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Ricorso per cassazione improcedibile: il termine breve

Una società cooperativa, condannata in appello per responsabilità precontrattuale, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Tuttavia, il ricorso è stato notificato un giorno dopo la scadenza del termine breve di 60 giorni dalla notifica della sentenza di secondo grado. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso per cassazione improcedibile, ribadendo la perentorietà del termine e l’onere del ricorrente di dimostrarne il rispetto. La decisione sottolinea l’importanza cruciale della tempestività processuale.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso per cassazione improcedibile: la scadenza del termine è fatale

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale: il mancato rispetto del termine perentorio per l’impugnazione rende il ricorso per cassazione improcedibile. La vicenda, originata da una controversia su un mancato contratto di appalto, si è conclusa non per una valutazione nel merito, ma per un errore procedurale: la notifica del ricorso un solo giorno dopo la scadenza dei 60 giorni previsti dalla legge.

I Fatti di Causa

La controversia nasceva dalla rottura ingiustificata delle trattative tra una società cooperativa (committente) e un’impresa edile (promissaria appaltatrice) per la ricostruzione di alcuni edifici danneggiati da un sisma. Il Tribunale di primo grado aveva condannato la cooperativa a un cospicuo risarcimento del danno per responsabilità precontrattuale, avendo generato nell’impresa un legittimo affidamento sulla futura stipula del contratto di appalto.

La Corte d’Appello, pur confermando la responsabilità della cooperativa, aveva ridotto l’importo del risarcimento. Avverso tale decisione, la cooperativa proponeva ricorso in Cassazione. Tuttavia, la società resistente eccepiva l’improcedibilità del ricorso per tardività, sostenendo che fosse stato notificato oltre il cosiddetto ‘termine breve’ di 60 giorni.

Il Ricorso per Cassazione Improcedibile per tardività

La Corte di Cassazione ha accolto l’eccezione della controricorrente, dichiarando il ricorso per cassazione improcedibile. Il fulcro della decisione non riguarda la questione della responsabilità precontrattuale, bensì un aspetto puramente procedurale che si è rivelato decisivo.

La Corte ha verificato che la sentenza d’appello era stata pubblicata il 17/09/2019. Il termine di 60 giorni per la notifica del ricorso scadeva quindi il 18/11/2019. Il ricorso, invece, è stato notificato il 19/11/2019, ovvero un giorno oltre il limite massimo consentito dalla legge. Questo ritardo, seppur minimo, è stato sufficiente per precludere l’esame nel merito dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Corte

I giudici di legittimità hanno ribadito che l’onere di dimostrare la tempestività del ricorso grava interamente sulla parte ricorrente. Quest’ultima, al momento del deposito del ricorso, deve fornire la prova dell’avvenuta notifica della sentenza impugnata, depositando copia autentica della stessa munita della relata di notificazione. Tale adempimento è essenziale per consentire alla Corte di verificare il rispetto dei termini processuali.

Nel caso specifico, la parte ricorrente non aveva depositato la documentazione completa che attestasse la data di notifica. La regola, spiegano i giudici, non è un mero formalismo, ma è preordinata a garantire il principio di certezza del diritto e la tempestività dei giudizi. Il mancato rispetto di un termine perentorio, come quello per l’impugnazione, comporta inevitabilmente l’improcedibilità del ricorso.

La Corte ha sottolineato che, anche se l’accertamento della tempestività può sembrare superfluo quando il ricorso viene notificato prima della scadenza del termine lungo (sei mesi dalla pubblicazione della sentenza), esso diventa cruciale quando si applica il termine breve di 60 giorni, che decorre appunto dalla notifica della sentenza.

Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza inderogabile del rispetto dei termini processuali. Anche una causa fondata nel merito può essere irrimediabilmente persa a causa di una svista procedurale, come la notifica tardiva di un atto. La decisione conferma che l’onere della prova sulla tempestività dell’impugnazione spetta al ricorrente e che la mancanza di tale prova, o la prova di una notifica tardiva, conduce alla declaratoria di ricorso per cassazione improcedibile. Per le parti e i loro difensori, ciò si traduce nella necessità di una gestione meticolosa delle scadenze, poiché un solo giorno di ritardo può vanificare l’intero percorso giudiziario.

Qual è la conseguenza della notifica del ricorso per cassazione oltre il termine breve di 60 giorni?
La conseguenza diretta è la declaratoria di improcedibilità del ricorso. Questo significa che la Corte di Cassazione non esaminerà il merito della questione, ma si limiterà a chiudere il procedimento per il mancato rispetto di un requisito procedurale essenziale.

Su chi grava l’onere di dimostrare che il ricorso è stato presentato in tempo?
L’onere grava interamente sulla parte ricorrente. È suo compito depositare, insieme al ricorso, la copia notificata della sentenza impugnata completa della relata di notificazione, per permettere alla Corte di verificare la data di decorrenza e la scadenza del termine per impugnare.

È possibile sanare un ritardo anche minimo nella notifica del ricorso?
No. I termini per le impugnazioni sono definiti ‘perentori’, il che significa che non ammettono deroghe o sanatorie. Un ritardo, anche di un solo giorno, come nel caso di specie, è sufficiente a rendere l’impugnazione improcedibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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