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Riduzione penale: si può chiedere anche dopo il pagamento?

Una società paga spontaneamente una penale contrattuale molto elevata per recesso anticipato. Successivamente, agisce in giudizio ritenendola eccessiva. La Corte di Cassazione conferma che il potere del giudice di procedere alla riduzione penale può essere esercitato anche dopo l’avvenuto pagamento, ordinando la restituzione della parte eccedente in quanto pagamento non dovuto.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Riduzione Penale: la Cassazione Conferma la Tutela Anche Dopo il Pagamento

La questione della riduzione penale prevista dall’art. 1384 del Codice Civile rappresenta un punto di equilibrio fondamentale tra l’autonomia contrattuale delle parti e la necessità di garantire l’equità dei rapporti giuridici. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 3297/2024, è intervenuta su un aspetto particolarmente dibattuto: è possibile chiedere la riduzione di una penale manifestamente eccessiva anche dopo che questa è stata spontaneamente pagata? La risposta affermativa della Corte consolida un principio di giustizia sostanziale e offre importanti chiarimenti sui poteri del giudice.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un contratto di prestazione artistica tra una società che gestiva una location per eventi e una società incaricata di organizzarli. Il contratto prevedeva una clausola penale che, in caso di recesso anticipato da parte della società proprietaria della location, obbligava quest’ultima a versare una penale pari al 30% del fatturato.

Accadeva che la società proprietaria vendesse l’immobile e, di conseguenza, comunicasse il recesso anticipato dal contratto. Riconoscendo il proprio obbligo, la società versava spontaneamente alla controparte la penale prevista, per un importo considerevole (circa 700 mila euro). Qualche tempo dopo, tuttavia, la stessa società riteneva tale importo manifestamente eccessivo e adiva le vie legali per ottenerne la riduzione e la restituzione della parte eccedente. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello accoglievano la domanda, riducendo la penale e condannando la società organizzatrice a restituire la differenza. Quest’ultima ricorreva quindi in Cassazione.

La Decisione della Cassazione e il Potere di Riduzione Penale

La società ricorrente sosteneva principalmente che il potere del giudice di ridurre la penale potesse essere esercitato solo fino a quando l’obbligazione non fosse stata adempiuta. Una volta avvenuto il pagamento spontaneo, l’obbligazione si sarebbe estinta, precludendo qualsiasi intervento giudiziale. Inoltre, si appellava al principio del legittimo affidamento e del divieto di venire contra factum proprium, sostenendo che accettare il pagamento per poi subirne una riduzione postuma fosse contrario alla buona fede.

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente tali motivi, offrendo un’analisi approfondita della natura e della funzione della riduzione penale.

Le Motivazioni della Corte

I giudici di legittimità hanno ribadito un orientamento ormai consolidato: il potere di riduzione della penale ad equità, attribuito al giudice dall’art. 1384 c.c., non tutela solo l’interesse del debitore, ma risponde a un interesse generale dell’ordinamento a prevenire abusi dell’autonomia contrattuale e a garantire che i contratti non diventino strumenti di iniquità. Per questa ragione, tale potere può essere esercitato d’ufficio, cioè anche senza una specifica richiesta di parte.

La Corte ha chiarito che questo potere non viene meno con l’adempimento. Il fatto che la penale sia stata pagata non “sana” la sua eventuale eccessività. L’ordinamento non ammette che una parte possa arricchirsi in modo sproporzionato a causa di una clausola iniqua, e il pagamento non può precludere al giudice di ripristinare l’equilibrio. Di conseguenza, la somma pagata in eccesso rispetto a quanto ritenuto equo dal giudice costituisce un pagamento non dovuto (indebito) e deve essere restituita ai sensi dell’art. 2033 c.c.

Riguardo al legittimo affidamento, la Cassazione ha precisato che tale principio opera nei rapporti tra le parti, ma non può essere invocato per limitare i poteri che la legge conferisce al giudice a tutela di interessi superiori. L’esistenza stessa del potere di riduzione d’ufficio impedisce che si possa formare un affidamento “intoccabile” sulla somma ricevuta. Allo stesso modo, non si configura una contraddizione nel comportamento di chi prima paga e poi chiede la riduzione: non si contesta l’atto del pagamento, ma la congruità dell’importo pagato sulla base di una clausola potenzialmente iniqua.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un importante baluardo di giustizia contrattuale. Il principio affermato è chiaro: l’adempimento spontaneo di una penale non estingue il diritto di contestarne l’eccessività né il potere del giudice di intervenire per ridurla. Questa decisione conferma che l’equità e la proporzionalità sono valori che permeano l’ordinamento giuridico e che possono essere fatti valere anche dopo l’esecuzione del contratto, garantendo che l’autonomia privata non travalichi mai i confini della giustizia sostanziale.

È possibile chiedere la riduzione di una clausola penale dopo averla spontaneamente pagata?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il potere del giudice di ridurre una penale manifestamente eccessiva può essere esercitato anche dopo che l’obbligato l’ha già pagata volontariamente.

Il pagamento spontaneo della penale crea un legittimo affidamento in chi la riceve, impedendo una successiva richiesta di riduzione?
No. Secondo la Corte, il principio del legittimo affidamento non può essere opposto al potere del giudice, che agisce a tutela di un interesse generale dell’ordinamento alla giustizia contrattuale. L’esistenza stessa di questo potere giudiziale impedisce il formarsi di un affidamento inattaccabile.

Se il giudice riduce una penale già pagata, chi l’ha versata ha diritto alla restituzione della differenza?
Sì. La decisione del giudice che riduce la penale rende la parte eccedente del pagamento “non dovuta” (indebito). Di conseguenza, chi ha pagato ha il diritto di chiedere e ottenere la restituzione di tale somma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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