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Ricorso per cassazione: quando è improcedibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso per cassazione improcedibile perché il ricorrente non ha depositato la copia integrale della sentenza impugnata, ma solo il dispositivo. Questa ordinanza sottolinea l’importanza inderogabile degli adempimenti formali, che prevalgono sull’analisi del merito della controversia, relativa a una disputa su canoni di locazione.

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Ricorso per Cassazione Improcedibile: Il Rischio di un Deposito Incompleto

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale dove non sono ammessi errori formali. La recente ordinanza n. 4377/2024 della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come un vizio procedurale, apparentemente piccolo, possa determinare l’esito di un intero processo. Un conduttore ha visto la sua causa finire ancor prima di essere discussa nel merito a causa del mancato deposito della sentenza integrale d’appello. Analizziamo insieme i dettagli di questa vicenda.

I Fatti del Contenzioso: Dal Canone di Locazione alla Cassazione

La controversia nasce da un rapporto di locazione. Un conduttore sosteneva di aver versato al locatore, nel corso degli anni, somme superiori a quelle previste dal contratto registrato, per un totale di 23.000 Euro. Per recuperare parte di questa eccedenza, aveva omesso di pagare le ultime cinque mensilità. Di conseguenza, citava in giudizio il locatore per ottenere la restituzione delle somme indebitamente percepite.

Il Tribunale, in primo grado, rigettava la domanda del conduttore e, accogliendo parzialmente la richiesta del locatore, lo condannava al pagamento di 2.000 Euro. La decisione veniva confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello, la quale riteneva insufficienti le prove prodotte dal conduttore (matrici di assegni ed estratti conto) e respingeva le sue richieste di disporre una consulenza tecnica (CTU) o un ordine di esibizione di documenti, giudicandole di natura esplorativa.

L’Ordinanza della Corte: I Motivi dell’Improcedibilità del Ricorso per Cassazione

Giunto in Cassazione, il conduttore ha visto il suo ricorso naufragare per un motivo puramente procedurale. La Corte ha infatti dichiarato il ricorso per cassazione improcedibile.

La ragione è sancita dall’art. 369, secondo comma, n. 2, del codice di procedura civile: chi propone ricorso deve depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza impugnata. Nel caso di specie, il ricorrente aveva depositato soltanto il “dispositivo”, ovvero la parte finale della sentenza che contiene la decisione, ma non le “motivazioni” che la spiegano. Questo adempimento non è una mera formalità, ma un presupposto essenziale per consentire alla Corte di avere piena conoscenza del provvedimento che è chiamata a giudicare.

Una Questione di Merito: L’Inammissibilità del Ricorso

La Corte, pur essendosi fermata alla declaratoria di improcedibilità, ha aggiunto un’importante considerazione. Anche se il ricorso avesse superato lo scoglio formale, sarebbe stato comunque dichiarato inammissibile nel merito. Il ricorrente, infatti, criticava la Corte d’Appello per non aver valutato correttamente le prove documentali e per aver rigettato le sue istanze istruttorie.

La Valutazione delle Prove e il Ruolo del Giudice di Merito

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione delle prove e l’apprezzamento dei fatti sono attività riservate esclusivamente al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Alla Corte di Cassazione spetta solo il compito di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto, non di stabilire se una prova fosse più o meno convincente. Chiedere alla Suprema Corte di riconsiderare il valore probatorio di assegni ed estratti conto è un’operazione non consentita in sede di legittimità.

Il Rigetto delle Istanze Istruttorie

Anche la critica al rigetto della richiesta di CTU e di ordine di esibizione è stata ritenuta infondata. La Corte d’Appello aveva correttamente motivato che tali richieste, in assenza di prove sufficienti già fornite dalla parte, avrebbero assunto un carattere “esplorativo”, trasformandosi in un tentativo di cercare prove che il ricorrente stesso aveva l’onere di fornire. Ciò avrebbe comportato un’indebita relevatio ab onere probandi, ovvero un illegittimo esonero dall’onere della prova.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono duplici e nette. In primo luogo, sul piano processuale, il ricorso per cassazione è stato dichiarato improcedibile per la violazione di un requisito essenziale previsto dall’art. 369 c.p.c.: il mancato deposito della copia integrale della sentenza impugnata. Questo vizio formale ha impedito alla Corte di procedere all’esame del merito. In secondo luogo, e a titolo di completezza, la Corte ha specificato che le censure mosse dal ricorrente erano comunque inammissibili. Esse miravano a ottenere un nuovo giudizio sui fatti e sulla valutazione delle prove, un’attività che esula completamente dalle competenze della Corte di Cassazione, la quale è giudice di legittimità e non di merito. Il rigetto delle istanze istruttorie è stato inoltre confermato come corretto, in quanto volto a impedire un’inversione dell’onere probatorio a danno della controparte.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza del rigore formale nel processo civile, specialmente nel giudizio di legittimità. Un errore procedurale come il deposito di un documento incompleto può vanificare l’intero percorso giudiziario, indipendentemente dalle ragioni di merito che si intendono far valere. La decisione riafferma inoltre i confini invalicabili tra il giudizio di merito e quello di legittimità, ricordando che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma la sede deputata a garantire l’uniforme e corretta applicazione della legge.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato improcedibile?
Perché il ricorrente ha violato l’art. 369, co. 2, n. 2, c.p.c., non depositando una copia integrale e autentica della sentenza d’appello, ma soltanto la parte dispositiva senza le motivazioni.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove presentate nei gradi precedenti?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o valutare nuovamente le prove. Il suo ruolo è limitato a verificare la corretta applicazione delle norme di legge, senza entrare nel merito dell’apprezzamento fattuale operato dai giudici dei gradi inferiori.

Perché è stata respinta la richiesta di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) e di esibizione di documenti?
Le richieste sono state respinte perché, data l’insufficienza delle prove già fornite, avrebbero avuto un carattere meramente “esplorativo”. Accoglierle avrebbe significato sollevare indebitamente la parte attrice dal suo onere di provare i fatti a fondamento della propria domanda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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