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Ricorso per revocazione: quando è inammissibile?

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione presentato da un’avvocatessa che si difendeva in proprio. Le ragioni: non era più iscritta all’albo speciale per le giurisdizioni superiori e non aveva provato la notifica dell’atto alla controparte. La decisione conferma l’importanza dei requisiti formali.

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Ricorso per Revocazione Inammissibile: Lezioni dalla Cassazione su Requisiti Formali

Un ricorso per revocazione rappresenta uno strumento eccezionale per contestare una decisione giudiziaria definitiva, ma il suo successo è strettamente legato al rispetto di rigorosi requisiti formali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando inammissibile l’istanza di una subconduttrice, avvocatessa difesasi in proprio, a causa di due vizi procedurali insormontabili: la mancanza di abilitazione al patrocinio superiore e l’assenza di prova della notifica dell’atto. Questo caso sottolinea come la forma, nel diritto, sia sostanza.

I Fatti del Caso: Una Lunga Battaglia Giudiziaria

La vicenda trae origine da una controversia legata a un contratto di sublocazione. Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato la risoluzione del contratto per inadempimento della subconduttrice, condannandola al pagamento dei canoni non corrisposti all’erede del sublocatore originario.

Il successivo appello era stato dichiarato inammissibile dalla Corte d’Appello per tardività. La subconduttrice aveva quindi presentato un primo ricorso in Cassazione, anch’esso dichiarato inammissibile con ordinanza per vizi formali, in particolare per l’assenza di una sommaria esposizione dei fatti e per la genericità dei motivi.

Non arrendendosi, la stessa parte ha proposto un ulteriore ricorso per revocazione avverso quest’ultima ordinanza della Cassazione, dando origine al provvedimento che analizziamo oggi.

La Decisione della Corte sul Ricorso per Revocazione

La Corte di Cassazione, esaminando il nuovo ricorso, ha accolto la proposta del Consigliere delegato, dichiarando il ricorso per revocazione inammissibile. La decisione si fonda non sul merito della questione, ma su due ostacoli procedurali che la ricorrente non ha superato.

Le Motivazioni

Le ragioni dell’inammissibilità sono chiare e ben definite:

1. Mancanza di Abilitazione al Patrocinio Superiore: La ricorrente, pur essendo avvocato e difendendosi in proprio, aveva dichiarato lei stessa di non essere più iscritta, dal 22 dicembre 2021, all’albo speciale dei difensori abilitati a patrocinare dinanzi alla Corte di Cassazione e alle altre giurisdizioni superiori. Questo requisito è indispensabile per poter presentare validamente un ricorso in questa sede. La difesa personale non esonera dal possesso delle qualifiche professionali richieste dalla legge per il grado di giudizio specifico.

2. Mancanza di Prova della Notifica: In atti non vi era alcuna prova che il ricorso per revocazione fosse stato notificato alla controparte (l’erede del sublocatore). La notifica è un adempimento fondamentale per instaurare correttamente il contraddittorio, garantendo alla parte avversa il diritto di difendersi. La sua assenza costituisce un vizio insanabile che porta all’inammissibilità dell’atto.

Le Conclusioni

Sulla base di queste motivazioni, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, non ha provveduto alla liquidazione delle spese legali, dato che la controparte non si era costituita. Tuttavia, ha condannato la ricorrente al pagamento di una somma di 500 euro alla Cassa per le ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso inammissibile. Inoltre, ha dato atto che sussistono i presupposti per il versamento, da parte della ricorrente, di un ulteriore importo pari al contributo unificato già pagato per il ricorso. Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del diritto processuale: il rispetto delle regole procedurali non è un mero formalismo, ma una garanzia fondamentale per il corretto funzionamento della giustizia e la tutela dei diritti di tutte le parti coinvolte.

Perché il ricorso per revocazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni formali: la ricorrente, che si difendeva da sola, non era più iscritta all’albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori e non vi era prova in atti dell’avvenuta notifica del ricorso alla controparte.

Cosa succede se un avvocato si difende da solo davanti alla Cassazione senza essere iscritto all’apposito albo?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La difesa personale non esonera dal possesso dei requisiti professionali specifici richiesti per quel grado di giudizio, come l’iscrizione all’albo dei cassazionisti.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata a versare una somma di 500 euro alla Cassa per le ammende. Inoltre, la Corte ha attestato la sussistenza dei presupposti per il pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato per il ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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