l’assenza del fumus boni iuris (la parvenza del buon diritto) e, soprattutto, del periculum in mora (il pericolo di un danno grave e irreparabile nel ritardo).

L’assenza del periculum in mora nel rilascio immobile

Il Giudice, accogliendo le tesi difensive, ha rigettato il ricorso, ritenendo dirimente e assorbente la carenza di prova sul periculum in mora. L’analisi del Tribunale si è concentrata su alcuni punti chiave che hanno smontato la tesi dell’urgenza avanzata dal proprietario.

Il danno economico non è irreparabile

Il ricorrente lamentava un pregiudizio grave consistente nell’indisponibilità del bene e nella perdita di potenziali redditi da locazione. Il giudice ha osservato che un danno di natura prettamente economica non è, per sua natura, ‘irreparabile’. Può, infatti, essere quantificato e risarcito in un secondo momento. La tutela d’urgenza è riservata a quelle situazioni in cui il diritto subirebbe una lesione definitiva, non ristorabile per equivalente monetario.

La mancanza di prove sul deterioramento e l’assenza di esigenze abitative

Il proprietario aveva anche paventato il rischio di un deterioramento dell’immobile, ma non ha fornito prove concrete a sostegno di tale timore, limitandosi ad allegazioni generiche. Inoltre, è emerso che l’immobile in questione non era mai stato la residenza del ricorrente o della sua famiglia, escludendo quindi una peculiare esigenza abitativa che potesse giustificare l’urgenza dell’intervento. Lo stesso lasso di tempo trascorso tra il decesso dell’usufruttuaria (novembre 2024) e la proposizione del ricorso (agosto 2025) è stato considerato un elemento che affievoliva il carattere dell’imminenza del pericolo.

Le motivazioni

La decisione del Tribunale si fonda su un’interpretazione rigorosa dei presupposti del provvedimento cautelare atipico previsto dall’art. 700 c.p.c. Il giudice ha chiarito che l’occupazione abusiva di un immobile, pur ledendo il diritto di proprietà, non integra automaticamente i requisiti di gravità e irreparabilità del pregiudizio necessari per un intervento d’urgenza. Il ricorrente ha l’onere di dimostrare qualcosa di più del semplice danno economico derivante dal mancato godimento del bene. Deve provare che il ritardo nell’ottenere una decisione attraverso le vie ordinarie esporrebbe il suo diritto a un pregiudizio non altrimenti ristorabile. In questo caso, la natura meramente patrimoniale del danno lamentato e l’assenza di prove su altri rischi (come il deterioramento o urgenti necessità abitative) hanno reso la domanda infondata sotto il profilo cautelare. La questione del diritto al rilascio, quindi, non viene negata in assoluto, ma dovrà essere valutata nelle sedi ordinarie, dove si accerterà la fondatezza nel merito della pretesa (fumus boni iuris).

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per i proprietari di immobili: la tutela d’urgenza è uno strumento eccezionale e non una scorciatoia per risolvere controversie di occupazione abusiva. Per ottenere il rilascio immobile con un provvedimento cautelare, non è sufficiente affermare la lesione del proprio diritto di proprietà. È indispensabile fornire prove concrete di un pregiudizio che sia non solo grave, ma anche imminente e, soprattutto, irreparabile, ovvero non suscettibile di essere pienamente compensato da un successivo risarcimento del danno. In assenza di tali prove, il proprietario dovrà percorrere la via del giudizio ordinario per far valere le proprie ragioni.

Perché il giudice ha respinto la richiesta urgente di rilascio dell’immobile?
Il giudice ha respinto il ricorso perché il proprietario non ha fornito la prova di un pregiudizio imminente e irreparabile (il cosiddetto periculum in mora), requisito indispensabile per la concessione di un provvedimento d’urgenza ai sensi dell’art. 700 c.p.c.

Il danno economico derivante dalla mancata locazione è considerato irreparabile?
No, secondo questa ordinanza, il pregiudizio di natura puramente economica, come la perdita di potenziali redditi da locazione, non è considerato irreparabile. Questo perché tale danno può essere quantificato e risarcito economicamente in un momento successivo, venendo meno il carattere dell’irreparabilità.

Cosa deve dimostrare il proprietario per ottenere un ordine di rilascio in via d’urgenza?
Il proprietario deve dimostrare non solo la probabile fondatezza del suo diritto al rilascio (fumus boni iuris), ma anche e soprattutto che il ritardo di un giudizio ordinario causerebbe al suo diritto un danno grave e non più sanabile, che vada oltre il semplice pregiudizio patrimoniale risarcibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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