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Ricorso per cassazione: il termine di 20 giorni

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze del mancato rispetto dei termini processuali. Il caso riguarda un ricorso per cassazione in materia di pubblico impiego dichiarato improcedibile perché depositato oltre il termine perentorio di 20 giorni dalla notifica, con condanna del ricorrente alle spese e al raddoppio del contributo unificato.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso per cassazione: L’Importanza del Termine di Deposito

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto possa essere perentorio il mancato rispetto di una scadenza, anche di pochi giorni. In questo articolo, analizzeremo un caso in cui un ricorso per cassazione è stato dichiarato improcedibile proprio per il tardivo deposito dell’atto, evidenziando le gravi conseguenze per la parte ricorrente. La vicenda, che trae origine da una controversia in materia di pubblico impiego, offre spunti cruciali sulla diligenza richiesta agli operatori del diritto.

I Fatti di Causa

Un dipendente pubblico, dopo aver ricevuto una sentenza sfavorevole dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per cassazione per far valere le proprie ragioni. L’atto di ricorso veniva regolarmente notificato all’ente pubblico convenuto in data 3 novembre 2023. Tuttavia, il deposito telematico dello stesso ricorso presso la cancelleria della Corte di Cassazione avveniva solamente il 28 novembre 2023.

L’ente pubblico, costituitosi in giudizio, depositava il proprio controricorso nel termine di quaranta giorni previsto dalla legge, eccependo il mancato rispetto dei termini da parte del ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio, ha accolto l’eccezione dell’ente e ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione si fonda su una constatazione puramente procedurale: il mancato rispetto del termine per il deposito dell’atto. Di conseguenza, la Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, poiché l’irregolarità procedurale ha assorbito ogni altra valutazione.

Le Motivazioni: il Rispetto del Termine per il Ricorso per Cassazione

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 369, comma 1, del Codice di Procedura Civile. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso deve essere depositato in cancelleria, a pena di improcedibilità, entro il termine di venti giorni dall’ultima notificazione alle parti contro le quali è proposto.
Nel caso di specie, essendo la notifica avvenuta il 3 novembre, il termine ultimo per il deposito scadeva il 23 novembre. Il deposito effettuato il 28 novembre era, quindi, palesemente tardivo.
La Corte ha ribadito che questo termine è perentorio e non ammette deroghe. La sua violazione comporta automaticamente la sanzione dell’improcedibilità, che impedisce al giudice di esaminare la fondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. È una regola posta a garanzia della certezza dei rapporti giuridici e della ragionevole durata del processo.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Le implicazioni di questa ordinanza sono severe per il ricorrente e istruttive per tutti. In primo luogo, la dichiarazione di improcedibilità rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello, precludendo ogni ulteriore esame delle ragioni del dipendente.
In secondo luogo, in applicazione del principio di soccombenza, il ricorrente è stato condannato a rimborsare tutte le spese legali sostenute dall’ente pubblico per difendersi in giudizio, liquidate in € 3.000 oltre accessori. Infine, la Corte ha dato atto della sussistenza dei presupposti per il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”, una sanzione pecuniaria che obbliga la parte la cui impugnazione è stata respinta o dichiarata inammissibile/improcedibile a versare un ulteriore importo pari a quello già pagato per avviare il giudizio. Questo caso dimostra in modo lampante come un errore procedurale possa vanificare le ragioni di merito e comportare un significativo aggravio di costi.

Qual è il termine per depositare un ricorso per cassazione dopo la notifica?
Secondo l’art. 369, comma 1, del Codice di Procedura Civile, il ricorso deve essere depositato, a pena di improcedibilità, entro venti giorni dall’ultima notificazione effettuata alla controparte.

Cosa succede se il termine di venti giorni non viene rispettato?
Se il ricorso non viene depositato entro il termine perentorio di venti giorni, la Corte di Cassazione lo dichiara improcedibile. Ciò significa che il ricorso viene respinto per un vizio procedurale, senza che i giudici ne esaminino il merito.

Quali sono le conseguenze economiche per chi deposita tardivamente il ricorso?
La parte il cui ricorso è dichiarato improcedibile è condannata, in base al principio di soccombenza, a pagare le spese legali della controparte. Inoltre, è tenuta a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato all’inizio del giudizio (cosiddetto raddoppio del contributo unificato).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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