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Ricorso per cassazione: inammissibile contro la CTU

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello che, basandosi su una CTU grafologica, aveva confermato l’autenticità di alcune firme su effetti cambiari. Il ricorso per cassazione è stato respinto perché i motivi sollevati criticavano la decisione di primo grado anziché quella d’appello e miravano a un riesame del merito della perizia, operazione non consentita in sede di legittimità.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso per cassazione: inammissibile se critica il CTU e non la sentenza d’appello

Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce alcuni principi fondamentali sulla corretta formulazione del ricorso per cassazione, chiarendo i limiti invalicabili del giudizio di legittimità. La vicenda, nata da un’opposizione a un decreto ingiuntivo basato su cambiali con firma disconosciuta, offre lo spunto per analizzare quando e perché un ricorso viene dichiarato inammissibile, soprattutto quando si contestano gli esiti di una consulenza tecnica (CTU).

I fatti del processo

La controversia ha origine da un decreto ingiuntivo emesso a favore di un creditore sulla base di undici effetti cambiari. La debitrice proponeva opposizione, negando di aver mai apposto la propria firma su tali titoli. Nel corso del giudizio di primo grado, veniva disposta una CTU grafologica per verificare l’autenticità delle sottoscrizioni.

L’esperto nominato dal tribunale concludeva che le firme erano autentiche, descrivendo la sua analisi come “logica, completa, approfondita” e basata su un metodo “psicologico”. Di conseguenza, il Tribunale rigettava l’opposizione. La debitrice impugnava la decisione dinanzi alla Corte d’Appello, lamentando, tra le altre cose, presunte violazioni del contraddittorio durante le operazioni peritali. Anche la Corte d’Appello, tuttavia, respingeva il gravame, confermando la correttezza e la completezza della CTU e della decisione di primo grado.

I motivi del ricorso per cassazione

Contro la sentenza d’appello, la soccombente presentava un ricorso per cassazione articolato in diversi motivi. Le censure principali riguardavano:

1. Violazioni procedurali nel primo grado: si lamentava che il giudice di primo grado avesse autorizzato la CTU senza il deposito degli originali dei titoli e senza una formale istanza di verificazione.
2. Violazione del contraddittorio nella CTU: si contestava la gestione delle operazioni peritali e il mancato esame di file più nitidi delle firme.
3. Motivazione apparente: si sosteneva che la Corte d’Appello avesse rigettato l’impugnazione con una motivazione illogica e basata su prove non dedotte dalle parti.
4. Mancanza di prova: si ribadiva che, in assenza dei titoli originali, la pretesa creditoria fosse infondata.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile, fornendo una chiara lezione sui limiti del giudizio di legittimità.

In primo luogo, i giudici hanno rilevato che i primi due motivi di ricorso erano erroneamente diretti a censurare la sentenza del Tribunale (primo grado) e non quella della Corte d’Appello. La Corte ha ricordato il principio consolidato secondo cui il ricorso per cassazione deve avere come unico bersaglio la decisione d’appello, e non può essere utilizzato per “scavalcarla” e criticare direttamente il primo giudice.

Successivamente, la Corte ha esaminato gli altri motivi, che criticavano la valutazione della CTU e la motivazione della sentenza d’appello, giudicandoli anch’essi inammissibili. La ragione è che tali censure, pur essendo formalmente indirizzate contro la sentenza di secondo grado, miravano in sostanza a ottenere un nuovo esame del merito della controversia. La ricorrente, infatti, non evidenziava un vizio logico o giuridico nella motivazione della Corte d’Appello, ma si limitava a riproporre le stesse critiche alla CTU già esaminate e respinte dal giudice del gravame. La Corte di Cassazione ha sottolineato di non poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sulle conclusioni del perito. Il suo compito si ferma alla verifica della coerenza e logicità della motivazione della sentenza impugnata, che nel caso di specie è stata ritenuta ampia e persuasiva.

Infine, anche il motivo relativo alla presunta nullità della domanda per mancato deposito dei titoli originali è stato giudicato inammissibile per difetto di specificità. La ricorrente non si era confrontata con le argomentazioni della Corte d’Appello, limitandosi a reiterare una doglianza già respinta, trasformando il motivo in un “non motivo”, ovvero una critica sterile che non attacca la ratio decidendi della sentenza.

Conclusioni

Questa ordinanza è un importante promemoria: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti o l’attendibilità di una perizia. È uno strumento destinato a controllare la corretta applicazione del diritto da parte dei giudici di merito. Per essere ammissibile, un ricorso deve:

1. Rivolgersi esclusivamente contro la sentenza d’appello, individuando specifici errori di diritto o vizi di motivazione in essa contenuti.
2. Evitare di chiedere un riesame delle prove e dei fatti, come le conclusioni di una CTU, a meno che non si denunci un vizio logico macroscopico nella motivazione del giudice.
3. Confrontarsi criticamente con le ragioni della decisione impugnata, spiegando perché sono errate in diritto, e non limitarsi a riproporre le argomentazioni già respinte nei gradi precedenti.

È possibile contestare direttamente la sentenza di primo grado con un ricorso per cassazione?
No, il ricorso per cassazione deve censurare la sentenza d’appello, non quella di primo grado. Le critiche rivolte direttamente alla decisione del primo giudice sono inammissibili.

Il ricorso per cassazione può riesaminare le conclusioni di una perizia tecnica (CTU)?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito le conclusioni di una CTU. Il suo compito è verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione del giudice d’appello che ha valutato la perizia, non sostituire la propria valutazione a quella del perito.

Cosa rende un motivo di ricorso per cassazione inammissibile per difetto di specificità?
Un motivo è inammissibile quando si limita a riproporre le stesse lamentele già respinte in appello senza confrontarsi criticamente con le specifiche ragioni della decisione impugnata. Deve evidenziare un errore di diritto o un vizio logico preciso commesso dal giudice d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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