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Ricorso per saltum nel Rito Fornero: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che, dopo una sentenza di primo grado sfavorevole in una causa di licenziamento soggetta al Rito Fornero, ha presentato un ricorso per saltum, saltando la Corte d’Appello. La Corte ha stabilito che il rito speciale previsto dalla Legge 92/2012 impone un percorso di impugnazione specifico e inderogabile (il reclamo), escludendo la possibilità di un ricorso per saltum in assenza di un accordo tra le parti.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso per saltum nel Rito Fornero: Quando Saltare un Grado di Giudizio è un Errore Fatale

Nel complesso mondo del diritto processuale, la scelta del giusto percorso di impugnazione è cruciale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2542/2024, illumina i rischi legati all’utilizzo del ricorso per saltum in contesti procedurali speciali, come il Rito Fornero in materia di licenziamenti. La decisione sottolinea un principio fondamentale: le norme speciali prevalgono su quelle generali, e ignorarle può costare l’intero giudizio.

I Fatti del Caso: un Licenziamento e una Scelta Processuale Rischiosa

La vicenda ha origine dal licenziamento per giustificato motivo oggettivo di un lavoratore dipendente di una società cooperativa. Il lavoratore ha impugnato il licenziamento attivando il cosiddetto “Rito Fornero” (Legge 92/2012), una procedura accelerata per questo tipo di controversie.

Il Tribunale di primo grado, sia nella fase sommaria che in quella successiva di opposizione, ha dichiarato il ricorso inammissibile per una questione di competenza. A fronte di questa decisione, il lavoratore, anziché percorrere la via maestra del reclamo alla Corte d’Appello, come espressamente previsto dalla Legge 92/2012, ha optato per una scorciatoia: il ricorso per saltum direttamente in Cassazione.

La Questione Giuridica: È Ammissibile il Ricorso per Saltum in un Rito Speciale?

Il nodo centrale della questione era puramente procedurale. Poteva il lavoratore bypassare il secondo grado di giudizio, appellandosi direttamente alla Suprema Corte? La società cooperativa ha eccepito l’inammissibilità del ricorso, sostenendo che la legge speciale (il Rito Fornero) prevedeva un rimedio specifico e obbligatorio, ossia il reclamo in Appello, escludendo alternative.

Le Motivazioni della Cassazione: la Specialità del Rito Fornero e il Ricorso per Saltum

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi della società, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione si fonda sulla natura speciale del procedimento disciplinato dalla Legge 92/2012. I giudici hanno chiarito che tale rito, proprio per la sua specialità, non consente l’applicazione delle norme processuali generali, se non espressamente richiamate.

La Corte ha ribadito i seguenti punti chiave:
1. Esistenza di un Mezzo di Impugnazione Specifico: La Legge 92/2012, all’art. 1, comma 58, prevede esplicitamente il “reclamo” alla Corte d’Appello come unico rimedio contro la sentenza che definisce il giudizio di primo grado. La previsione di un mezzo di impugnazione specifico esclude la possibilità di ricorrere ad altri strumenti, come il ricorso straordinario.
2. Condizioni per il Ricorso per Saltum: Il ricorso per saltum, previsto dall’art. 360, comma 2, c.p.c., è un istituto eccezionale. Richiede due presupposti fondamentali: che la sentenza sia appellabile e, soprattutto, che vi sia un accordo tra tutte le parti per omettere il grado d’appello. Nel caso in esame, non solo mancava tale accordo, ma la sentenza non era soggetta ad un “appello” generico, bensì ad uno specifico “reclamo”.
3. Principio di Prevalenza della Norma Speciale: In ambito giuridico, la legge speciale deroga a quella generale (lex specialis derogat legi generali). Poiché il Rito Fornero è una procedura speciale, le sue disposizioni sull’impugnazione prevalgono sulle regole generali del codice di procedura civile, incluso l’istituto del ricorso per saltum.

In sostanza, la scelta del ricorrente di “saltare” la Corte d’Appello è stata un errore procedurale fatale. La strada da seguire era una sola e ben definita dalla legge speciale applicabile al suo caso.

Le Conclusioni: l’Importanza di Seguire il Corretto Percorso Processuale

La sentenza in commento è un monito sull’importanza del rigore procedurale. La Corte ha concluso che, in assenza dei presupposti di legge, il ricorso diretto in Cassazione era inammissibile. Di conseguenza, il lavoratore è stato condannato al pagamento delle spese legali. Questa decisione riafferma che le regole processuali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del giudizio. Scegliere la via processuale sbagliata può precludere l’esame del merito della controversia, vanificando le ragioni sostanziali, anche se fondate.

È possibile presentare un ricorso per saltum contro una sentenza emessa secondo il Rito Fornero (legge 92/2012)?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il Rito Fornero prevede un mezzo di impugnazione specifico e obbligatorio, il reclamo alla Corte d’Appello. Il ricorso per saltum non è ammesso in questo rito speciale, a meno che non vi sia un accordo esplicito tra le parti.

Qual è la differenza tra “reclamo” nel Rito Fornero e un normale appello?
Sebbene entrambi siano mezzi di impugnazione di secondo grado, il “reclamo” è il termine specifico utilizzato dalla legge 92/2012 per l’appello contro la sentenza del Tribunale. La sentenza chiarisce che l’esistenza di questo specifico rimedio esclude la possibilità di utilizzare altri strumenti processuali, come il ricorso per saltum.

Cosa succede se si sbaglia il mezzo di impugnazione in una causa di lavoro soggetta a rito speciale?
Scegliere un mezzo di impugnazione errato, come in questo caso un ricorso per saltum invece del reclamo previsto, porta alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che i giudici non possono esaminare il merito della questione e l’impugnazione viene respinta per una ragione puramente procedurale, con la conseguenza che la sentenza di primo grado diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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