LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Riempimento abusivo: quando serve la querela di falso

Un debitore ha contestato una ricognizione di debito firmata in bianco, sostenendo un riempimento abusivo da parte del creditore. La Cassazione ha confermato che, se esiste un accordo per il riempimento, anche se i termini vengono violati (‘contra pacta’), il firmatario deve fornire la prova con mezzi ordinari, senza necessità di una querela di falso. Quest’ultima è richiesta solo in caso di riempimento senza alcun accordo (‘absque pactis’). Il ricorso del debitore è stato respinto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Riempimento Abusivo di un Foglio Firmato in Bianco: La Cassazione Chiarisce i Mezzi di Prova

Firmare un foglio in bianco è una pratica rischiosa ma non infrequente nei rapporti d’affari, basata su una fiducia che può essere tradita. Cosa accade se chi riceve il documento lo completa in modo difforme dagli accordi? Si parla in questo caso di riempimento abusivo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5510/2024) fa luce su un aspetto cruciale: quali strumenti processuali ha il firmatario per difendersi? La risposta dipende da una distinzione fondamentale: quella tra riempimento contra pacta e absque pactis.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria nasce dalla richiesta di pagamento avanzata dagli eredi di un creditore nei confronti di un debitore, sulla base di una ‘scheda contabile’ che costituiva una ricognizione di debito per oltre 600.000 euro. Il debitore si opponeva fermamente, sostenendo di aver firmato il documento in bianco e che il creditore lo avesse riempito abusivamente, indicando una cifra non corrispondente alla reale situazione contabile tra le parti. Oltre a ciò, il debitore lamentava che i rapporti pregressi fossero viziati da interessi usurari.

Sia il Tribunale che la Corte di Appello davano ragione agli eredi del creditore. In particolare, i giudici di merito ritenevano inammissibile la querela di falso proposta dal debitore in appello, strumento con cui intendeva dimostrare la falsità del documento. Secondo le corti, il caso in esame non configurava una falsità materiale, bensì un inadempimento dell’accordo sul riempimento del foglio.

Il Principio del Riempimento Abusivo: La Distinzione tra ‘Contra Pacta’ e ‘Absque Pactis’

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato in giurisprudenza. La disciplina del riempimento abusivo di un foglio firmato in bianco si articola su due scenari ben distinti:

Riempimento ‘Contra Pacta’ (contro gli accordi)

Si verifica quando tra il firmatario e chi riempie il documento esiste un accordo (un ‘mandato ad scribendum’) che autorizza il secondo a completare il foglio. Se chi riempie il documento viola i termini di tale accordo (ad esempio, iscrivendo una somma superiore a quella pattuita), commette un abuso della fiducia ricevuta. In questo caso, non si tratta di un falso materiale. Il firmatario che contesta il contenuto ha l’onere di provare, con i mezzi ordinari (testimoni, documenti, etc.), che il riempimento è avvenuto in violazione dei patti. Non è necessaria, né ammissibile, la querela di falso.

Riempimento ‘Absque Pactis’ (senza accordi)

Questa ipotesi, ben più grave, si realizza quando il riempimento avviene senza che sia mai stato conferito alcun incarico o autorizzazione. In questo scenario, il documento esce completamente dalla sfera di controllo del firmatario e l’azione di chi lo riempie integra una vera e propria falsità materiale. L’unico strumento processuale a disposizione del firmatario per disconoscere il documento è la querela di falso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso del debitore. I giudici hanno stabilito che, data l’esistenza di un rapporto d’affari consolidato tra le parti, si doveva presumere l’esistenza di un accordo a riempire la ‘scheda contabile’. La contestazione del debitore non riguardava l’assenza di un’autorizzazione, ma il modo in cui questa era stata esercitata, ovvero l’importo iscritto.

Di conseguenza, la fattispecie rientrava a pieno titolo nell’ipotesi del riempimento contra pacta. Il debitore avrebbe dovuto articolare e provare le sue difese tramite i mezzi istruttori ordinari fin dal primo grado di giudizio, dimostrando l’inadempimento del creditore al mandato ricevuto. La proposizione tardiva in appello di una querela di falso era, pertanto, proceduralmente scorretta e correttamente dichiarata inammissibile. La Corte ha altresì respinto le altre doglianze, inclusa quella relativa all’usura, per mancata e insufficiente prova da parte del ricorrente.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre un importante monito pratico: la firma di un documento in bianco equivale a conferire un’ampia delega a chi lo riceve. Se si contesta il contenuto successivamente inserito, la strada per far valere le proprie ragioni è in salita. La Cassazione chiarisce che, se un’autorizzazione al riempimento esiste, anche se generica, la contestazione si sposta dal piano della falsità a quello dell’inadempimento contrattuale.

Spetterà al firmatario, che si duole di un riempimento abusivo, l’onere di dimostrare in giudizio quale fosse l’esatto contenuto dell’accordo e come sia stato violato. Un compito probatorio spesso complesso, che sottolinea ancora una volta la necessità della massima cautela e della formalizzazione scritta degli accordi nei rapporti commerciali e finanziari.

Quando è necessario presentare una querela di falso per contestare un documento firmato in bianco e poi riempito da un’altra persona?
La querela di falso è necessaria solo quando il riempimento è avvenuto ‘absque pactis’, cioè in totale assenza di un accordo o autorizzazione a riempire il documento. In questo caso, si configura una falsità materiale.

Cosa significa riempimento ‘contra pacta’ e come si prova in giudizio?
Significa che il documento è stato riempito in violazione di un accordo preesistente tra le parti. Non è considerato un falso, ma un inadempimento del mandato a riempire. La prova di tale abuso deve essere fornita dal firmatario con i mezzi istruttori ordinari (es. prove documentali o testimoniali), dimostrando i termini dell’accordo e la loro violazione.

L’esistenza di un rapporto commerciale tra le parti influenza la qualificazione del riempimento abusivo di un documento?
Sì, secondo la Corte, l’esistenza di rapporti pregressi tra le parti può essere un elemento fondamentale per presumere che esistesse un’autorizzazione al riempimento (un ‘mandato ad scribendum’). Di conseguenza, è più probabile che la contestazione venga qualificata come un caso di riempimento ‘contra pacta’ piuttosto che ‘absque pactis’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati