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Ricorso per cassazione: oneri di deposito e termini

Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia aerea per il ritardo nella consegna di un bagaglio. Dopo una condanna in primo grado e la dichiarazione di inammissibilità dell’appello, la compagnia ha adito la Corte di Cassazione. Con un’ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha sospeso la decisione sul merito per acquisire d’ufficio il fascicolo d’appello, al fine di verificare la tempestività del ricorso per cassazione, non avendo la ricorrente fornito la prova della data di comunicazione dell’ordinanza di inammissibilità.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso per Cassazione: La Procedibilità Prima del Merito

L’ordinanza interlocutoria in commento offre un’importante lezione sulla gestione del contenzioso, in particolare sulle fasi successive a una declaratoria di inammissibilità dell’appello. La Corte di Cassazione, prima di entrare nel merito delle questioni sollevate, si sofferma su un aspetto cruciale: i requisiti di procedibilità del ricorso per cassazione. Questo caso dimostra come un’omissione documentale possa mettere a rischio l’intero giudizio di legittimità, sottolineando l’importanza degli oneri a carico della parte ricorrente.

I Fatti di Causa: Dal Bagaglio Smarrito alla Suprema Corte

La vicenda ha origine da una richiesta di risarcimento danni avanzata da un passeggero nei confronti di una compagnia aerea russa. Il viaggiatore lamentava di aver potuto ritirare il proprio bagaglio da stiva solo tre giorni dopo l’arrivo a destinazione, perdendo così la possibilità di utilizzare i propri effetti personali per partecipare a un convegno internazionale.

Il Giudice di Pace accoglieva la domanda, liquidando un risarcimento di 600 euro. La compagnia aerea proponeva appello, ma il Tribunale lo dichiarava inammissibile ai sensi dell’art. 348 bis del codice di procedura civile. Di conseguenza, la compagnia presentava ricorso per cassazione avverso la sentenza di primo grado, sollevando diverse questioni relative alla presunta violazione delle convenzioni internazionali sul trasporto aereo e a vizi procedurali.

L’Ordinanza della Corte: una Questione di Procedibilità del ricorso per cassazione

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, non decide sui motivi di ricorso. Al contrario, sospende il giudizio per risolvere una questione preliminare fondamentale: la verifica della procedibilità del ricorso stesso.

La legge (art. 348 ter c.p.c.) stabilisce che, quando l’appello è dichiarato inammissibile, il ricorso per cassazione contro la sentenza di primo grado deve essere proposto entro il termine ‘breve’ di sessanta giorni. Tale termine decorre dalla comunicazione o notificazione dell’ordinanza che ha dichiarato inammissibile il gravame. Nel caso di specie, la compagnia aerea ricorrente non aveva depositato, insieme al ricorso, né l’ordinanza di inammissibilità né la prova della sua comunicazione, impedendo alla Corte di verificare il rispetto di tale termine perentorio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ribadisce un principio consolidato, richiamando precedenti delle Sezioni Unite: l’onere di dimostrare la tempestività del ricorso grava sulla parte che lo propone. Ai sensi dell’art. 369 c.p.c., il ricorrente deve depositare, a pena di improcedibilità, copia autentica della sentenza impugnata e degli altri atti processuali rilevanti. Tra questi rientra, nel caso specifico, l’ordinanza di inammissibilità dell’appello con la relativa attestazione di comunicazione.

Tuttavia, in mancanza di tale produzione documentale, la Corte non dichiara immediatamente l’improcedibilità. Esercitando il proprio potere officioso, rileva che è necessario acquisire il fascicolo d’ufficio del grado di appello per effettuare direttamente il controllo sulla tempestività. Questa scelta evidenzia un approccio volto a garantire la giustizia sostanziale, pur nel rigoroso rispetto delle norme procedurali. La Corte, quindi, manda alla Cancelleria di acquisire il fascicolo dal Tribunale e rinvia la causa a nuovo ruolo, in attesa di poter disporre di tutti gli elementi necessari per la sua decisione.

Conclusioni

L’ordinanza offre un’indicazione pratica di estrema importanza per gli operatori del diritto. Chi intende proporre un ricorso per cassazione dopo aver subito una declaratoria di inammissibilità dell’appello deve prestare la massima attenzione agli oneri di deposito. È indispensabile allegare non solo la sentenza di primo grado, ma anche l’ordinanza di inammissibilità e la prova certa della sua data di comunicazione. L’omissione di questi documenti, sebbene in questo caso abbia portato la Corte a un’acquisizione d’ufficio, espone al serio e concreto rischio di una declaratoria di improcedibilità, che precluderebbe in radice l’esame nel merito delle proprie ragioni.

Cosa succede quando un appello viene dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 348 bis c.p.c.?
La parte soccombente può proporre ricorso per cassazione direttamente contro la sentenza di primo grado, anziché contro l’ordinanza di inammissibilità.

Qual è il termine per proporre ricorso per cassazione in questo specifico caso?
Il termine è di sessanta giorni (cosiddetto ‘termine breve’) e decorre dalla data di comunicazione o, se anteriore, di notificazione dell’ordinanza che ha dichiarato inammissibile l’appello.

Quali documenti deve depositare il ricorrente per dimostrare la tempestività del ricorso?
Il ricorrente ha l’onere di depositare, a pena di improcedibilità, copia autentica sia della sentenza di primo grado impugnata sia dell’ordinanza che ha dichiarato l’inammissibilità dell’appello, unitamente alla prova della relativa comunicazione o notificazione, per consentire alla Corte di verificare il rispetto del termine di sessanta giorni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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